A Città di Castello, ogni giorno, anziani e persone con disabilità condividono momenti indimenticabili all’interno degli orti solidali. E’ l’innovativo progetto pubblico “green” promosso dal Comune tifernate.

Alle porte della città, un’ampia area verde, destinata alle coltivazioni di ortaggi e piccoli alberi di frutta, si trasforma in una vera e propria palestra di vita e di integrazione sociale, multietnica e culturale. Il terreno, di proprietà comunale, comprende 124 appezzamenti di 100 metri quadrati ciascuno, che l’amministrazione assegna ai vari richiedenti.

A gestire l’attività c’è la Cooperativa “La Rondine a Maccarello”, già dal 2013 attiva nel settore dell’agricoltura sociale attraverso laboratori con soggetti svantaggiati sia fisici che mentali.

Gli orti solidali di Città di Castello

Gli orti solidali di Città di Castello nascono per sviluppare esperienze di coltivazione della terra rivolte alle persone con disabilità e per favorire lo scambio intergenerazionale con gli anziani assegnatari dei terreni. Impegnati negli orti sono attualmente 90 uomini, in media ultra settantenni, e 34 donne che stanno sempre più diventando protagoniste della terra.

Si tratta di una concreta politica di sostegno alle persone in difficoltà “che non vuole essere meramente assistenzialistica ma di costruzione di una progettualità mirata a raggiungere la più ampia autonomia e indipendenza possibile”.

Per rendere l’attività ancora più inclusiva ed estenderla ad altri soggetti anziani, magari soli e impossibilitati a raggiungere gli orti, è allo studio un servizio gratuito di trasporto e assistenza della Cooperativa Agricola Sociale La Rondine a Maccarello. Tramite l’introduzione di questo servizio, si punta a consentire anche a chi non può spostarsi da casa di piantare qualche ortaggio in compagnia.

Assessore Calagreti: “Luogo di amore, amicizia e laboriosità”

La gestione degli orti solidali di Città di Castello spetta, su assegnazione del Comune, alla Cooperativa “La Rondine a Maccarello”.

“Abbiamo introdotto la possibilità di una gestione esterna degli orti per ottimizzare anche l’utilizzo delle risorse che il comune mette a disposizione annualmente”: è quanto dichiara l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti. L’assessore fa riferimento al regolamento numero 31, approvato dal consiglio comunale il 18 aprile 2016 e modificato con deliberazione consiliare numero 56 del 10 luglio 2023.

“C’è poi una modifica a cui tengo particolarmente – spiega Calagreti – che è quella di destinare due appezzamenti a finalità sociali, dando vita a progettualità come in questo caso straordinario che coinvolge ragazzi con disabilità e consente agli anziani di mettere a disposizione la propria esperienza”.

“Qui ogni giorno – racconta l’assessore – si scrivono bellissime pagine di vita quotidiana di amore, amicizia e laboriosità che rappresentano un vanto per tutta la nostra comunità”.

“La Rondine a Maccarello” gestisce gli orti solidali

Gli orti solidali di Città di Castello sono oramai una realtà ultra decennale sul territorio, da sempre un forte riferimento per i pensionati del comune. Nell’ottica di un maggiore sviluppo, dal 2024 la gestione degli orti sociali risulta affidata alla Cooperativa Agricola Sociale “La Rondine a Maccarello”.

Nata nel 2015, la Cooperativa, da un lato, mette al centro la produzione di prodotti biologici, dall’altro favorisce l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Dal 2018, non a caso, promuove una serie di progetti a vantaggio di un gruppo di giovani disabili che nel 2024 hanno trovato una vera e propria assunzione lavorativa.

Per Marco Romanelli, presidente della Cooperativa, gli orti solidali permettono di andare “oltre il concetto di disabilità e di terza età”. “Si parla di persone – ci tiene a precisare – persone che rendono possibile il successo di progetti per la Comunità”.

“L’impegno del gruppo di ragazzi durante la settimana – prosegue – permette non solo di rafforzare le loro competenze, ma anche nel creare legami e relazioni con i pensionati presenti presso gli orti, possiamo definirlo uno scambio di saperi reciproco“.