Change Makers: sono persone, comunità, organizzazioni che dopo aver identificato un problema della collettività lavorano per trovare una soluzione concreta. La città di Terni è stata scelta come sede della prima Change Makers School, dal Dipartimento di Architettura Roma Tre e finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Prevista anche la collaborazione di docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma e dell’Università Bicocca di Milano. Al centro dei lavori, il rapporto tra il processo di attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e gli interventi alla scala urbana condotti nel distretto di Terni–Narni. Sotto la lente di ingrandimento le opportunità del territorio nella transizione. A partire dal distretto industriale dello sviluppo sostenibile del progetto Turn Urban Re-Generation Terni/Narni. Un’iniziativa che vede 31 aziende del territorio avere raggiunto la certificazione ISO 37101 unica in Italia per la “gestione sostenibile delle comunità“.
Change makers School: chiusura con l’assessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali
La scelta di localizzare a Terni la scuola, è scaturita dal fatto che vi sono imprese locali e multinazionali che ragionano sul come lavorare nell’ottica di sostenibilità e non sul prodotto finale. E all’evento finale ha partecipato anche l’assessore comunale allo sviluppo economico, Sergio Cardinali, con i vertici di Confindustria Umbria. Il direttore Simone Cascioli e Giuseppe Cioffi, ex vicepresidente della sezione di Terni e attualmente consulente dell’ITS UMbria.
“È stata una bellissima giornata per un confronto proficuo con i giovani del Fridays for Future oggi dottorandi – dice l’assessore Cardinali -. Oggi i change makers diventano i veri protagonisti del cambiamento. L’amministrazione cxomunale di Terni è disponibile a dare il massimo contributo ed è pronta ad integrare i propri strumenti e la propria programmazione, secondo i suggerimenti che emergeranno dallo studio. Un occasione questa, come già più volte ribadito, per fare di Terni un esempio nazionale ed europeo. Il tutto in linea con i progetti già in fase di realizzazione“.
A Terni 22 dottorandi per una rete nazionale di giovani studiosi della sostenibilità
Sono stati 22 i giovani dottorandi che hanno partecipato al seminario, cominciato lo scorso 9 aprile e conclusosi con l’evento di sabato. Per loro incontri e lezioni sulla valorizzazione del territorio in chiave di sviluppo sostenibile. Tre le principali proposte emerse: un Forum Territoriale di tutti i portatori di interessi. Che possa individuare bisogni e desideri della Conca ternana, con una prospettiva organica. Allargandola a tutto il territorio Terni-Narni lungo il corso del fiume Nera e l’asse industriale e artigianale. E ancora: la programmazione di azioni sulla mobilità (casa-lavoro), che comprendano innovazione, salute ed educazione. Con un accordo quadro sul trasporto pubblico locale e un progetto pilota. Concentrandosi su una mobilità sostenibile che porti vantaggi alla salute pubblica. Infine, il varo di strumenti per la finanza di impatto. L’idea è quella di cambiare il paradigma del finanziamento privato, introducendo elementi di ESG. Dove la remunerazione del capitale investito sarà legata al raggiungimento degli obiettivi sociali collettivi. Un sistema supprtato da fondi di garanzia come ad esempio Cassa depositi e prestiti.
Le sessioni di lavoro della scuola per attori del cambiamento
Le sessioni di lavoro di questi giorni hanno approfondito iniziative, ricerche e azioni riguardanti i temi della partecipazione e sostenibilità. Dei territori e delle città nella sostenibilità e della finanza sostenibile ad impatto, con l’obiettivo di rispondere ad alcune prime domande. Quali sono le potenzialità e i limiti dei processi di partecipazione e stakeholder engagement nelle politiche per lo sviluppo sostenibile? Come si crea coerenza tra le strategie nazionali per lo sviluppo sostenibile e quelle ideate su scala urbana? Quali sono i metodi, le metriche e gli indicatori utilizzati per la misurazione degli impatti sociali, ambientali ed economici?
Le prime proposte sono sul tavolo. Ora tocca al territorio raccoglierle e trasformarle in azioni concrete.