Il tribunale del riesame di Perugia ha chiuso un’udienza particolarmente delicata sulla competenza territoriale nell’inchiesta che punta a far luce su presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia(Dna). Al centro delle accuse ci sono Antonio Laudati, ex sostituto procuratore della Dna, e Pasquale Striano, tenente della Guardia di finanza, figure di rilievo coinvolte in un’indagine che potrebbe avere importanti ripercussioni.
Il nodo principale riguarda la richiesta di arresti domiciliari per entrambi, respinta fino a questo momento. La decisione del riesame, attesa nei prossimi 45 giorni, non scioglie solo il dubbio sulla competenza territoriale ma condiziona direttamente l’evoluzione di un caso che ha già attirato l’attenzione degli ambienti giudiziari e della politica.
I tempi della decisione del tribunale e la situazione di stallo
Al termine dell’udienza, il collegio si è riservato 45 giorni per decidere. La Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha scelto di attendere il pronunciamento del riesame prima di procedere con la trasmissione del fascicolo alla Procura di Roma. L’attività investigativa resta dunque ferma almeno fino alla conclusione delle festività natalizie.
L’avvocato Andrea Castaldo, difensore di Antonio Laudati, ha descritto il quadro come fermo: “La situazione è congelata e in una fase di stallo”. Il legale ha inoltre spiegato che l’assenza di una proroga delle indagini da parte del gip complica ulteriormente l’iter investigativo: “Penso che non possano fare attività d’indagine perché non c’è stata proroga da parte del gip”.
La questione della proroga è centrale. Castaldo ha specificato: “Il giudice non ha deciso né sulla proroga, alla quale avevo fatto opposizione, né sulla retrodatazione dell’iscrizione nel registro degli indagati di Laudati”.
Cinque giorni fa: la decisione del gip
La situazione attuale affonda le radici nella decisione del giudice per le indagini preliminari di Perugia, arrivata cinque giorni fa. Il gip aveva dichiarato l’incompetenza della Procura umbra e accolto l’istanza avanzata dai difensori di Laudati. La richiesta si fonda su una sentenza della Cassazione, che individua nella Procura di Roma la competenzaper le indagini che coinvolgono magistrati della Dna.
“È andata come auspicavamo e avevamo indicato. Il gip ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale e trasmesso immediatamente tutti gli atti a Roma dove riprenderà il procedimento”, ha dichiarato l’avvocato Castaldo. E ancora: “Ha accolto sulla base di un principio che la Cassazione ha indicato ed è stato oggetto della nostra eccezione al riesame. Valutiamo molto positivamente questo passaggio perché avevamo già indicato che Perugia non è competente”.
Nonostante la decisione del gip, la Procura di Perugia ha preferito fermarsi e attendere la pronuncia del tribunale del riesame.
La posizione della Procura
Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, aveva chiarito la linea dell’ufficio subito dopo la decisione del gip. “Una decisione non vincolante e per questo prima di trasmettere gli atti attenderemo la pronuncia del tribunale del riesame, anche se la trasmissione appare l’approdo naturale”, aveva spiegato Cantone. “Quella del gip era una decisione che ritenevamo probabile e non ci stupisce. Ora attenderemo la pronuncia del riesame e poi decideremo come comportarci”.
Al momento, dunque, nessuna nuova attività investigativa verrà compiuta. La scelta di aspettare il riesame si configura come una mossa cautelativa, per evitare ulteriori incertezze procedurali.
La possibile svolta e le prossime tappe
Se il tribunale del riesame confermasse l’incompetenza territoriale, gli atti verrebbero trasferiti definitivamente alla Procura di Roma, dove l’inchiesta riprenderebbe. Anche su questo punto, Castaldo ha precisato: “Abbiamo tra l’altro depositato un precedente della Procura del capoluogo umbro che in un caso analogo si era espressa per la competenza di Roma”.
L’attesa durerà dunque 45 giorni, durante i quali il procedimento resta fermo. L’esito del riesame potrebbe definire non solo la questione della competenza, ma anche riaprire il capitolo delle misure cautelari richieste contro Laudati e Striano. Per il momento, la vicenda è congelata in attesa della decisione finale del tribunale.