Durante un’ispezione coordinata tra Polizia locale e ARPA regionale, nella periferia di Città di Castello, è stato individuato un ampio deposito abusivo di materiali e rifiuti. L’area è stata immediatamente posta a sequestro probatorio e il titolare denunciato per le violazioni previste dalla normativa ambientale.
Nel corso dell'ispezione le forze intervenute hanno censito una notevole quantità di materiali abbandonati o depositati in modo irregolare: motori completi, sospensioni, radiatori, organi sterzanti (compreso lo sterzo e parti di carrozzeria), oltre a elettrodomestici quali freezer e congelatori. Nel cortile sono stati rinvenuti anche additivi e isolanti termici, mobili e divani, biciclette, sanitari, compressori, un estintore e una bombola del gas, nonché sacchi contenenti indumenti di vario tipo.
Di particolare importanza risultano i ricambi destinati a componenti critiche per la sicurezza dei veicoli - come sterzo e sospensioni - la cui commercializzazione è regolamentata e, nella maggior parte dei casi, riservata ad autoriparatori o canali ufficiali. L’accumulo di tali elementi senza tracciabilità costituisce non solo un illecito amministrativo e penale, ma rappresenta anche un potenziale pericolo per la sicurezza stradale qualora i pezzi venissero immessi sul mercato senza i necessari controlli.
Il titolare del deposito, autorizzato all’esercizio di attività di commercio elettronico, non ha saputo fornire documentazione che attestasse la provenienza e la regolarità dei materiali rinvenuti. Tale omissione integra la violazione delle norme sulla tracciabilità e sulla gestione dei rifiuti previste dal Testo unico ambientale (D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche), che impongono obblighi stringenti circa la gestione, il recupero e lo smaltimento dei veicoli fuori uso e dei loro componenti.
Alla luce degli elementi raccolti, la Polizia locale ha proceduto al sequestro probatorio dell’immobile e dei rifiuti in esso depositati, disponendo che i materiali vengano successivamente smaltiti e conferiti in centri autorizzati. Il titolare è stato deferito all’autorità giudiziaria: l’illecito trattamento e stoccaggio di rifiuti può comportare sanzioni penali, con pene previste fino a reclusione da uno a cinque anni, oltre a sanzioni amministrative e all’obbligo di ripristino ambientale.
Gli operatori intervenuti hanno segnalato il concreto rischio rappresentato dalla presenza di lamiere taglienti, isolanti termici deteriorati e contenitori di sostanze potenzialmente pericolose, tra cui additivi chimici e bombole di gas. L’assenza di adeguati sistemi di drenaggio, unita alla presenza di box soggetti ad allagamenti, aumenta il pericolo di contaminazione del suolo e delle acque superficiali.
Inoltre, il deposito non regolamentato di elettrodomestici e componenti meccaniche comporta la possibile dispersione incontrollata di sostanze nocive, quali oli lubrificanti, fluidi refrigeranti e metalli pesanti. Tali materiali richiedono procedure di trattamento specifiche e centri autorizzati per prevenire effetti negativi a lungo termine sull’ambiente e garantire la sicurezza pubblica.
La scoperta ha destato forte preoccupazione tra i residenti della zona, riportando al centro del dibattito la necessità di un controllo rigoroso sulla filiera dei ricambi usati e sullo smaltimento dei veicoli fuori uso. Le autorità locali e gli organi competenti hanno sottolineato l’importanza delle segnalazioni da parte dei cittadini, ribadendo l’impegno costante a prevenire rischi ambientali e pratiche commerciali illecite.
L'operazione rappresenta inoltre un monito per chi opera nel mercato dell’usato e del ricambio: la tracciabilità e la conformità dei componenti non sono meri obblighi burocratici, ma strumenti indispensabili per garantire la sicurezza stradale e la tutela dell’ambiente. Le misure cautelari e le sanzioni adottate si inseriscono in un più ampio quadro di presidio che le amministrazioni intendono rafforzare, attraverso controlli mirati e campagne informative rivolte a chi opera nel mercato dei ricambi e dei veicoli usati.