La vicenda della chiusura del posto di teleconduzione Enel di Villavalle a Terni si complica ogni giorno di più. Comune e Provincia di Terni si confermano gli unici soggetti a difendere con coerenza il presidio, mentre la politica regionale e nazionale appare divisa, tra chi avalla la riorganizzazione e chi esprime preoccupazione per l’impatto sul territorio. “Solo Comune e Provincia hanno difeso la teleconduzione, gli altri sembrano più attenti a salvaguardare poteri forti che il territorio e i lavoratori”, afferma l’assessore allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali.
Secondo Cardinali, i primi scivoloni istituzionali sono arrivati dagli uffici ambiente della Regione Umbria, che ad agosto hanno dato sostanziale via libera alla chiusura, ignorando le criticità ambientali e strategiche sollevate da Provincia, Comune, sindacati e lavoratori. Successivamente, il deputato e portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, ha definito la chiusura addirittura un beneficio per il territorio, in termini di asset industriali e occupazione, in netto contrasto con la posizione dei rappresentanti locali.
Cardinali sottolinea come Provincia di Terni e Comune di Terni abbiano mantenuto una posizione chiara sin dall’inizio: opporsi alla chiusura di un centro nevralgico che monitora sette grandi dighe e circa cinquanta opere idrauliche minori nel bacino Tevere-Nera. “Rimaniamo in attesa dei confronti richiesti con Regione, Governo ed Enel. È fondamentale proteggere il know-how specialistico del presidio, a tutela della sicurezza idraulica, ambientale ed energetica dell’Umbria”, precisa l’assessore.
L’atteggiamento di Enel, che finora ha evitato un confronto diretto con le istituzioni territoriali, amplifica le preoccupazioni. La chiusura del posto di teleconduzione, prevista entro la fine di settembre, comporta la perdita di competenze essenziali per la gestione delle emergenze e aumenta il rischio per ecosistemi già fragili, aggravati dal cambiamento climatico.
Dall’altra parte, Raffaele Nevi minimizza le preoccupazioni e sottolinea l’approccio costruttivo adottato con Enel. “Alcuni esponenti dell’opposizione hanno strumentalizzato temi importanti come lavoro e sicurezza per scopi elettorali. Enel ha fornito ampie rassicurazioni, confermando investimenti e garantendo che la riorganizzazione non avrà alcun impatto sull’occupazione”.
Nevi ricorda come la politica debba vigilare con responsabilità e costruttività: “È importante che istituzioni e aziende lavorino insieme per il bene delle persone e delle comunità locali. Gli investimenti in centrali umbre e officine idroelettriche di Terni dimostrano un’attenzione concreta al territorio e agli asset strategici. La presenza di Enel in Umbria, con 18 impianti idroelettrici e cinque grandi dighe, resta un elemento chiave per l’economia e la sicurezza energetica. Vigilare non significa ostacolare le aziende, ma assicurarsi che operino responsabilmente”.
Le sue parole puntano a rassicurare sul futuro occupazionale e sulla continuità degli investimenti, ma accentuano il contrasto con la posizione della Regione Umbria, che vede nella chiusura un rischio strategico.
La posizione dell’assessore regionale Thomas De Luca non lascia spazio a dubbi. “Le parole di Nevi suonano come la sentenza definitiva della chiusura. È un fatto grave: il Governo non solo prende atto della riorganizzazione, ma la avalla, accettando acriticamente le rassicurazioni di Enel”, dichiara De Luca.
Secondo l’assessore regionale, accettare supinamente la chiusura significa depauperare il territorio e compromettere la sicurezza idraulica e ambientale. “Il Posto di Teleconduzione di Villavalle non è una semplice sede amministrativa: è un presidio vitale per monitorare dighe e opere idrauliche, assicurando interventi tempestivi in caso di emergenze. La perdita del know-how specializzato rappresenta un rischio concreto, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e fragilità degli ecosistemi”.
De Luca critica duramente l’approccio di Nevi, che sottolinea gli investimenti economici ma ignora il valore strategico e operativo del presidio: “Vigilare significa anche proteggere le infrastrutture essenziali, non limitarsi a promuovere investimenti economici. La politica deve bilanciare crescita e sicurezza del territorio, e su questo punto la posizione di Enel e di alcuni parlamentari appare insufficiente”.
In sintesi, la chiusura del posto di teleconduzione Enel di Terni evidenzia una frattura istituzionale e politica: Comune e Provincia mantengono una linea coerente di difesa del territorio, mentre Regione e parlamentari appaiono divisi tra avallo e critica. La vicenda, al di là dei proclami e delle rassicurazioni, pone interrogativi concreti sulla gestione delle risorse energetiche e idrauliche umbre, sul futuro occupazionale e sulla sicurezza ambientale.