Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha annunciato il raggiungimento di un milione di firme per richiedere il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata. L’annuncio è stato fatto in occasione della festa di Liberetà, organizzata dallo Spi Cgil di Perugia presso la polisportiva di Casenuove di Ponte della Pietra. Questo importante risultato sarà presentato ufficialmente il 26 settembre, quando il sindacato si farà portavoce delle istanze di milioni di cittadini che vogliono dire la loro sul futuro del sistema autonomista in Italia.

L’incontro, a cui hanno partecipato oltre 400 persone, è stato moderato da Fabrizio Fratini, segretario dello Spi Cgil di Perugia. Inoltre, sono intervenuti diversi relatori tra cui:

  • Simone Pampanelli, segretario della Cgil di Perugia.
  • Mauro Volpi, noto costituzionalista.
  • Lorenzo Mazzoli, segretario nazionale dello Spi Cgil.
  • Costanza Spera, assessora del Comune di Perugia.

Cgil, Landini: “Chiediamo la costruzione di un nuovo modello sociale”

Secondo quanto dichiarato da Landini, l’obiettivo di un milione di firme è stato raggiunto in soli due mesi, un tempo straordinariamente breve per una raccolta di tale portata. La provincia di Perugia ha svolto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo risultato, contribuendo con oltre 7.000 firme raccolte dalla sola Cgil locale. I numeri raggiunti dimostrano un’ampia partecipazione e un forte dissenso popolare verso la riforma dell’autonomia differenziata, percepita da molti come una minaccia per l’unità del Paese e per l’equità nella distribuzione delle risorse.

Landini ha inoltre ribadito l’importanza del referendum come strumento democratico per contrastare leggi considerate dannose. “Con questo referendum e altri, focalizzati sul mondo del lavoro, rimettiamo nelle mani dei cittadini il diritto di poter decidere e di cambiare leggi balorde che sono state fatte, a partire dall’autonomia differenziata”, ha affermato Landini. Il segretario generale ha poi lanciato un appello affinché 25 milioni di italiani partecipino attivamente a questo processo democratico, difendendo la loro libertà attraverso il voto e la partecipazione.

La legge sull’autonomia differenziata è stata oggetto di forti critiche non solo da parte dei sindacati, ma anche da diversi esperti e costituzionalisti. Mauro Volpi, presente al dibattito di Perugia, ha evidenziato come la riforma potrebbe creare un sistema di “regioni a due velocità”, con alcune in grado di garantire servizi pubblici più efficienti rispetto ad altre.

Il rischio maggiore, secondo i detrattori della legge, è che settori fondamentali come sanità e istruzione, delegati alle regioni, possano subire forti squilibri, con conseguenze negative soprattutto per le regioni del Sud e le aree interne del Paese. Il sistema di welfare nazionale potrebbe così frammentarsi, penalizzando i cittadini delle aree meno sviluppate.

La mobilitazione continua

L’iniziativa promossa dalla Cgil non si ferma alla raccolta firme. Il sindacato sta pianificando una serie di azioni volte a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e a mobilitare quante più persone possibile per il referendum. L’obiettivo dichiarato da Landini è ambizioso: portare alle urne 25 milioni di italiani. Per fare questo, il sindacato intende avviare una vasta campagna di informazione che coinvolgerà sia i media tradizionali sia i canali digitali. Il focus sarà incentrato sul mondo del lavoro e delle pensioni, dove l’autonomia differenziata potrebbe avere un impatto particolarmente significativo.

L’appuntamento del 26 settembre rappresenterà una tappa fondamentale di questo percorso. Sarà allora che le firme raccolte saranno presentate formalmente e che si potrà misurare l’effettiva portata della mobilitazione contro una delle leggi più discusse degli ultimi anni. Landini e la Cgil continuano a insistere sull’importanza della partecipazione attiva dei cittadini. Solo attraverso il voto e la pressione democratica sarà possibile fermare un processo che rischia di minare i principi di uguaglianza e solidarietà su cui si basa la Repubblica Italiana. La sfida lanciata dalla Cgil contro l’autonomia differenziata non è solo una questione politica. Riguarda il futuro del sistema di welfare e il mantenimento della coesione sociale.