Sabato 10 maggio si è aperta ufficialmente la prima edizione del Catria Outdoor Festival, evento dedicato alla montagna e alle attività all’aria aperta, ospitato nella splendida cornice di Chiaserna, piccola frazione montana del comune di Cantiano, nelle Marche, ma storicamente e spiritualmente legata a Gubbio, con cui condivide anche la Diocesi.
Un legame antico, fatto di geografie, sentieri, dialetti e santi, che oggi trova una nuova forma nel linguaggio del trekking, dell’equitazione, della fotografia naturalistica, dei sapori locali. E soprattutto, nella volontà di ritessere comunità attraverso il paesaggio.
“Siamo una piccola comunità, ma con un cuore grande come le nostre montagne. E oggi vogliamo mostrarlo al mondo” – ha dichiarato l’Associazione Cantiano 360, promotrice dell’iniziativa.
Il Festival, che si svolge nell’area della Fiera del Cavallo di Chiaserna, ha messo in campo due giornate dense di eventi, pensate per adulti, bambini, sportivi, famiglie e appassionati di natura.
In collaborazione con il Centro ippico La Badia, il Catria Ranch di Giuseppe Travagliati e l’associazione La Selva, si sono svolte escursioni a cavallo sui pendii del Monte Catria, passeggiate naturalistiche sul Monte Petria, laboratori per bambini, dimostrazioni di agility dog con Ikuvium Dogs e spazi dedicati all’intaglio del legno, alla cesteria tradizionale e ai colori naturali.
“È il primo Festival della Montagna pensato in chiave partecipativa: qui si cammina, si gioca, si cucina, si ascolta. Si vive la montagna”, spiegano gli organizzatori.
Tra gli appuntamenti più suggestivi, la camminata dal titolo “La voce degli uccelli appenninici”, un’escursione guidata sul Monte Petria, pensata per imparare a riconoscere i versi e i canti dei volatili in stagione riproduttiva. Un modo poetico e formativo per ascoltare il bosco, con l’aiuto di guide ambientali e ornitologi esperti.
Accanto a questo, laboratori di respirazione consapevole, yoga al tramonto, bird trek notturni, e persino un’escursione all’alba con Qi Gong, per immergersi nel risveglio della natura con corpo e spirito.
Il maneggio ha ospitato molte delle attività più amate: escursioni guidate a cavallo, battesimi della sella, presentazioni della scuola di equitazione, fino alle gare di monta classica e da lavoro veloce. Una vera celebrazione del rapporto millenario tra uomo e cavallo, in un contesto dove le vie della transumanza e i percorsi dei carbonai sono ancora vivi nella toponomastica e nella memoria.
“L’emozione di salire in sella davanti al Catria è qualcosa che non si dimentica. È come tornare bambini nella pancia della terra”, ha commentato una visitatrice da Fano.
Il fotografo naturalista Emanuele Cuccitto ha proposto un laboratorio per bambini e ragazzi dedicato alla fotografia wildlife, guidandoli alla scoperta di impronte, piume, nidi e altre tracce. La mostra fotografica “Arte di Mattia”, a cura di Mattia Romitelli, ha aggiunto un ulteriore tocco estetico con immagini e reperti capaci di raccontare la bellezza selvatica dei luoghi.
Un’intera area del festival è stata dedicata a bambini e famiglie, grazie all’allestimento dell’associazione Albero Maestro, che ha proposto giochi e attività ludiche realizzate con materiali naturali, destrutturati e di recupero, educando alla creatività e al rispetto per l’ambiente.
Tra i laboratori: cesteria, bombe di semi, lettura ad alta voce, tiro con l’arco, e un’area giochi aperta e accessibile a tutti.
Undici attività della ristorazione locale hanno partecipato al festival cucinando piatti con ingredienti a km 0. Protagonista indiscusso il celebre Polentone di Chiaserna, preparato dall’Associazione La Selva secondo la tradizione.
Non sono mancati stand di birre artigianali, dolci locali, formaggi e salumi. Il cibo, ancora una volta, ha unito provenienze e generazioni, seduti sotto i tendoni con vista sui Monti Catria, Acuto e Petria.
Il Campo Base, cuore pulsante del festival, ha ospitato numerosi eventi:
– Lo spettacolare “Show che spacca”, con sculture realizzate in diretta a colpi di motosega,
– L’incontro “Sentieri sicuri” con Vasco Feligni, sullo stato della rete escursionistica dopo l’alluvione,
– Il talk “Inclusive Outdoor” e “I cammini dell’Appennino”,
– Concerti serali, tra cui “Il diavolo e l’acqua santa” e il live dei Clan Banlieu.
“Parlare di montagna non è solo fare sport. È anche riflettere su accessibilità, sicurezza, valorizzazione. E cantare insieme quando cala la sera.”
Il Festival ha previsto anche una lotteria con premi importanti: un viaggio del valore di 2.000 euro e una e-bike tra i più ambiti. L’ingresso è stato gratuito per tutti, con parcheggi comodi, accesso consentito ai cani e servizio sicurezza curato dalla Misericordia di Gualdo Tadino.
Chiaserna dista poco più di 20 chilometri da Gubbio, ma la distanza è solo geografica. Le storie sono intrecciate da secoli: transumanze, legami diocesani, cultura del bosco e della pietra. Il Catria, che si alza maestoso tra le due regioni, è da sempre ponte e non confine.
“Gubbio è presente anche quando non si vede. È nei dialetti, nei santi, nei pellegrinaggi, nella pietra che sale come le nostre mani”, ha detto un anziano volontario del posto.
Il Catria Outdoor Festival non è stato solo un evento sportivo o turistico. È stato un racconto collettivo, un modo nuovo per dire “noi ci siamo”, per rimettere al centro le terre alte, spesso marginalizzate, ma ricche di potenziale.
“Questa è montagna viva. Che non si chiude, ma si apre. Che non dimentica, ma costruisce. E che oggi più che mai ha bisogno di essere ascoltata”, ha concluso il sindaco Alessandro Piccini nei saluti finali di domenica 11 maggio.
Due giorni intensi, pieni di passi, di risate, di mani che intrecciano, di occhi che si alzano verso le cime.
Un inizio. Un ritorno. Una promessa.