Ah, il Natale! La festa più attesa dell’anno, capace di incantare i più piccoli con la sua magia e, perché no, di regalare anche ai grandi una pausa dolce e rigenerante dalla frenesia quotidiana. È il momento in cui le famiglie si riuniscono al caldo, avvolte dal tepore del camino, in attesa di scartare i tanto desiderati regali. Ma prima che quel momento di gioia condivisa arrivi, c’è un altro rituale altrettanto caro alla tradizione: il pranzo di Natale, il fulcro della giornata, dove si celebra l’arrivo del Natale attorno a tavole imbandite con prelibatezze che raccontano vere e proprie storie, di ricette tramandate nel tempo e di sapori che scaldano il cuore.

Anche in Umbria, come in ogni regione d’Italia, il Natale è sinonimo di sapori autentici e tradizioni culinarie che si tramandano di generazione in generazione. Qui, il menù natalizio è una vera e propria celebrazione del territorio, con piatti preparati esclusivamente per questa festività. Ma quali sono le ricette che non possono assolutamente mancare sulla tavola degli umbri?

Oggi, vi portiamo alla scoperta di cinque ricette simbolo della cucina natalizia umbra. Autentiche prelibatezze che raccontano storie di famiglia, tradizioni e la genuinità di una regione che, anche a tavola, non smette mai di stupire.

La galantina di pollo

La galantina è un piatto che incarna perfettamente lo spirito del Natale in Umbria. Amata tanto dai bambini quanto dagli adulti, è la scelta ideale come alternativa al classico paté di fegato.

La ricetta tradizionale prevede l’uso del pollo disossato, ma la galantina può essere preparata anche con altre carni, come il cappone. La carne viene farcita con una miscela di carni miste, uova, aromi e spezie, per poi essere cotta lentamente nel brodo. Sebbene non si tratti di una preparazione complessa, la sua realizzazione richiede pazienza e precisione, dalla delicata operazione di disossamento alla formazione della galantina, che, una volta cucinata, dovrà essere lasciata raffreddare completamente prima di essere tagliata e servita.

La parmigiana di cardi

Contrariamente a quanto si possa pensare, la parmigiana di gobbi non è una semplice alternativa alla parmigiana di melanzane, ma un piatto che affonda le radici in una tradizione secolare, tramandata di generazione in generazione.

La sua preparazione, seppur non particolarmente complicata, richiede una cura meticolosa e una buona dose di pazienza. Il cuore della ricetta è la frittura dei cardi, che vengono accuratamente panati con una miscela saporita di farina e uova. Una volta fritti, i cardi sono disposti a strati, alternati con un sugo ricco e aromatico, arricchito con erbe fresche e carne. Il risultato finale è un piatto dal gusto inconfondibile, capace di conquistare il palato con la sua complessità e intensità, e che nulla ha da invidiare alla versione più famosa con le melanzane.

I cappelletti in brodo di cappone

Guai a confonderli con i tortellini! I cappelletti sono un’autentica prelibatezza della cucina romagnola e emiliana, un piatto che incarna l’essenza della tradizione gastronomica di queste terre. Sebbene esistano numerose varianti nelle dimensioni e nei ripieni, i cappelletti sono diffusi in tutta la Romagna, nelle province emiliane di Ferrara e Reggio Emilia, nonché nelle Marche e in Umbria. Il loro nome deriva dalla forma caratteristica, che richiama quella di un piccolo cappello.

La preparazione dei cappelletti è un’arte che richiede abilità: si inizia tagliando la sfoglia di pasta in quadrati, al centro dei quali viene posto il ripieno. La pasta viene poi piegata a triangolo e, sovrapponendo le due estremità, si ottiene la tipica forma del cappelletto. Tradizionalmente, i cappelletti vengono serviti in un ricco brodo di carne, spesso a base di cappone, perfetto per esaltarne le sue caratteristiche.

Rispetto ai tortellini, i cappelletti si distinguono per la forma più grande, la pasta più spessa e un ripieno che spesso varia, con ingredienti più rustici e decisi. Essi sono, senza dubbio, uno dei piatti simbolo delle feste natalizie italiane, perfetti per combattere il freddo invernale e regalare momenti di autentico piacere a tavola.

Gli spaghetti alla nursina

Gli spaghetti alla nursina sono un piatto che incarna l’essenza della cucina umbra: semplice, gustoso e ricco di tradizione. Perfetto per le feste, questo primo piatto si distingue per la sua prelibatezza e la preparazione veloce, che non richiede tempi lunghi in cucina, ma che sa comunque conquistare con i suoi sapori intensi.

Una leggenda antica e suggestiva lega la nascita di questa ricetta a San Benedetto da Norcia, il santo patrono dell’Umbria. Secondo la tradizione, durante le sue meditazioni in montagna, San Benedetto, noto anche per la sua passione per la buona tavola, si ispirò a creare un piatto che unisse semplicità e gusto. Sebbene la storia rimanga per lo più leggendaria, aggiunge un fascino mistico alla tradizione degli spaghetti alla nursina, conferendo loro un’aura di particolare fascino.

La preparazione del piatto è tanto facile quanto straordinariamente saporita. Il sugo, ricco e profumato, si compone di tartufo nero, acciughe sotto sale, aglio, olio e sale, in una combinazione che, pur nella sua essenzialità, regala un’esplosione di gusto. Nonostante non sia particolarmente elaborato, questo piatto rappresenta una scelta perfetta per chi desidera festeggiare il Natale con un primo piatto diverso, ma che al contempo celebra uno degli ingredienti più pregiati e simbolici della cucina umbra: il tartufo nero.

La Rocciata

La Rocciata è un dolce tradizionale che da secoli accompagna le festività invernali umbre, soprattutto durante la celebrazione di Ognissanti e Natale. Particolarmente diffusa ad Assisi, Spello, Foligno, Bevagna e Cannara, la Rocciata affonda le sue radici in un passato lontano, che si intreccia con le vicende storiche della regione. Si pensa infatti che le sue origini risalgano all’epoca delle invasioni dei popoli nordici, con un legame particolare alla presenza dei Longobardi nel Ducato di Spoleto. È proprio a loro che si attribuirebbe l’introduzione di alcuni degli elementi che compongono questo dolce, e non sorprende quindi che la Rocciata presenti analogie con il più celebre Strudel.

Pur richiamando, per forma e consistenza, il celebre dolce a base di mele e pasta sfoglia, la Rocciata si distingue per il suo ripieno ricco e speziato, che mescola sapori avvolgenti e tradizionali. Al suo interno si trovano mele, noci, uvetta, pinoli, fichi secchi e una generosa spolverata di cannella, il tutto arricchito, a seconda delle varianti locali, da mosto cotto o cacao, che conferiscono al dolce una profondità aromatica unica. La sfoglia che racchiude il ripieno, sottile e croccante, è ottenuta da un impasto semplice ma unico nel suo genere, fatto di farina, olio e acqua, che una volta arrotolato e cotto in forno si trasforma in una deliziosa crosticina dorata.