Nuova operazione della Polizia Locale di Città di Castello, che continua a presidiare il centro storico con attività mirate al contrasto del degrado urbano e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante un servizio di controllo, gli agenti - coadiuvati da un’unità cinofila antidroga - hanno rinvenuto in un immobile Ater attualmente abbandonato diversi involucri contenenti due differenti tipologie di droga.
La scoperta è avvenuta grazie al fiuto infallibile del cane Dako, che ha permesso agli operatori di individuare rapidamente le sostanze nascoste in locali in condizioni di grave abbandono.
Secondo quanto comunicato dalle forze dell’ordine, all’interno dello stabile sono stati trovati due involucri di hashish, del peso rispettivamente di 1,86 e 0,88 grammi, e un ulteriore pacchetto contenente 2,81 grammi di polvere bianca, ora sottoposta ad analisi di laboratorio per accertarne la natura esatta.
Gli agenti hanno inoltre constatato che i locali Ater, occupati abusivamente, venivano utilizzati come improvvisato laboratorio di confezionamento della droga. Sul posto sono stati rinvenuti resti di materiale da taglio e piccoli strumenti per il confezionamento delle dosi, indizi di un’attività di spaccio su piccola scala ma continuativa.Le sostanze rinvenute sono state sequestrate e messe a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre l’immobile è stato messo in sicurezza per impedire nuovi accessi abusivi.
L’operazione rientra in un piano di prevenzione più ampio, che la Polizia Locale di Città di Castello sta portando avanti da mesi in collaborazione con le altre forze dell’ordine.
Nei prossimi giorni i controlli verranno estesi alle zone vicine alle scuole, ai bus di linea e alle aree verdi, per contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti tra i più giovani e prevenire fenomeni di microcriminalità.
Nei giorni scorsi, un altro episodio di cronaca ha scosso la tranquillità di Città di Castello.
Questa volta non si tratta di droga, ma di una violazione del divieto di avvicinamento a carico di un giovane di 26 anni di origine rumena, già noto alle forze dell’ordine.
Nonostante il provvedimento restrittivo che gli impediva di avvicinarsi alla madre, il ragazzo si è presentato nei pressi dell’abitazione della donna, che, esasperata dall’ennesimo episodio di minacce e comportamenti aggressivi, ha chiesto l’intervento dei Carabinieri.
I militari sono arrivati rapidamente e hanno sorpreso il giovane in flagrante, procedendo immediatamente all’arresto.
L’uomo era già sottoposto al braccialetto elettronico, misura disposta dopo le denunce della madre per ripetuti atti persecutori e maltrattamenti. Disoccupato e con precedenti di polizia, aveva continuato a violare sistematicamente le restrizioni.
Le unità cinofile rappresentano oggi uno degli strumenti più efficaci e versatili nel contrasto alla criminalità, in particolare nella lotta allo spaccio di droga.
In Italia il loro utilizzo risale agli anni ’60, quando la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri iniziarono a impiegare cani addestrati al riconoscimento di sostanze stupefacenti, esplosivi o persone scomparse.
Ogni cane, come il celebre Dako della Polizia Locale di Città di Castello, segue un percorso di addestramento altamente specializzato, durante il quale impara a riconoscere e segnalare l’odore di diverse sostanze, mantenendo un comportamento controllato e preciso.
Il conduttore, solitamente un agente con formazione specifica, instaura con il cane un legame di fiducia che costituisce la chiave del successo operativo.
Il modus operandi è tanto semplice quanto efficace: durante i controlli, il cane procede alla ricerca olfattiva seguendo percorsi stabiliti e segnalando con un comportamento codificato (di solito sedendosi o grattando il punto sospetto) la presenza di sostanze illecite.
L’intervento dell’unità cinofila consente di ridurre drasticamente i tempi delle perquisizioni e di aumentare l’accuratezza dei ritrovamenti, anche in spazi nascosti o degradati.
Oltre alla ricerca di stupefacenti, molte unità operano anche in ambito antiesplosivo, di soccorso o di ordine pubblico, confermando il valore multifunzionale di questi reparti.
Ogni squadra, composta da cane e conduttore, rappresenta una vera e propria unità operativa autonoma, capace di agire rapidamente in supporto ai colleghi durante operazioni complesse.