Un titolo che ha fatto la storia del cinema e della scena, due protagonisti amatissimi dal pubblico italiano e un teatro che ha appena riacceso i riflettori con entusiasmo. Sabato 8 novembre, alle 21.00, il Teatro Mancinelli di Orvieto accoglie Cesare Bocci e Vittoria Belvedere con “Indovina chi viene a cena”, commedia evergreen dai tempi perfetti e dal cuore sociale, proposta all’interno della stagione “In luce”. Un appuntamento che promette ritmo, ironia e riflessione, con la regia di Guglielmo Ferro e l’adattamento di Mario Scaletta, capace di rinnovare un classico senza tradirne lo spirito.
Nata dalla penna di William Arthur Rose e diventata mito con l’interpretazione di Katharine Hepburn e Spencer Tracy, la commedia affronta il tema del matrimonio “misto” con un tono lieve solo in apparenza. La forza sta nel saper mettere a nudo pregiudizi e ipocrisie familiari senza didascalie, trasformando il salotto in un campo di battaglia affettivo dove ogni battuta pesa. L’edizione firmata da Guglielmo Ferro punta su questa asciuttezza: il dialogo resta il motore dell’azione, ma il sottotesto si fa netto e contemporaneo, perché la società multietnica di oggi rende quelle domande ancora vive.
Lo stesso regista lo rivendica: «Quando mi hanno proposto questo lavoro ne sono subito stato entusiasta. Si tratta di un testo brillante, che però trasmette un messaggio a forte connotazione sociale. L’adattamento di Scaletta ha inoltre sfrondato tutta una parte strettamente legata agli anni ’60, per farne un testo estremamente attuale, anche nel linguaggio più crudo e diretto. Si parla dunque di differenze e di comprensione, termine, quest’ultimo, che preferiamo a quello più restrittivo di tolleranza».
Sul palco del Mancinelli, accanto alla coppia protagonista formata da Cesare Bocci e Vittoria Belvedere un ensemble che lavora per contrasti e sfumature: Federico Roque, Elvira Camarrone, Ira Fronten, Thilina Pietro Feminò e Fatima Romina Ali. A firmare l’adattamento è Mario Scaletta, che compare anche in scena nel ruolo di Padre Ryan, figura-chiave che introduce una dimensione etica e, insieme, una sottile vena comica.
La regia di Ferro cerca l’equilibrio tra tempi comici e scosse emotive: l’idea è quella di un interno domestico capace di farsi specchio del Paese, dove il confronto generazionale e culturale non cancella gli affetti ma li mette alla prova. Le scelte di ritmo e di linguaggio mirano a un pubblico trasversale, dal cinefilo che riconosce l’eco del film alla platea che scopre il testo per la prima volta.
Lo spettacolo rientra negli abbonamenti della stagione “In luce”. Gli ultimi biglietti singoli sono disponibili online su TicketItalia e, da mercoledì 5 novembre, anche in biglietteria al Teatro Mancinelli (orari: 10.30–13.00 e 16.00–18.30). La data di sabato 8 novembre (inizio ore 21.00) si inserisce in un cartellone che abbina grandi titoli e progetti originali.
Il prossimo appuntamento in abbonamento è fissato per domenica 30 novembre alle 18.00 con il riallestimento di “Amleto²”, spettacolo di culto guidato da Filippo Timi con Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Lietti e Gabriele Brunelli. Tra gli eventi fuori abbonamento, dal 20 al 24 novembre è in programma “La seconda stella – Questo è il cammino”, nuovo musical prodotto dalla Compagnia Mastro Titta insieme alla Ultimo Secondo Live Band e ai Cherries on a swing set: un tassello che conferma l’apertura della stagione ai linguaggi popolari, tra musica dal vivo e teatro d’insieme.
“Indovina chi viene a cena” arriva a Orvieto nel momento giusto: in un clima pubblico polarizzato, il teatro riprende la parola e costruisce ascolto. L’operazione di Ferro e Scaletta è un atto di fiducia nella capacità del repertorio di parlare al presente, e il carisma di Bocci e Belvedere garantisce empatia e ritmo. La risata, qui, è un grimaldello per spalancare domande: chi siamo quando le nostre certezze vengono messe alla prova? Quali confini scegliamo di tracciare – o di superare – dentro la famiglia e nella società? Il Mancinelli fa la sua parte, proponendo un titolo che unisce memoria cinefila e urgenza civile. Ed è questo, in fondo, il senso di una stagione teatrale che vuole davvero mettersi “In luce”: accendere i riflettori sulle storie che ci riguardano tutti, oggi.