Caso discarica a Terni, dissenso ammesso (per ragioni di coscienza) e nessuna coneguenza politica. Chi si aspettava una rivoluzione in giunta comunale a Terni a 24-48 ore dallo strappo dell’assessore all’ambiente Mascia Aniello, che ha votato contro sulla discarica AST, andrà deluso. Il sindaco Bandecchi non cambia idea e, con un post su Instagram prima di imbarcarsi sul traghetto per la Sicilia, conferma l’assessore ambientalista e blinda l’esecutivo di Palazzo Spada.

Una decisione che pesa, quella del primo cittadino, soprattutto perché arriva a pochi mesi dalle dimissioni, poi ritirate, per recuperare la compattezza del gruppo dirigente di Alternativa popolare a Terni. Stavolta il sindaco Bandecchi ha soppesato le ragioni di coscienza e di convinzione dell’assessore Aniello e le ha contrapposte a quella che lui chiama “la politica dei poltronari“. Ha valutato la coerenza della scelta dell’assessore, che ha una provenienza dall’impegno ecologista e un passato politico nei Cinque Stelle, ed ha ritenuto di non aprire nuovi fronti politici.

Caso discarica, Bandecchi: “Felici di avere in giunta anche un pensiero critico”

Siamo un partito democratico. Siamo felici di avere in giunta anche chi dissente ed esprime un pensiero critico. Magari ci consente di guardare le cose in maniera da un’angolazione diversa e, di volta in volta, di andare nella giusta direzione. Ci dà slancio“.

Stefano Bandecchi, segretario nazionale di Ap e sindaco di Terni, dal camper che lo ha portato in nottata in Sicilia per la campagna elettorale delle Europee detta la linea politica alla sua maggioranza. Ed è quella che chiama una politica diversa, non la politica dei seggiolari. Il niet di Aniello sulla delibera per la discarica AST non lo ha colto di sorpresa. La stessa Aniello, letta la notizia dell’accordo tra Comune e azienda su Tag24 Umbria il giorno precedente, lo aveva chiamato per rappresentargli la situazione. E anticipare il suo voto contrario.

Mascia Aniello – continua Bandecchi – è una persona con una forte motivazione ecologista e non la mette in discussione. Certe tematiche non riesce nemmeno a considerarle, ma la politica di chi non ha coerenza non è la nostra. Siamo un partito democratico: Aniello è nella nostra giunta ma dissente su una delibera. Ho sentito dall’opposizione che non è mai successo a Terni in 30, 40 anni. Queste sono le strategie della vecchia politica. Non ci appartengono“.

La delibera sul protocollo d’intesa sblocca la complessa partita della bonifica e dell’ampliamento della discarica

Insomma, resistono quelle che avevamo chiamato “prove tecniche di dialogo” tra le due anime dell’esecutivo Bandecchi. Di lotta e di governo, si sarebbe detto una volta. Il sindaco tiene insieme le realtà dialogiche, che pure sono trasversali e presenti in tutta la città. Quella di chi vorrebbe chiudere la stagione della Terni città dal DNA industriale, e quella di chi invece è convinto che ambiente e manifattura possano coesistere, con un approccio legato alla sostenibilità sociale e ambientale.

Quello che è certo è che la delibera assunta dall’esecutivo comunale chiude il cerchio sulla bonifica e sull’ampliamento richiesto dall’azienda di viale Brin per continuare la sua produzione. Sui fanghi da conferire c’è anche l’apertura dell’azienda a ridurne il volume, studiare come inertizzarli e cercare di recuperarli.
Il Comune aveva due strade: fare in proprio (dal 2019 ha presentato un progetto di messa in sicurezza con “capping sommitale“, una copertura) o ottenere la disponibilità dell’azienda al finanziamento dell’intervento. Pagherà Arvedi AST con un progetto di landfill mining migliorativo rispetto a quello comunale, che prevede non solo l’isolamento della sommità della discarica, ma il confinamento dell’intero corpo rifiuti all’interno di una impermeabilizzazione completa (con argilla e teli). Costo: oltre 10 milioni di euro. E isolamento che durerà 950 anni invece dei 150 previsti dal regolamento europeo.