Il tribunale di Perugia ha disposto una pena di un anno e sei mesi di reclusione per due infermiere che lavoravano presso il centro diurno Forabosco di Collestrada. Le due operatrici, secondo l’accusa, avrebbero omesso di intervenire per impedire che altri colleghi sottoponessero gli ospiti della struttura a episodi di violenza fisica e psicologica. Le vittime, in gran parte giovani affetti da disturbi dello spettro autistico, avrebbero subito gravi abusi in un contesto dove avrebbero dovuto trovare protezione e cura.

Le indagini, avviate in seguito a segnalazioni, hanno portato all’installazione di telecamere nascoste all’interno della struttura da parte dei Carabinieri del Nas. Le immagini raccolte hanno immortalato episodi di violenza che hanno suscitato allarme sociale, documentando situazioni in cui gli ospiti venivano colpiti fisicamente o umiliati verbalmente. In alcuni casi, i pazienti sono stati costretti a restare immobili per ore, strattonati o addirittura obbligati con la forza a compiere azioni che provocavano loro disagio e sofferenza.

Misure alternative e provvedimenti economici

Oltre alla condanna detentiva, il giudice ha imposto alle imputate di versare una provvisionale di 50mila euro a titolo di risarcimento immediato in favore delle vittime. Per accedere alla sospensione della pena, le due condannate saranno tenute a frequentare un percorso di recupero presso un ente assistenziale, obbligo che diventerà operativo solo dopo la conclusione del procedimento giudiziario e la conferma della sentenza.

Caso Forabosco: un’indagine lunga e complessa

Il caso risale a due anni fa, quando le autorità hanno iniziato a indagare sulle attività del centro a seguito di segnalazioni che denunciavano abusi sistematici. I carabinieri hanno installato telecamere nascoste, le cui registrazioni hanno documentato episodi di violenza. In particolare, uno degli operatori è stato ripreso mentre agiva con modalità particolarmente gravi, portando a una condanna a due anni e nove mesi tramite patteggiamento.

L’inchiesta ha portato all’arresto di tre persone, delineando un quadro preoccupante di negligenze e comportamenti inaccettabili all’interno di una struttura destinata alla cura di persone fragili. La raccolta di prove è stata fondamentale per ricostruire i fatti e attribuire le responsabilità.

Un quadro preoccupante emerso dalle indagini

Gli episodi documentati dalle telecamere mostrano un ambiente privo di tutela per gli ospiti del centro, persone particolarmente vulnerabili a causa delle loro condizioni. Tra i casi più eclatanti, un’operatrice avrebbe strattonato ripetutamente un paziente per costringerlo a camminare su un tapis roulant, mentre un altro video riprende ospiti costretti a subire schiaffi o strattoni senza alcuna possibilità di difesa.

Le prove video, insieme alle testimonianze raccolte, hanno avuto un ruolo determinante nel definire l’impianto accusatorio. La sistematicità dei maltrattamenti, unita alla mancanza di intervento da parte degli operatori coinvolti, ha delineato una situazione di abuso tollerata e, in alcuni casi, incentivata da una gestione negligente.

Continuità e riflessioni sul sistema assistenziale

Nonostante la vicenda e le sue conseguenze, il centro Forabosco, gestito dall’impresa sociale Aurap, ha continuato la propria attività senza interruzioni. La gestione della struttura ha dichiarato la volontà di proseguire nel supporto agli ospiti, impegnandosi per garantire condizioni di sicurezza e rispetto.

Il caso ha generato discussioni sulla necessità di un controllo più rigoroso delle attività in strutture simili. La tutela degli ospiti e la verifica costante degli standard di assistenza sono emerse come priorità essenziali per evitare che si ripetano episodi del genere.

La Fondazione AURAP – Impresa Sociale ONLUS è un’organizzazione non profit con sede a Perugia, focalizzata sulla promozione sociale e personale di persone affette da disturbi dello spettro autistico (DSA). Presso il Casale Forabosco a Collestrada, la fondazione gestisce attività diurne di riabilitazione e avviamento al lavoro per giovani con DSA, offrendo laboratori e progetti mirati a sviluppare le loro competenze e favorire l’inclusione sociale.