Stamattina alla Sala dei Notari si è svolta l’assemblea delle assemblee della Cgil perugina. Oltre 300 tra lavoratori e lavoratrici vi hanno preso parte, delegate e delegati di tutte le categorie produttive della provincia. Un’occasione importante per fare il punto della situazione del lavoro nel perugino in vista della grande mobilitazione primaverile. A breve infatti si terranno le elezioni comunali e poco dopo quelle per decretare la presidenza della Regione. La Cgil ha fatto sentire la propria voce.

Chiediamo chiarezza alla politica

Come Cgil, gelosi della nostra autonomia, chiediamo chiarezza alla politica” ha detto il segretario generale di Perugia, Simone Pampanelli. I temi che il segretario ha sollevato riguardano la centralità del lavoro, i diritti, la sanità, la rappresentanza, la contrattazione sociale, lo sviluppo e la distribuzione della ricchezza. “Perché i diritti che vogliamo conquistare e difendere hanno un prezzo e a pagarlo non possono essere sempre lavoratori e pensionati” ha concluso Pampanelli.

Anche il segretario nazionale Pino Gesmundo era presente all’assemblea plenaria. “Mettere insieme tutto il nostro mondo, che è il mondo del lavoro, in un luogo simbolo della democrazia, come questa meravigliosa sala, ha un significato molto importante”. Gesmundo ha parlato poi di quella “narrazione tossica” che ci sarebbe nel Paese. Una narrazione “che vuole raccontare che va tutto bene e che chi invece solleva i problemi è contro l’interesse nazionale”.

Il segretario nazionale è tornato quindi a riflettere sugli scenari politici in atto. Grande è lo sforzo che viene richiesto al mondo sindacale per contrastare il tentativo di oscurare le reali condizioni in cui versa l’Italia. “Il nostro compito è invece quello di farle emergere, per cambiarle” ha concluso.

Anche Luigi Sbarra segretario della Cisl, è intervento a Assisi due giorni fa

Solo due giorni fa, martedì 26 marzo, un’altra città umbra, Assisi, ha ospitato Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl. L’occasione è stata la sua partecipazione all’incontro “Lavoro e Partecipazione” alla “Scuola Socio-Politica Giuseppe Toniolo” della Diocesi di Assisi che si è tenuto presso l’Istituto Serafico, in dialogo con la presidente Francesca Di Maolo.

Sbarra, intervistato in esclusiva da TAG24, ha delineato uno scenario lavorativo italiano per certi versi molto simile a quello individuato oggi dai leader della Cgil. “Il lavoro in questi anni è stato a lungo calpestato”. Le conseguenze sono state evidenti e drammatiche: l’aumento della povertà e della precarietà, l’incremento degli incidenti sul lavoro e infliggendo un prezzo particolarmente salato alle donne “imprigionate in carriere frammentate e part-time involontari”.

Bombardieri della Uil, parole dure contro il precariato e il lavoro sommerso

Lo scorso 5 marzo, in occasione delle celebrazioni per i settanta anni della Uil, al Teatro Brancaccio di Roma, anche il segretario generale Pierpaolo Bombardieri, aveva avuto parole dure sull’attuale situazione del lavoro precario. In Italia, in base agli ultimi dati forniti da INPS e dal Ministero del Lavoro, oltre il 40% degli impiegati sarebbero precari e ben tre milioni sarebbero i lavoratori in nero. “Bisogna agire perché questi fantasmi tornino ad essere persone con un contratto e un lavoro stabile” ha ribadito Bombardieri lanciando così la campagna della Uil contro precariato e lavoro sommerso.

Si prepara una primavera di lotte

La primavera 2024 sembra proprio che porterà a nuove lotte del mondo sindacale, per un lavoro più equo e in cui i diritti diventino protagonisti. Se un’economia richiede tempi, impegni e risorse affinché si registri un reale cambiamento, una proposta in tal senso, l’ha fatta il segretario della Cisl. Secondo Sbarra, infatti l’economia dovrebbe mettersi al servizio delle persone, basandosi su “un nuovo modello di sviluppo, costruendo un’economia sociale di mercato basata su partecipazione, sostenibilità, inclusione, giustizia sociale.” L’obiettivo, ha ribadito nell’intervista, “è di lasciarsi definitivamente il Novecento alle spalle”. Solo così si potrà “entrare pienamente in una stagione di piena ed effettiva democrazia economica”.