26 Jul, 2025 - 18:25

Clamorosa rottura tra CGIL Umbria e la Giunta Proietti sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità: "Firmato accordo separato, mai visto nemmeno dalla destra"

Clamorosa rottura tra CGIL Umbria e la Giunta Proietti sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità: "Firmato accordo separato, mai visto nemmeno dalla destra"

Uno strappo inatteso e che fa molto rumore. La CGIL Umbria rompe il silenzio e sferra un attacco frontale alla Giunta Proietti per l'accordo regionale sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità siglato venerdì 26 luglio senza il consenso del sindacato confederale. Un caso che i segretari regionali Andrea Corpetti e Gianni Fiorucci definiscono senza mezzi termini "un metodo degno delle peggiori esperienze di divisione della rappresentanza sociale, mai usato in Umbria nemmeno dalla destra".

L'accordo, che formalizza la convenzione prevista dall'articolo 14 della Legge Biagi per facilitare l'inserimento delle persone con disabilità nelle aziende attraverso cooperative dedicate, è stato sottoscritto dalla Regione con le associazioni datoriali e alcune organizzazioni sindacali, ma non con la CGIL. Una decisione che il sindacato bolla come "un vero e proprio accordo separato" nonostante le richieste di confronto e le proposte di modifica inviate senza ricevere "uno straccio di risposta".

La frattura dell'Umbria: un caso unico in Italia

"La cosa grave è che questo accordo rappresenta un'anomalia, non solo perché non sottoscritto da importanti pezzi di rappresentanza, ma soprattutto perché stravolge completamente il senso dello strumento della convenzione", spiegano Corpetti e Fiorucci. Il sindacato punta il dito su una specificità umbra che rompe con il panorama nazionale: "Ci chiediamo come sia stato possibile che questa frattura si sia consumata proprio in Umbria e non in tutte le altre regioni".

La CGIL aveva proposto modifiche "sovrapponibili con quanto realizzato in tutta Italia, non solo in Emilia Romagna, ma anche in Lombardia o in altre regioni più piccole". Invece, secondo i sindacalisti, "in Umbria si è scelto di andare oltre, calpestando gli interessi dei più fragili a favore di interessi di imprese che scelgono di scaricare le proprie responsabilità sociali".

L'affondo politico si fa più diretto quando i segretari regionali si interrogano sui valori della maggioranza: "Ci chiediamo dove siano finiti i valori sbandierati in campagna elettorale, come la solidarietà e la partecipazione. Sicuramente in questa brutta pagina scritta ieri dalla Giunta Proietti non c'è traccia né dell'una né, tanto meno, dell'altra".

Il nodo tecnico: cooperative di tipo B e responsabilità sociale

Nel merito, la CGIL contesta il meccanismo della convenzione che "prevede una modalità di inserimento delle persone con disabilità che sostituisce gli inserimenti ordinari previsti dalla Legge 68, creando una sorta di 'via alternativa' per le aziende". Un sistema che permetterebbe alle imprese di "liberarsi di tali obblighi attraverso 'l'esternalizzazione' di lavoro, ricorrendo a cooperative a cui affidare pezzi di processo produttivo".

Punto critico è l'apertura "a tutte le tipologie" di cooperative e non solo a quelle di tipo B, "più coerenti con la missione sociale". Per il sindacato si tratta di un grave errore che ignora come "il lavoro è il principale strumento di emancipazione ed autonomia per tutte le persone", ma per le persone con disabilità "la capacità e il talento molto spesso sono surclassati dai pregiudizi e dalla cultura d'impresa che si è affermata negli anni, basata sullo sfruttamento delle persone a favore del profitto".

La critica si estende alla platea dei beneficiari. Mentre la CGIL chiedeva una convenzione "dedicata esclusivamente all'invalidità sopra il 100%, come realizzato in tutte le regioni del nostro Paese", la Giunta ha "scelto di assecondare le richieste delle imprese, generalizzando questo strumento a tutte le tipologie, anche chi ha una percentuale più bassa".

Inclusione tradita: la CGIL accusa la Regione e chiede la riapertura del confronto

Il risultato, secondo Corpetti e Fiorucci, sarà che "le già poche possibilità di lavoro spariranno a favore di proposte di impiego in piccoli laboratori protetti, che praticano la 'ghettizzazione' e non l'inclusione". Un meccanismo che il sindacato giudica "esattamente il contrario di quanto previsto dai nuovi principi stabiliti dalla convenzione Onu sui diritti con persone con disabilità".

La CGIL chiude con una richiesta formale alla Giunta regionale di "riaprire il tavolo di confronto e recuperare questo strappo, non tanto con noi, ma con la cultura, con la storia della nostra regione, da sempre avanguardia di integrazione e innovazione a garanzia della coesione sociale". Una provocazione finale che suona come un epitaffio politico: "Capiamo quanto sia difficile riaffermare un ruolo di primo piano dell'Umbria, ma almeno evitiamo di passare ad essere l'ultima ruota del carro".

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Federico Zacaglioni
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