La Regione Umbria prova a dare una scossa al sistema delle case popolari, eliminando alcuni paletti che fino ad oggi hanno lasciato fuori troppe famiglie. Niente più residenza obbligatoria per cinque anni e via anche il vincolo dell’incensuratezza per tutti i membri del nucleo familiare. Queste le novità principali del disegno di legge varato dalla Giunta regionale, guidato dall’assessore Fabio Barcaioli, che punta a ridisegnare l’accesso agli alloggi pubblici con criteri più vicini alla realtà.

L’obiettivo è quello di semplificare e ampliare le possibilità di assegnazione degli alloggi popolari, tenendo conto delle nuove direttive giuridiche e delle reali necessità delle famiglie umbre. Stop a cavilli burocratici che complicano la vita a chi ha bisogno di un tetto e via libera a norme più snelle e giuste.

La Regione riscrive le regole del gioco per l’assegnazione degli alloggi pubblici. La riforma, pilotata dall’assessore Fabio Barcaioli, smonta vecchie rigidità e introduce nuovi criteri più aderenti alla realtà, riducendo le esclusioni irragionevoli e garantendo che gli alloggi vadano davvero a chi ne ha bisogno.

Più equità nell’assegnazione delle case popolari

La situazione abitativa in Umbria è una bomba a orologeria. Oltre 4.200 famiglie aspettano un alloggio popolare, un dato che pesa come un macigno su una regione con meno di 900mila abitanti. Anni di immobilismo e norme farraginose hanno lasciato a secco chi avrebbe più bisogno di un tetto, mentre il mercato immobiliare continua a restringere il cerchio delle possibilità. “Questa riforma nasce dalla necessità di correggere alcune rigidità che hanno limitato l’accesso agli alloggi pubblici, penalizzando chi ha un reale bisogno di una casa”, afferma Barcaioli. Serve una sterzata netta per chi vive e lavora qui, ma è costretto a combattere contro una burocrazia miope e regole anacronistiche.

Il sistema attuale sembra fatto apposta per complicare la vita a chi già deve barcamenarsi tra affitti alle stelle e salari fermi al palo. Paletti rigidi e regole che sembrano scritte per escludere più che per includere. “Questa riforma nasce dalla necessità di correggere alcune rigidità che hanno limitato l’accesso agli alloggi pubblici, penalizzando chi ha un reale bisogno di una casa”, ribadisce Barcaioli. Una revisione che si presenta come una boccata d’aria per chi non può più restare ostaggio di leggi scollegate dalla realtà.

Stop al vincolo della residenza quinquennale

Addio alla regola dei cinque anni di residenza obbligatoria. Finora, chi sperava di vivere in una delle case popolari ERS doveva aver vissuto in Umbria senza interruzioni per un lustro, una barriera che ha lasciato fuori troppi aventi diritto. La riforma smonta questa rigidità e introduce un nuovo criterio: un solo anno di residenza, di cui almeno sei mesi nello stesso comune, sarà sufficiente per entrare nelle graduatorie. Una svolta che recepisce le recenti sentenze della Corte Costituzionale e che offre finalmente una chance a chi ha costruito la propria vita sul territorio senza dover attendere un’eternità.

Basta con la logica dell’attesa infinita. Per anni, chi necessitava di un alloggio pubblico si è trovato intrappolato in un requisito anacronistico che imponeva una residenza ininterrotta di cinque anni. Ora il sistema si sblocca: un anno di permanenza, di cui almeno sei mesi nello stesso comune, sarà il nuovo standard. Un passo avanti concreto per chi ha bisogno di un tetto senza dover fare i salti mortali tra contratti precari e affitti proibitivi.

Requisiti penali meno rigidi

Si ridimensiona il criterio dell’incensuratezza, attualmente richiesto per tutti i componenti della famiglia. Con le nuove regole, solo il richiedente dovrà rispettare questo requisito e saranno esclusi dal calcolo i reati minori. Rimarranno invece restrizioni per reati di particolare gravità o di stampo associativo.

Superato il primo ostacolo, il testo passa ora nelle mani delle commissioni, dove inizierà il braccio di ferro tra le forze politiche. Le trattative saranno serrate e ogni parola pesata al millimetro prima di arrivare al voto decisivo.