I Carabinieri della Compagnia di Città di Castello hanno arrestato un trentenne evaso da una casa di reclusione in Svizzera lo scorso 9 settembre. L’uomo, noto alle autorità per i suoi gravi precedenti penali, tra cui tentato omicidio, violenza sessuale su minorenne, pornografia minorile, incendio doloso ed evasione, era colpito da un mandato di arresto provvisorio a scopo di estradizione, emesso dalle autorità elvetiche.
L’operazione, che ha visto un’importante collaborazione tra le forze di polizia italiane e svizzere, si è conclusa con l’arresto del latitante, localizzato e fermato a bordo di un camper sulla Strada Statale E45, nei pressi di Promano, in direzione Perugia.
Il 30enne, originario della Svizzera, era riuscito a evadere dalla casa di reclusione dove stava scontando una pena detentiva per i numerosi e gravi crimini commessi. L’evasione è avvenuta il 9 settembre, dando immediatamente il via a una massiccia operazione di ricerca da parte delle autorità svizzere. Considerato estremamente pericoloso e potenzialmente armato, l’uomo era nella lista dei criminali ricercati a livello internazionale.
Il trentenne evaso dal carcere svizzero era alla guida di un camper
La sua fuga ha preso una piega inattesa quando, con l’aiuto della famiglia, è riuscito a mettersi alla guida di un camper con targa svizzera e ha attraversato il confine, rifugiandosi in Italia. La presenza dell’uomo sul territorio italiano è stata comunicata dalle autorità elvetiche alla Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma, che ha subito attivato le ricerche del veicolo e del fuggitivo.
La cattura del latitante ha avuto successo grazie a una cooperazione efficiente e tempestiva tra la Svizzera e l’Italia, facilitata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma. Le autorità svizzere hanno fornito dettagli precisi sul mezzo utilizzato dal fuggitivo e sulla possibile area in cui si sarebbe potuto nascondere.
L’inserimento della targa del camper nella banca dati delle Forze di Polizia italiane ha permesso un monitoraggio costante del veicolo. Il sistema di allerta elettronico ha segnalato la presenza del mezzo sulla Strada Statale E45, vicino a Promano, in provincia di Perugia, permettendo ai Carabinieri di intervenire.
Nel pomeriggio del 18 settembre, i Carabinieri hanno intercettato il camper, che viaggiava a velocità sostenuta. Grazie all’allarme scattato dai dispositivi elettronici, i militari sono riusciti a fermare il mezzo senza complicazioni. Il latitante non ha opposto resistenza durante il controllo, pur sapendo che la sua fuga era giunta al termine.
Una volta fermato, il trentenne evaso è stato condotto presso la caserma dei Carabinieri per le necessarie verifiche. Grazie al coordinamento con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, l’identità del latitante ha avuto conferma. L’uomo, infatti, corrispondeva al soggetto evaso in Svizzera e ricercato per i suoi gravi crimini.
Trovate nel camper diverse migliaia di euro
Durante la perquisizione del camper, i Carabinieri hanno trovato diverse migliaia di euro in contanti, che si presume l’uomo intendesse utilizzare per mantenere la sua latitanza. Il denaro gli avrebbe probabilmente permesso di spostarsi ulteriormente e cercare rifugio in altre zone del territorio, rendendo più difficile la sua cattura.
Al termine degli accertamenti, il 30enne ha raggiunto la casa circondariale di Perugia Capanne, dove lo hanno posto in stato di custodia in attesa delle procedure di estradizione verso la Svizzera. Il Presidente della Corte di Appello di Perugia ha convalidato l’arresto e ha disposto l’applicazione della misura coercitiva, conformemente alle procedure previste per i mandati di arresto internazionali.
Le autorità italiane e svizzere ora collaboreranno per completare le formalità legali necessarie all’estradizione del detenuto, affinché possa essere ricondotto in Svizzera per scontare il resto della sua pena e affrontare eventuali nuove accuse relative all’evasione. La sua permanenza in Italia sarà gestita nel rispetto delle normative sull’estradizione internazionale, con un occhio attento alla sicurezza, data la pericolosità del soggetto.