Nel giorno dei funerali di Stato per i 3 carabinieri caduti nell'esplosione avvenuta a Castel d'Azzano, in provincia di Verona, durante un'operazione di servizio, anche in Umbria si osserva il lutto nazionale.

Le bandiere, negli edifici pubblici regionali, verranno esposte a mezz'asta per l'intera giornata, in segno di cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e all'Arma dei carabinieri. Il lutto nazionale era stato disposto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
L'Umbria si unisce al dolore per la tragica scomparsa dei 3 carabinieri che hanno perso la vita, durante un'operazione di sgombero. 27 i feriti, tra militari dell'Arma, poliziotti e vigili del fuoco ma nell'esplosione hanno perso la vita il luogotenente carica speciale, Marco Piffari, 56 anni, il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e il brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà, 56 anni,
"La giornata di oggi - si legge in una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - rappresenta un momento di raccoglimento e di riconoscenza per tutte le donne e gli uomini che, con coraggio e senso dello Stato, ogni giorno garantiscono la sicurezza e la tutela delle nostre comunità".
Oggi l’ultimo saluto a Davide, Marco e Valerio: tre carabinieri che hanno servito l’Italia con onore e dedizione fino all’ultimo istante.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 17, 2025
Il loro coraggio, il senso del dovere e l’esempio che ci lasciano non saranno dimenticati. pic.twitter.com/QNsbpZCdUM
Oggi, venerdì 17 ottobre, verrà tributato l'ultimo saluto ai tre carabinieri caduti nell'esplosione avvenuta a un'esplosione a Castel D'Azzano, in provincia di Verona.
I militari hanno perso la loro vita, nel pieno del servizio delle loro funzioni, mentre erano intervenuti nei pressi di un’abitazione, al cui interno c'erano tre persone, quando c'è stata la deflagrazione che ha fatto crollare l'intero casolare di due piani.
I funerali di Stato si svolgeranno alle 16 nella Basilica di Santa Giustina a Padova. Saranno presenti alle esequie saranno le più alte cariche civili e militari della provincia di Padova, il ministro della Difesa Guido Crosetto e anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
All’origine dell’esplosione ci sarebbero i tre fratelli Ramponi: Franco, Dino e Maria Grazia, già fermati dalle Forze dell'Ordine. Per gli inquirenti, avrebbero messo a punto il piano da tempo, costruendo molotov e sparpagliando per la casa bombole di gas, che sono state poi aperte all'arrivo delle forze dell'ordine.
I tre avevano trasformato la casa in una specie di “fortino”, e il blitz delle forze dell'ordine, prevedeva una perquisizione per accertare se vi fossero esplosivi e bottiglie molotov. Dopo alcuni episodi in cui uno dei fratelli Ramponi si era cosparso di benzina, minacciando di darsi fuoco e di usare ordigni incendiari.
A innescare la miccia sarebbe stata Maria Grazia Ramponi, mentre i due fratelli avevano trovato rifugio in una cantina vicina. Sul posto sono intervenuti tutti i carabinieri in servizio dalla Villafranca e da Verona. Sulla vicenda indaga la Procura di Verona, che ipotizza per i tre fratelli il reato di strage.
Dino Ramponi è stato immobilizzato, Franco Ramponi, dopo un tentativo di fuga, è stato trovato disteso su un prato, Maria Luisa Ramponi è invece ricoverata in gravi condizioni all'ospedale, in coma farmacologico per le gravi ustioni riportate nell'esplosione.
Sul fronte giudiziario, invece, nessun passo avanti: i due fratelli Ramponi - Dino e Franco, entrambi detenuti - hanno deciso di non rispondere alle domande del gip del tribunale di Verona. Per la sorella Maria Luisa, che resta intubata in terapia intensiva, è scattata la convalida dell'arresto.