L’indagine di Perugia che porta avanti il caso dossier sta diventando, giorno dopo giorno ed ora dopo ora, sempre più grosso e rilevante a livello nazionale. Una spirale della tensione che sta coinvolgendo sempre più personaggi pubblici della politica, dello sport, dello spettacolo. Proviamo allora, prima di andare avanti e scoprire tutti gli aggiornamenti di questa vicenda, a riavvolgere il nastro e capire come e perché siamo arrivati a tutto questo.
La situazione
L’indagine condotta a Perugia riguarda l’ipotesi di spionaggio su figure pubbliche di grande rilevanza e, nello specifico, si concentra su un presunto accesso non autorizzato al database delle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS) della Procura Nazionale Antimafia. Pasquale Striano, un finanziere precedentemente in servizio presso la Procura Antimafia, è l’indiziato principale. Secondo le accuse, avrebbe cercato e ottenuto illegalmente informazioni personali relative a queste figure pubbliche.
Tra le ipotesi portate avanti dalla procura di Perugia, che nel frattempo indaga anche su tre giornalisti del giornale Domani, c’è anche quella che Striano possa aver agito per conto di un mandante. Un’ipotesi che non trova ancora conferme. Al momento il fulcro dell’indagine rimane quindi come Striano abbia utilizzato le informazioni ottenute dai database.
Indagine Perugia: chi coinvolge il caso dossier
Alcuni dei personaggi “spiati” li avevamo già rivelati nei giorni scorsi: Francesco Lollobrigida, ministro all’Agricoltura; Marina Elvira Calderone, ministra al Lavoro; Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione; Gilberto Pichetto Fratin, ministro all’Ambiente; e Adolfo Urso, ministro alle Imprese. E poi Matteo Renzi, leader di Italia Viva; Cristiano Ronaldo, ex calciatore della Juventus; Fedez, famoso rapper/influencer; Giuseppe Gravina, Presidente della Federcalcio.
Ed ovviamente Guido Crosetto, ministro della Difesa, il cui coinvolgimento lo lega con un filo rosso alla storia con le inchieste portate avanti dal giornale Domani. E ancora: Giuseppe Conte; Marta Fascina; Claudio Durigon; Fabio Rampelli. E chissà quanti altri.
La procura di Perugia chiedere di essere ascoltata dal Csm
L’aggiornamento più importante, che fornisce riprova di come la storia stia assumendo sempre più i connotati di una cosa grossa, arriva direttamente da Perugia. La procura del capoluogo umbro per mezzo del procuratore capo, Raffaele Cantone, e coadiuvato dal procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, si è rivolta al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
L’obiettivo è quello di ottenere informazioni il quanto più dettagliate possibili, in conformità con la legge, per iniziare a fare luce sul caso dossier. La loro richiesta, infatti, si è estesa anche alla Commissione Parlamentare Antimafia per la Sicurezza della Repubblica. Il Copasir.
L’accusa bipartisan della politica
È presto per capire quali saranno i risvolti politici di questa vicenda così come decideranno, i singoli partiti, di posizionarsi. C’è chi attaccherà sull’attacco? Chi alimenterà una narrazione vittimistica? Vedremo. Nel frattempo, arriva un’accusa bipartisan.
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha detto: “Vedremo cosa ne verrà fuori. Io penso che sia francamente gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge, facendo verifiche su cittadini comuni e non a loro piacimento, per poi passare queste informazioni alla stampa. Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa”.
Non si tira indietro nemmeno la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, che parla di uno scandalo e dice: “Noi abbiamo chiesto di audire sia Melillo sia Cantone. Bisogna evitare che possano ancora accadere fatti di questo tipo. Parliamo dell’accesso illegittimo di 800 persone”.
Al coro si unisce un altro pezzo dell’opposizione, Giuseppe Conte, che ha detto: “La magistratura vada fino in fondo, gli accessi abusivi non sono accettabili. Si faccia luce su questa vicenda. Non è vero che è un attacco al centrodestra, io stesso sono coinvolto. Bisogna andare avanti”.