La Guardia di Finanza di Perugia ha inferto un duro colpo al traffico di droga nel cuore dell’Umbria. Un’operazione mirata ha portato al sequestro di oltre 16 chili di cocaina a Castiglione del Lago, un bottino che sul mercato avrebbe fruttato più di un milione di euro. Un cittadino albanese incensurato è stato arrestato in seguito a un controllo che ha svelato un traffico illecito ben organizzato, con epicentro proprio nel borgo umbro.
Castiglione del Lago: trovati 16 kg di cocaina per un valore di un milione di euro
L’operazione, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia, è iniziata con un controllo di routine nei pressi di un centro commerciale di Castiglione del Lago. Gli agenti, coadiuvati da un’unità cinofila, hanno fermato un’auto guidata da un cittadino albanese. Nonostante l’uomo fosse incensurato, il suo comportamento ha subito insospettito i militari.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, infatti, il conducente mostrava uno stato di evidente agitazione durante le verifiche. A complicare la sua posizione, il cane antidroga ha segnalato qualcosa all’interno del veicolo. A quel punto, i finanzieri hanno deciso di approfondire i controlli, scoprendo un dettaglio che ha fatto scattare l’allarme. Durante l’ispezione, i militari hanno notato l’assenza del dispositivo di protezione del vano airbag anteriore. Questo dettaglio, spiegano gli investigatori, è spesso usato per creare dei “doppifondi”, compartimenti nascosti utilizzati per trasportare sostanze illecite. Nonostante la perquisizione dell’auto non abbia subito rivelato stupefacenti, il sospetto che l’uomo fosse coinvolto in attività illegali è aumentato.
I finanzieri hanno quindi deciso di estendere i controlli al domicilio del fermato, situato sempre a Castiglione del Lago. È qui che l’operazione ha portato al risultato più significativo.
15 panetti di cocaina trovati in casa a Castiglione del Lago
Nell’abitazione del cittadino albanese, i militari hanno scoperto un vero e proprio tesoro del narcotraffico: 15 panetti di cocaina per un peso complessivo di oltre 16 chili. La droga, già pronta per essere tagliata e distribuita sul mercato, avrebbe avuto un valore all’ingrosso di circa 500 mila euro, ma nelle piazze di spaccio avrebbe superato il milione di euro.
Il sequestro rappresenta uno dei più importanti mai effettuati nella zona. Secondo gli inquirenti, la cocaina era destinata a rifornire le piazze di spaccio locali e di altre regioni, segno di un’organizzazione ben radicata e con collegamenti internazionali.
Questo episodio mette in luce come Castiglione del Lago, conosciuto principalmente per il turismo e la tranquillità, sia anche un crocevia di traffici illeciti. Il sequestro di cocaina per un valore così elevato rappresenta non solo un successo per le forze dell’ordine, ma anche un segnale della presenza di organizzazioni criminali che sfruttano il territorio per i loro affari.
La vicenda sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione e rafforzare i controlli per garantire la sicurezza di una comunità spesso inconsapevole della portata di certi fenomeni.
Operazione della GdF di Terni: 15 lavoratori in nero scoperti
Non solo traffico di stupefacenti: la Guardia di Finanza di Terni ha recentemente smascherato un’altra forma di illegalità, questa volta nel settore del lavoro. Durante un controllo in un’azienda agricola, i finanzieri hanno scoperto che 15 dei 25 dipendenti presenti erano privi di regolare contratto. La pratica illegale, emersa durante le festività natalizie, riguardava attività di confezionamento di articoli regalo.
L’azienda è stata segnalata alle autorità competenti per lavoro sommerso, superando la soglia critica del 10% di irregolarità sul totale del personale. Questo ha comportato non solo una maxi multa di 30 mila euro, ma anche la sospensione immediata dell’attività imprenditoriale. Un duro colpo che si inserisce in un piano di controlli intensificati per combattere il lavoro nero e il caporalato.
Lotta al lavoro sommerso: un fenomeno preoccupante
L’operazione di Terni si inserisce in un più ampio contesto di verifiche che, nella provincia, hanno già portato alla scoperta di 28 lavoratori in nero e 16 irregolari solo nel 2023. La Guardia di Finanza considera il contrasto al lavoro sommerso una priorità per tutelare sia i lavoratori che il mercato, spesso falsato da una concorrenza sleale.
“La piaga del sommerso da lavoro rappresenta una grave forma di illegalità plurioffensiva”, recita una nota delle Fiamme Gialle. Fenomeni come questi non danneggiano solo i dipendenti privi di tutele, ma anche le imprese oneste che rispettano le regole. In questo senso, l’impegno delle forze dell’ordine si dimostra cruciale per riportare legalità e sicurezza nel mondo del lavoro.