23 Apr, 2025 - 22:37

La Cisl Umbria invoca un patto sociale per arginare la povertà: i dati allarmanti del 2025

La Cisl Umbria invoca un patto sociale per arginare la povertà: i dati allarmanti del 2025

La Cisl Umbria ha lanciato un appello per un “patto sociale” volto ad arginare la povertà nella regione. L’invito, formulato il 23 aprile 2025 dal segretario generale uscente Angelo Manzotti durante il congresso del sindacato ad Assisi, giunge in un momento in cui i dati sulla povertà in Umbria destano crescente preoccupazione.

La richiesta della Cisl: un patto sociale contro la povertà

La proposta della Cisl Umbria è chiara: avviare un patto sociale tra istituzioni, parti sociali e attori economici per fermare l’avanzata della povertà sul territorio regionale. Durante il congresso Cisl ad Assisi, Manzotti ha sottolineato come in Umbria si registrino “tante situazioni di povertà” e ha sollecitato un intervento collettivo per invertire la rotta . Nella sua relazione introduttiva, il leader sindacale ha definito il quadro “allarmante”: “Se ci limitiamo alle povertà economiche... il dato è comunque allarmante: ad essere coinvolto infatti è il 14% della popolazione”, ha dichiarato, richiamando “il senso di responsabilità di tutti” per far uscire l’Umbria da questa difficile situazione.

La Cisl chiede un impegno straordinario della politica regionale: Manzotti propone di riconoscere l’Umbria come “Zona economicamente svantaggiata” per attivare incentivi e investimenti speciali a favore dello sviluppo. Inoltre, il sindacato insiste sulla necessità di potenziare le infrastrutture locali e di rilanciare il lavoro dignitoso. Ciò significa, da un lato, interventi mirati su trasporti, digitale e opere pubbliche, e dall’altro garantire salari più alti attraverso il rinnovo tempestivo dei contratti nazionali e una maggiore diffusione della contrattazione aziendale di secondo livello. L’obiettivo, secondo la Cisl, è creare le condizioni per attrarre nuovi investitori e far ripartire l’economia umbra.

Povertà in Umbria: gli ultimi dati Istat e Caritas

I numeri più recenti confermano la gravità del fenomeno povertà in Umbria. Stime aggiornate (CGIA di Mestre su dati Istat) parlano di quasi 120 mila umbri a rischio povertà o esclusione sociale, pari a circa il 14% della popolazione regionale. Sebbene questa incidenza sia tra le più basse d’Italia, rimane comunque elevata e non lontana dalla media nazionale (23% circa). Inoltre, il dato umbro risulta in crescita di circa un punto percentuale nell’ultimo anno, il che equivale a oltre 8 mila nuovi residenti scivolati nell’area del disagio economico.

La dimensione del disagio emerge anche dalle testimonianze sul campo. La Caritas regionale registra un aumento costante delle richieste di aiuto: ad esempio, nella diocesi di Perugia il numero di interventi assistenziali effettuati nel 2023 è cresciuto di oltre l’11% rispetto all’anno precedente. Sempre più famiglie umbre si rivolgono ai centri di ascolto per beni di prima necessità, sostegno economico e altre forme di aiuto, segnalando come la rete di protezione sociale sia messa sotto pressione dalla crisi in atto.

Verso un patto sociale: cause della povertà e sfide per l’Umbria

L’appello della Cisl nasce dalla constatazione che la povertà in Umbria ha radici profonde in alcune criticità strutturali. Da diversi anni la regione presenta indicatori socio-economici poco incoraggianti: il tasso di natalità è crollato a 5,3 per mille abitanti, mentre l’indice di invecchiamento ha raggiunto il 230% (tra i più alti in Italia). La crescita economica è pressoché stagnante, con un PIL regionale fermo a +0,3%, ben al di sotto della media nazionale. Sul fronte del lavoro, la disoccupazione in Umbria supera di circa due punti la media del Paese e la situazione è particolarmente grave tra i più giovani: il tasso di disoccupazione giovanile è passato in pochi anni dal 18%al 26%. Questi fattori alimentano nuove sacche di povertà e disagio sociale, evidenziando la necessità di interventi mirati.

L’idea è quella di un accordo ampio e condiviso che coinvolga Regione Umbria, sindacati, imprese e terzo settore, per mettere in campo strategie comuni di contrasto alla povertà. La Cisl insiste da tempo sull’urgenza di avviare con le istituzioni “un percorso concertativo” che conduca a un Patto sociale condiviso, capace di favorire “crescita, lavoro dignitoso e giustizia sociale”.

Un patto sociale efficace dovrebbe affrontare anche fenomeni come la povertà abitativa, che sta colpendo un numero crescente di famiglie umbre, e potenziare le politiche di welfare locale. Ciò potrebbe tradursi in investimenti mirati, misure per il lavoro (formazione, incentivi alle assunzioni), sostegno diretto alle fasce più deboli e un maggiore coordinamento tra pubblico e privato per rafforzare la rete di protezione sociale. La sfida ora passa alle istituzioni umbre: raccogliere l’appello della Cisl e tradurre le proposte in azioni concrete, per spezzare il circolo della povertà e rilanciare il futuro della regione.

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Francesca Secci
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