A Città di Castello fa ritorno, come ogni anno, il “dragone della speranza” o “Dragon Boat” per prevenire e combattere il tumore al seno.
Si tratta di un progetto originale che va avanti ormai da otto anni nel comune tifernate e che ha luogo sulle acque del fiume Tevere, al quale quest’anno prende parte, in via del tutto eccezionale, anche l’airone “Armandino”, ormai diventato la vera e propria mascotte del canoa club.
A Città di Castello torna il “Dragon Boat”
Il “Dragon Boat” o “dragone della speranza” di Città di Castello è una maxi canoa per le donne operate di tumore al seno. La canoa conta una lunghezza di 12 metri e una larghezza di oltre un metro, e comprende venti posti a bordo. La struttura deve il suo nome alla testa di drago che si trova sulla punta dell’imbarcazione, e che è particolarmente indicata per la riabilitazione delle donne operate al seno.
Il progetto “Dragon Boat” a Città di Castello nasce da un’idea di Rossella Cestini, scomparsa lo scorso anno, ex amministratore pubblico locale e regionale, particolarmente attiva nel sociale e nella scuola. L’iniziativa prende avvio nel 2016 grazie alla collaborazione tra l’Associazione Altotevere Contro il Cancro, il Gruppo di auto mutuo aiuto “Farfalle”, la Regione Umbria, la Federazione Italiana Canoa-Kayak, il Canoa Club Città di Castello e l’Usl Umbria 1, insieme al Comune di Città di Castello e CONI Umbria.
L’obiettivo del progetto “Dragon Boat” è quello di mettere a disposizione le strutture del centro federale e campo gara del canoa e portare in acqua, o meglio nel fiume Tevere, in una lunga canoa, le donne che hanno avuto dei problemi a livello oncologico al seno, sono reduci da interventi chirurgici e in prossimità di sottoporsi a un periodo abbastanza lungo di riabilitazione.
Un percorso di riabilitazione nelle acque del Tevere
“E’ utile per la riabilitazione ma soprattutto ci aiuta a superare l’impressione di essere malate. Il “Dragon boat” è un modo per tornare a sentirci sane e condividere il nostro percorso di vita con altre donne e persone che ci sono vicine” è quanto dichiara Daniela Belsoli, portavoce delle “farfalle” dell’Associazione Altotevere Contro il Cancro.
Ogni venerdì pomeriggio, infatti, le atlete, circa venti, armate di pagaie, giubbotti e tanta volontà, si ritrovano sulle sponde del Tevere presso la sede del canoa club di Città di Castello. Dopo aver effettuato alcuni minuti di specifici esercizi a terra, salgono a bordo del “dragone” e iniziano a pagaiare al ritmo dei colpi del “tamburino” e del “timoniere”.
Esse partecipano, quindi, a una vera e propria lezione in acqua lungo il percorso del fiume che dalla sede del canoa club si snoda per circa 500 metri in direzione nord e ritorno. Ad allietare i duri allenamenti delle giovani promesse del Canoa club Città di Castello e delle “farfalle” dell’Aacc c’è spesso l’airone Armandino. “La sua presenza – dicono con il sorriso le “dragonesse” – ci fa sentire protette e sorvegliate”.
Ignozza (Coni Umbria): “La Dragon Boat veicola i valori sani dello sport e dell’inclusione”
“Con orgoglio e rinnovato slancio abbiamo confermato nella nostra programmazione annuale questo bellissimo progetto ereditato dai fondatori e dirigenti di questo glorioso Club, divenuto negli anni un punto di riferimento a livello regionale e nazionale”: lo afferma Nicola Landi, presidente del Canoa Club Città di Castello.
Plauso al progetto a più riprese viene altresì dai vertici nazionali della Federazione Italiana Canoa-Kayak con il Presidente Luciano Buonfiglio e il Presidente del Coni Umbria Domenico Ignozza. “Il Canoa Club Città di Castello e il comune con perfetta sinergia e identità di vedute esprimono – commenta Ignozza – ancora una volta i valori sani della passione dell’inclusione, della solidarietà e della gioia di stare insieme nel rispetto della vita e dell’ambiente.”
Navigando contro il tumore al seno
La storia delle “dragon boat” si riallaccia a miti e leggende orientali incentrate sui draghi. Gli studiosi ritengono che l’origine vada ricercata nel sud della Cina, in particolare nella regione del Chang Jiang verso il 500 a.C ma sembra che gare organizzate si disputassero già molto tempo prima.
Il Dragon Boat è una disciplina appartenente alla Federazione Italiana Dragon Boat e oggi in tutto il mondo è riconosciuta quale sport di beneficio per la salute psicofisica delle donne sottoposte ad operazione al seno in seguito a una diagnosi di carcinoma mammario. Non a caso, negli ultimi 25 anni sono nate centinaia di squadre di Breast Cancer Survivors che gareggiano nelle competizioni internazionali.