Il WWF perugino nei giorni scorsi ha inviato formale diffida al Comune di Todi in merito alle misure adottate per il contenimento dei cinghiali, chiedendone la revoca al sindaco Antonino Ruggiano. A renderlo noto è stato il sindaco stesso. “Dal Wwf viene contestata la “pseudo-motivazione” della presenza di cinghiali” ha spiegato il primo cittadino “senza indicazione del numero e l’età degli ungulati avvistati e la presenza o meno di nuclei familiari.

Nelle premesse, oltre al difetto di motivazione, si contestano, tra l’altro, presupposti quali la possibilità del “differimento degli interventi in altra data” e il “ricorso agli ordinari mezzi offerti dall’ordinamento giuridico”, segnalando come i selecontrolli non facciano che ottenere i risultati opposti a quelli sperati” prosegue la nota.

Diffida respinta dal sindaco di Todi dopo il tema cinghiali

Il sindaco di Todi in risposta alla diffida, ha chiesto all’associazione di collaborare per limitare i pericoli alla pubblica incolumità. Nell’ultimo periodo, numerosissime sono state le segnalazioni ricevute dal Comune sulla massiccia presenza degli animali nelle immediate vicinanza del centro abitato, sia all’interno di esso che nelle zone limitrofe.

I cinghiali lo scorso febbraio, erano stati visti al Parco della Rocca. Da lì era partito l’iter dell’Amministrazione che aveva richiesto un intervento urgente al servizio preposto in Regione. Le ultime operazioni di abbattimento erano state effettuate tra la fine del 2023 e i primi giorni del 2024, a seguito dei molti avvistamenti e poco dopo si è puntualmente ripresentato il problema.

La situazione cinghiali in Umbria

Le campagne e i boschi del cuore verde d’Italia, sono la casa di numerose specie selvatiche. Tra queste, i cinghiali rappresentano sicuramente la popolazione maggiore. Questi ungulati vivono in branchi famigliari e negli ultimi anni, sono diventati sempre più una presenza fissa anche in città, dove si avventurano in cerca di cibo.

A novembre 2023, è stato attuato in Umbria un intervento regionale che ha facilitato l’abbattimento dei cinghiali, allo scopo di contenere i danni creati all’agricoltura. Oltre agli interventi programmati, è stata introdotta la possibilità di richiedere interventi in urgenza ai vari Atc competenti, gli ambiti di caccia territoriali, che intervengono entro un’ora, a esclusione delle ore notturne.

Una soluzione potrebbe essere la sterilizzazione

Non avendo predatori naturali, i cinghiali rappresentano oggi una specie infestante. Storicamente, il contenimento di questi animali, è stato affidato ai cacciatori, che, come accaduto a Todi, ne eseguono gli abbattimenti previsti in base a quanto stabilito dalle Amministrazioni. Un metodo ritenuto crudele, puntualmente contestato dalle associazioni animaliste e ambientaliste.

Poiché da anni si utilizza questo sistema, che comunque non sempre dà i risultati sperati, potrebbe esserci oggi una nuova soluzione che presenta il vantaggio di essere incruenta e priva di danni collaterali per l’ambiente. L’alternativa sembra essere la sterilizzazione degli animali. Nel 2022 il Ministero della Salute aveva stanziato 500 mila euro per un progetto di somministrazione di un vaccino immunocontraccettivo, il GonaCom, di importazione statunitense. La sterilizzazione farmacologica, è stata avviata in diverse parti d’Italia e è tutt’ora in corso.

Non solo cinghiali a Todi

Se le campagne sono alle prese con la difficile convivenza coi cinghiali, in città sono i piccioni che danno fastidio. Già in molte parti d’Italia, soprattutto in Toscana, si impiegano oggi particolari mangimi arricchiti con sostanze sterilizzanti per il loro contenimento. Anche in questo caso, le città che avevano in precedenza optato per l’abbattimento, hanno fatto un passo indietro giudicandolo non risolutivo. Un esempio in tal senso è la città di Barcellona in Spagna, dove a metà degli anni Novanta furono uccisi oltre 100 mila piccioni. Il risultato? I volatili ricostruirono la colonia poco vicino.