La data del 23 gennaio si profila come una tappa rilevante nel percorso giudiziario di Amanda Knox. La Suprema Corteè chiamata a esaminare il ricorso contro la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, che aveva condannato la giovane americana a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. La condanna fa riferimento alle accuse che Knox aveva rivolto all’ex datore di lavoro durante le prime fasi dell’inchiesta sull’omicidio di Meredith Kercher, un evento che aveva scosso l’opinione pubblica internazionale. La pena, però, è già stata scontata grazie ai quasi quattro anni trascorsi in carcere prima dell’assoluzione definitiva per l’omicidio.

L’udienza del 23 gennaio si pone quindi come un passaggio destinato a risolvere, almeno sotto il profilo giuridico, una questione che affonda le sue radici in uno dei casi più discussi degli ultimi anni.

Amanda Knox, la Cassazione valuterà il caso in camera di consiglio

Il procedimento sarà trattato dalla prima sezione della Cassazione in camera di consiglio. Secondo le informazioni raccolte dall’ANSA, non sarà prevista la presenza delle parti, né quella di Amanda Knox né quella di Patrick Lumumba. Questo tipo di procedura si basa esclusivamente sull’esame delle questioni giuridiche poste nel ricorso e non prevede quindi il dibattito in aula.

I legali chiedono l’annullamento della condanna

Gli avvocati di Amanda KnoxLuca Luparia Donati e Carlo Dalla Vedova, hanno avanzato una richiesta formale affinché il procedimento sia discusso oralmente. Nella loro istanza, i difensori hanno chiesto alla Suprema Corte di “annullare la sentenza di condanna per calunnia”. La decisione della Corte d’Appello di Firenze rappresenta un punto di forte contestazione da parte della difesa, che mira a ottenere una revisione della vicenda processuale legata alle dichiarazioni della loro assistita.

Patrick lumumba costituito parte civile

Anche Patrick Lumumba è coinvolto nel procedimento come parte civile, rappresentato dall’avvocato Carlo Pacelli. L’uomo, che era stato inizialmente indicato da Knox come responsabile dell’omicidio di Meredith Kercher, fu scagionato completamente e la sua posizione chiarita già nelle prime fasi delle indagini. Tuttavia, le accuse che lo avevano visto ingiustamente al centro dell’attenzione avevano avuto pesanti conseguenze sulla sua vita privata e professionale, rendendo la vicenda giudiziaria una ferita ancora aperta per lui.

Amanda Knox torna a Perugia: polemiche e tensioni per le riprese di una nuova serie tv

Amanda Knox è tornata in Italia, suscitando reazioni forti da parte della comunità di Perugia e della famiglia di Meredith Kercher. La produzione di una nuova serie televisiva, intitolata Blue Moon e incentrata sulla vita della Knox, ha acceso un dibattito sull’opportunità di riportare alla luce un caso che continua a essere doloroso per molti.

La serie, prodotta dalla stessa Knox per Hulu, sarà composta da otto episodi e racconterà la storia della sua relazione con l’ex fidanzato Raffaele Sollecito, entrambi inizialmente condannati per l’omicidio di Meredith Kercher nel 2007 e poi assolti in via definitiva.

La famiglia Kercher ha espresso il proprio disappunto per l’iniziativa. Francesco Maresca, avvocato della famiglia, ha dichiarato: “Knox continua a guadagnare da questa vicenda. Stavolta non ha remore nel farlo a Perugia, uno dei luoghi meno appropriati per tornare, a 17 anni dalla morte di Meredith”.

Stephanie Kercher, sorella di Meredith, ha aggiunto: “Meredith avrà sempre un’eredità fatta di amicizia e gentilezza che nessun media potrà cambiare”.

La Knox non è l’unica figura femminile al centro di un’attenzione mediatica post-processuale. Schapelle Corby e Gypsy Rose Blanchard, entrambe protagoniste di vicende giudiziarie molto seguite, hanno visto le loro storie raccontate sullo schermo e nei media. La serie Blue Moon, girata nei luoghi che hanno visto consumarsi la tragedia di Meredith Kercher, si configura come l’ennesima produzione che riapre ferite ancora vive per chi è rimasto segnato da quegli eventi.