30 Apr, 2025 - 22:11

Le città più ricche dell’Umbria: la classifica dei redditi e le sorprese dai dati 2024

Le città più ricche dell’Umbria: la classifica dei redditi e le sorprese dai dati 2024

In Umbria c’è una “piccola Portofino” dove i redditi medi superano perfino quelli del capoluogo. I dati più recenti del Ministero dell’Economia (dichiarazioni 2024 sui redditi 2023) raccontano una regione dalle forti disparità: ecco quali sono le città umbre dove si guadagna di più – e dove di meno – con curiosità sulla composizione dei redditi e la distribuzione dei paperoni.

Dove si guadagna di più in Umbria: i comuni con i redditi più alti

La città più ricca dell’Umbria è Corciano, comune alle porte di Perugia noto anche come “la città del cashmere”. Qui il reddito medio imponibile dichiarato raggiunge 24.601 euro pro capite, un livello che fa di Corciano una sorta di Portofino umbra. Certo, il confronto diretto con la vera Portofino è impietoso: nel celebre borgo ligure il reddito medio supera addirittura gli 94 mila euro, record nazionale dovuto anche alla presenza di mega-contribuenti come Pier Silvio Berlusconi. Eppure Corciano, con i suoi 24 mila euro, distanzia tutte le altre località umbre e si posiziona al primo posto regionale (pur essendo soltanto intorno al 1.553° a livello nazionale).

Al secondo posto in Umbria si trova Perugia città, il cui reddito medio dichiarato è di 24.458 euro – appena duecento euro in meno di Corciano. Sul terzo gradino sale a sorpresa un piccolo centro della provincia di Terni: San Gemini con 23.353 euro medi annui. Seguono poi due città di confine: Orvieto (Terni) con 22.967 euro e Città della Pieve (Perugia) con 22.654 euro, rispettivamente quarta e quinta in classifica. Subito fuori dalla top 5 troviamo l’altro capoluogo umbro, Terni, sesto con 22.562 euro. Non mancano le sorprese: piccoli comuni come Penna in Teverina (Terni) si attestano anch’essi su valori elevati (circa 22.5 mila euro in media), entrando di diritto tra i primi dieci. Chiudono la top 10 Todi(Perugia), Foligno e Assisi, importanti centri dove comunque il reddito medio annuo supera la soglia dei 22 mila euro per contribuente.

Curiosità: Corciano viene ormai paragonata a Portofino per il suo primato regionale, ma in realtà dista ben 70 mila euro dal paradiso fiscale ligure – un abisso che evidenzia come le città più ricche d’Italia siano su un altro pianeta rispetto a quelle umbre. Basti pensare che Portofino guida la classifica nazionale con circa 94.505 euro medi, seguita da altri piccoli centri facoltosi come Lajatico (PI), Basiglio (MI) ecc., tutti sopra i 40-60 mila euro. In compenso, le città umbre in coda alla graduatoria non sono così povere rispetto ai fanalini di coda italiani: Monteleone di Spoleto, ultima in Umbria con ~15.874 € medi, vanta comunque il doppio del reddito medio del comune più povero d’Italia, Cavargna (CO), fermo attorno a 7.900 €.

La mappa della ricchezza umbra: Perugia domina ma Terni tiene il passo

La mappa della ricchezza in Umbria vede prevalere leggermente la provincia di Perugia su quella di Terni. In media, i contribuenti del Perugino dichiarano circa 200 euro in più all’anno rispetto a quelli residenti nel Ternano. Questo divario si riflette anche nella classifica comunale: Perugia capoluogo regionale (24.457 €) supera nettamente Terni capoluogo di provincia (22.562 €). Inoltre, ben 4 dei primi 5 comuni per reddito medio (Corciano, Perugia, Città della Pieve e Todi) si trovano in provincia di Perugia, mentre solo San Gemini rappresenta il territorio ternano sul podio. Di contro, Ternipiazza comunque diverse località nella fascia alta: oltre a San Gemini e Orvieto già citati, stupisce Penna in Teverina, piccolo borgo ternano capace di affiancarsi ai giganti economici regionali.

Dal punto di vista urbano, il capoluogo Perugia e l’hinterland circostante mostrano un benessere diffuso: Corciano è un caso emblematico essendo una cittadina satellite con un tenore medio superiore allo stesso capoluogo. Anche realtà medie come Foligno e Assisi mantengono redditi sopra la media, confermando che l’area centrale dell’Umbria – da Perugia verso Foligno, Assisi e il Trasimeno – concentra buona parte della ricchezza regionale. La Valle Umbra Sud e la zona di Todi mostrano sacche di prosperità, mentre in Valnerina e nell’Appennino spoletino si trovano i redditi più bassi.

I comuni umbri più poveri: dove si guadagna meno in Umbria

All’estremo opposto della classifica umbra troviamo piccoli comuni montani dell’Appennino. Monteleone di Spoleto(Perugia) è il più povero dell’Umbria con un reddito medio di circa 15.874 euro annui. Siamo quasi 9 mila euro in meno rispetto alla vetta di Corciano. Poco sopra Monteleone si collocano altri centri della Valnerina come Vallo di Nera(17.140 €) e Scheggia e Pascelupo (17.933 €), che chiudono la graduatoria regionale. Per avere un termine di paragone nazionale, il fanalino di coda d’Italia – il già citato Cavargna, minuscolo paese in provincia di Como – si ferma a circa 7.800 €, la metà del pur misero reddito medio di Monteleone. Ciò indica che, pur essendo l’Umbria sotto la media nazionale (21.961 € contro ~23.949 € in Italia), il livello dei redditi minimi regionali non tocca gli estremi di altre realtà italiane.

Ma perché questi comuni umbri dell’entroterra presentano redditi così bassi? Spesso il motivo è demografico e socio-economico: popolazione anziana, pochi contribuenti attivi e un’economia locale debole. Monteleone di Spoleto, ad esempio, conta appena 120 residenti dichiaranti ed è caratterizzata da un alto tasso di pensionati e scarse attività produttive. La fuga dei giovani verso città più grandi e la mancanza di industrie o turismo penalizzano fortemente queste zone interne, che restano indietro rispetto ai poli urbani sia in termini di stipendi sia di opportunità di guadagno.

Da dove arrivano i soldi in Umbria: lavoro, pensioni e proprietà

Oltre alla geografia, è interessante analizzare la composizione dei redditi in Umbria. La gran parte del reddito complessivo dichiarato deriva dal lavoro e dalle pensioni: circa 54% proviene da lavoro dipendente e 35,4% da pensioni. In pratica quasi il 90% del gettito IRPEF regionale grava su stipendiati e pensionati. Solo una fetta minoritaria ha origine da altre fonti: circa 7% da lavoro autonomo e imprenditoriale e il restante da redditi da fabbricati (2,2%) e da partecipazioni in imprese familiari o società (4,4%). Questo quadro riflette un tessuto economico dove piccole imprese e professionisti contribuiscono meno, mentre prevalgono lavoro subordinato e assegni pensionistici.

Le curiosità non mancano osservando i dati per comune. Il primato dei pensionati spetta a Poggiodomo: in questo microscopico borgo appenninico addirittura il 61,9% dei contribuenti dichiara un reddito da pensione. È il valore più alto in Umbria, seguito da altri comuni molto piccoli come Montecchio, Castel Giorgio, Giove e Montegabbione – segno di comunità fortemente anziane. All’opposto, il comune dove gli autonomi e imprenditori pesano di più è Cascia: nella città di Santa Rita ben il 6,7% dei contribuenti ottiene redditi da lavoro autonomo (partita IVA o impresa), la quota più alta in regione. Subito dietro Cascia ci sono Monteleone di Spoleto (6,6%) e Massa Martana (5,9%). Ci sono anche centri con elevata incidenza di redditi da fabbricati (es. affitti e rendite immobiliari): a Città della Pieve e Poggiodomo oltre la metà dei contribuenti possiede redditi da immobili, record condiviso con Giove, Stroncone, Penna in Teverina e Passignano. Questi dati dipingono un’Umbria in cui lavoro dipendente e pensioni restano il pilastro del reddito, mentre solo nicchie di popolazione riescono a generare redditi significativi da imprese, professioni o proprietà.

Quanti sono i ricchi in Umbria: i contribuenti oltre i 120mila euro

Pur essendo l’Umbria una regione di redditi medi contenuti, non mancano i “paperoni”, ossia i contribuenti più facoltosi. Dalle dichiarazioni 2024 emerge che sono 3.415 gli umbri con un reddito imponibile annuo superiore a 120 mila euro. In percentuale si tratta di poco meno dell’1% dei dichiaranti regionali. La concentrazione territoriale di questi redditi altissimi è fortemente sbilanciata: quasi la metà (circa 1.560 persone) risiede nel comune di Perugia. Il capoluogo fa dunque la parte del leone quanto a grandi patrimoni. Il resto di questi ricchi contribuenti si “disperde” in altri 51 comuni umbri. Tra le città con più benestanti spiccano Terni (583 persone oltre 120k), Orvieto (161), Spoleto (151), Bastia Umbra (136) e Todi (108).

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Francesca Secci
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