Sul Caso dossier di cui si sta occupando la Procura di Perugia, il dibattito politico si fa sempre più acceso, soprattutto a fronte della decisione di coinvolgere il Copasir e il Consiglio Superiore della Magistratura. Proprio questa mattina, infatti, il procuratore Raffaele Cantone ha iniziato l’attesa audizione in Commissione Antimafia dopo che ieri era già stato ascoltato Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia. E mentre le indagini proseguono, i politici non stanno a guardare.

Le polemiche sull’abuso del segreto d’ufficio

Il parlamentare di Fratelli d’Italia e sottosegretario per la Giustizia, Andrea Delmastro, ospite ad Agorà su Rai Tre, non ha perso l’occasione per ribadire di non avere mai rivelato alcuna notizia coperta da segreto d’ufficio. “Io ho risposto ad un deputato della Repubblica su dei dati che continuo dire non esser segreti – ha dichiarato a Roberto Inciocchi, conduttore del programma tv – Non ho fatto nessun dossieraggio. Non ho utilizzato un accesso abusivo volto alle indagini per inquinare il dibattito politico”.

Una dichiarazione che ha subito scatenato l’ira di Italia Viva. “Le sedute del Copasir sono segrete per legge” ci ha tenuto a puntualizzare in una nota il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di IV e componente del Copasir.

Da qui, una serie di domande inquisitorie: “Come fa l’attuale senatore Gelmetti, che nella scorsa legislatura non sedeva neppure in Parlamento, ad affermare queste cose, peraltro fornendo versioni pasticciate e correggendosi in corsa? Come fa a ricordare cose di riunioni che per legge sono coperte da segreto, e alle quali lui non ha mai partecipato perché non ne aveva alcun titolo? Dispone forse di canali particolari di informazione, che nel caso sarebbero devianti?“. Infine, l’attacco al partito di Giorgia Meloni: “Siamo in presenza di un inutile e puerile tentativo di Fratelli d’Italia di voler confondere le acque, e seminare zizzania”.

Le accuse di Forza Italia sul Caso dossier

Per Forza Italia è necessario far chiarezza, innanzitutto, sul conflitto d’interessi di Cafiero De Raho. “Le parole ieri del procuratore Melillo, se non lo assolvono dalle mancanze che si potrebbero essere verificate anche durante la sua gestione della Procura antimafia, gettano un’ombra pesante sull’azione di Cafiero De Raho al vertice della Procura nazionale antimafia – ha affermato il capogruppo di FI al Senato, Maurizio GasparriInfatti ieri il Procuratore generale non ha avuto neanche il coraggio di prendere la parola durante una riunione alla quale non avrebbe dovuto nemmeno partecipare“.

In modo particolare, secondo Gasparri “Cafiero De Raho deve giustificarsi del suo operato di Procuratore nazionale antimafia ed il fatto che sia presente nell’Antimafia è inquietante“.

A fargli eco è stato Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Antimafia, intervenendo durante l’audizione odierna in Commissione del procuratore Raffaele Cantone presso il tribunale di Perugia. “Da gennaio 2019 a quasi tutto il 2022 sono stati scaricati 33528 file dalla Dna – ha detto D’Attis – È davvero sconcertante apprendere che il tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, lo abbia fatto senza controlli. Chi comandava la Dna è possibile che non se ne sia accorto? E se così è, è ancora più preoccupante”.

L’accusa del deputato forzista rivolta al procuratore nazionale antimafia è la totale mancanza di controllo dei suoi stessi uffici che coincide, ironia della sorte, con il periodo di reggenza del collega vice presidente De Raho. “Tutto ciò fa emergere un quadro preoccupante e inquietante”, ha aggiunto il parlamentare azzurro.

Anche Noi Moderati entra nel dibattito politico

Nel frattempo, da parte di Noi Moderati emerge forte il desiderio di conoscere quanto prima i mandanti di quanto accaduto. Il presidente Maurizio Lupi ha comunque riconosciuto di aver “apprezzato le parole del procuratore antimafia Melillo perché non ha voluto sminuire la gravità del fatto; anzi, l’ha sottolineata, e questo è un bene per tutti”.

Quello che sta succedendo ai rappresentanti delle istituzioni, spiati senza l’autorizzazione, per creare dossieraggio – ha spiegato Lupi – è una cosa grave che riguarda tutti coloro che amano e apprezzano il valore della democrazia e delle istituzioni, non solo la maggioranza o l’opposizione. Ho letto che c’è anche il mio nome. È come se uno entrasse in casa tua e rubasse, indipendentemente da ciò che prende: c’è violazione nella tua privacy“.