Coltivano pomodori, zucchine, insalate, patate e verdure 'bio-solidali'. Loro sono gli ortolani con il sorriso che a Città di Castello hanno dato vita a un progetto di inclusione sociale su un terreno di proprietà comunale, gestito dalla Cooperativa 'La Rondine a Maccarello'. A prendersene cura sono anziani e persone con disabilità che lavorano fianco a fianco.
Suddiviso in 124 appezzamenti di 100 metri quadrati ciascuno assegnati ai richiedenti attraverso precise regole e disposizioni, il terreno è presto diventato un laboratorio di fiducia. Qui 90 uomini, in media ultrasettantenni e 34 donne si dedicano con passione all'orticoltura.
Da un anno, ogni lunedì, martedì e giovedì, sotto insime agli operatori Giacomo Augusto Cacciatori e Luca Montanucci, sono all'opera anche quattro ortolani assegnatari di due orti speciali. Loro sono Luca Varzi, Marco Bini, Giorgio Ascani e Mirko Pietosi.
I preziosi consigli dei vicini pensionati arrivano puntuali e quei terreni sono ormai diventati qualcosa in più di semplici orti: sono l'esempio che quando si fa qualcosa insieme, si crea un'esperienza di arricchimento intergenerazionale che va oltre ogni possibile previsione, creando educazione, confronto, solidarietà e anche lavoro.
Ma non è ancora tutto perché gli ortolani sono entrati a far parte di un più ampio progetto che si chiama 'Vivo in Centro' dove possono sperimentare la vita in autonomia in un contesto protetto ma realistico. Hanno a disposizione uno spazio in cui mettersi alla prova, imparare a gestire piccoli compiti quotidiani, organizzare il proprio tempo, convivere con i coetanei acquisendo fiducia in sé stessi.
Frutta e ortaggi che coltivano sono utilizzati per l'autoconsumo e ora si punta ancora più in alto: partecipare al mercatino settimanale per vendere quei prodotti. Un passaggio che gli consentirà di essere gli artefici di una intera filiera bio-solidale.
Che il contatto con la natura sia una terapia efficace lo sostiene una vasta letteratura scientifica. Oltre alla salute a guadagnarne, come dimostra il progetto di Città di Castello, è anche la socialità.
"Qui si va oltre il concetto di disabilità e di terza età - ha spiegato Marco Romanelli presidente della Cooperativa La Rondine a Maccarello -, ma si parla di persone, persone che rendono possibile il successo di progetti sociali. L’impegno del gruppo di ragazzi durante la settimana permette non solo di rafforzare le loro competenze, ma anche nel creare legami e relazioni con i pensionati presenti presso gli orti, possiamo definirlo uno scambio di saperi reciproco".
Un modello che può essere esportato e piantare nuovi semi altrove. "Sarebbe certamente bello ora poter portare questa filosofia al di fuori dell’agricoltura nella vita di tutti i giorni, dove non deve sempre prevalere l’egoismo, ma il voler aiutare gli altri" ha detto in proposito Luciano Veschi, presidente della Cooperativa La Rondine.
Il progetto degli orti sociali a Città di Castello è tra i più longevi del Paese. Avviato negli anni '80, è stato infatti uno dei primi in Italia, grazie alla volontà dell’allora sindaco Giuseppe Pannacci e al lavoro del dirigente Ivano Alunni e poi di Gualtiero Angelini, alla cui memoria sono intitolati. Per festeggiara le amicizie nate tra gli appezzamenti, nei giorni scorsi si è organizzata una merenda a cui hanno preso parte anche il sindaco Luca Secondi e l’assessora alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti.
Gli amministratori hanno sottolineato il valore di "una progettualità come in questo caso straordinario che coinvolge ragazzi con disabilità e consente agli anziani di mettere a disposizione la propria esperienza".
"Qui - hanno concluso - ogni giorno si scrivono bellissime pagine di vita quotidiana di amore, amicizia e laboriosità che rappresentano un vanto per tutta la nostra comunità".