I consiglieri del Centrodestra in Regione Umbria chiedono il “ritiro immediato” della manovra voluta dalla Giunta Proietti, che introduce oltre 180 milioni di nuove tasse per cittadini e imprese umbre. Per l’opposizione si tratta di una “stangata inutile e dannosa”, destinata a colpire famiglie e comparto produttivo già da gennaio 2026, quando scatteranno gli effetti del provvedimento. La richiesta arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale sui 14,2 milioni di euro del bilancio sanitario regionale utilizzati per l’ARPA Umbria, fondi che ora tornano pienamente disponibili per la sanità pubblica.
La presa di posizione è arrivata in una nota congiunta firmata da Donatella Tesei ed Enrico Melasecche (Lega), Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Laura Pernazza e Andrea Romizi (Forza Italia) e Nilo Arcudi (Umbria Civica).
“Come ribadito anche dal presidente della Sezione Controllo della Corte dei Conti dell’Umbria, Antonello Colosimo, la Giunta Proietti dispone oggi di 14,2 milioni di euro, risorse reali e vincolate alla sanità, frutto della gestione prudente e trasparente della passata amministrazione di centrodestra e civici”, scrivono i consiglieri.
Secondo il Centrodestra umbro, si tratta di fondi che dimostrano come non vi sia alcuna urgenza di introdurre nuove tasse regionali. “Alla luce di questi ulteriori milioni in disponibilità del bilancio sanitario, chiediamo il ritiro immediato della manovra, che si conferma ancora più inutile e che, a partire da gennaio, rischia di mettere in ginocchio famiglie e imprese umbre”, si legge nel comunicato.
I consiglieri sottolineano che “i conti lasciati dalla passata amministrazione erano solidi e in ordine, e la prudenza di allora permette oggi alla giunta Proietti di disporre di un bilancio più forte”. Per l’opposizione, l’attuale manovra rappresenta un “salasso fiscale immotivato da oltre 180 milioni di euro”, che rischia di frenare la ripresa economica regionale.
La vicenda trae origine dalla sentenza n. 150 della Corte Costituzionale, pubblicata pochi giorni fa, che riguarda il trasferimento di 14,2 milioni di euro dal Fondo Sanitario Regionale all’ARPA Umbria nel 2023.
Le ex assessore Donatella Tesei e Paola Agabiti spiegano che l’operazione si basava su una norma regionale del 1998, che per venticinque anni ha permesso di finanziare le attività di ARPA attraverso il Fondo Sanitario Nazionale “senza alcuna criticità o rilievo da parte degli organi di controllo fino al 2023”.
Di fronte alle osservazioni della magistratura contabile, la Giunta Tesei aveva scelto un approccio improntato alla trasparenza e alla responsabilità. “Abbiamo ritirato il rendiconto e istituito un fondo di accantonamento prudenziale di 14,2 milioni di euro, riscontrabile all’allegato H1 del rendiconto del 2023, per garantire che quelle somme non venissero utilizzate fino al chiarimento definitivo”, spiegano le due ex assessore.
Secondo loro, questa scelta ha permesso di “tutelare la correttezza dei conti pubblici senza incidere sui servizi sanitari né sui livelli essenziali di assistenza”. Le risorse, precisano, “sono state inserite nel bilancio regionale, pienamente disponibili per essere riallocate nel bilancio sanitario una volta concluso il procedimento”.
Il centrodestra rivendica anche la legge regionale approvata nel 2024, che ha definitivamente separato i fondi destinati alla sanità da quelli per le funzioni ambientali dell’ARPA. “Abbiamo corretto in modo chiaro e definitivo l’impostazione originaria, mettendo in sicurezza il bilancio regionale e garantendo la piena conformità alle regole di finanza pubblica”, dichiarano Tesei e Agabiti.
La sentenza della Consulta e la conferma della Corte dei Conti vengono così interpretate come la prova della solidità gestionale del passato esecutivo. “L’Umbria è a posto proprio grazie alle scelte fatte allora: una gestione prudente, rispettosa delle norme e orientata alla trasparenza, che oggi consente di affrontare con serenità anche i rilievi formali della Consulta”, concludono.
Per l’opposizione, questi elementi rendono “ingiustificabile e politicamente inaccettabile” la manovra fiscale da 180 milioni di euro annunciata dalla Giunta Proietti, che punta su nuove entrate derivanti da addizionali regionali IRPEF, rimodulazioni delle imposte e tagli ai trasferimenti.