Le case cantoniere sono un simbolo distintivo del paesaggio italiano, unendo architettura, storia e funzionalità. Nata come struttura di servizio per la manutenzione delle strade, questa rete di edifici ha assunto nel tempo un valore storico e culturale, raccontando l’evoluzione della mobilità e dell’ingegneria stradale nel nostro Paese. Oggi, alcune di queste case, come quelle di Mengara e Rigali, sono al centro di progetti di rigenerazione che puntano a valorizzarle nell’ambito del turismo sostenibile e della mobilità dolce, inserendole nella rete “Cammini e Percorsi” promossa dall’Agenzia del Demanio.
Le case cantoniere furono introdotte in Italia durante il Regno d’Italia, nella seconda metà del XIX secolo, come parte di un sistema di manutenzione stradale centralizzato. Erano destinate a ospitare i “cantonieri”, ovvero i lavoratori incaricati di garantire la manutenzione ordinaria delle strade statali. Il termine “cantoniere” deriva dal francese cantonnier, che indicava il guardiano o manutentore di un tratto di strada, il canton.
Questi edifici erano strategicamente distribuiti lungo le principali vie di comunicazione e si distinguevano per il loro caratteristico colore rosso pompeiano, utilizzato per renderli facilmente identificabili. Ogni casa cantoniere aveva una funzione precisa: custodiva gli strumenti del cantoniere, offriva un riparo per i lavoratori e serviva come punto di controllo e assistenza per i viaggiatori in caso di necessità.
Le case cantoniere sono riconoscibili per il loro colore rosso pompeiano
Le case cantoniere sono riconoscibili per la loro semplicità ed eleganza. Solitamente sviluppate su uno o due piani, sono realizzate in muratura e caratterizzate da finestre simmetriche, tetti spioventi e spazi interni organizzati per ospitare una famiglia o un piccolo ufficio. Il loro design uniforme si adattava al contesto geografico, integrandosi armoniosamente nei paesaggi rurali e montani.
L’interno era spartano ma funzionale, con spazi dedicati alla vita quotidiana dei cantonieri e alla conservazione degli attrezzi necessari per il lavoro: pale, picconi, carriole e materiali per riparazioni stradali.
Con il passare del tempo e l’evoluzione delle tecnologie di manutenzione stradale, il ruolo dei cantonieri si è ridotto, portando molte case cantoniere a perdere la loro funzione originaria. A partire dagli anni ’70, con l’introduzione di macchinari moderni e la centralizzazione delle operazioni di manutenzione, molte case sono state abbandonate, lasciando un patrimonio immobiliare di grande valore storico a rischio di degrado.
Oggi, le case cantoniere stanno vivendo una seconda vita grazie a progetti di valorizzazione come la rete “Cammini e Percorsi”, promossa dall’Agenzia del Demanio. Questo programma mira a rigenerare edifici pubblici, come le case cantoniere, integrandoli con il territorio e assegnandoli a privati attraverso concessioni di lungo periodo.
Punti di riferimento per il turismo sostenibile e per ospitare servizi per i viaggiatori
Nel contesto di questo progetto, le case cantoniere diventano punti di riferimento per il turismo sostenibile, la cultura e la mobilità dolce. Gli edifici ristrutturati possono ospitare servizi per i viaggiatori, come punti di ristoro, strutture ricettive o centri culturali, offrendo nuove opportunità economiche e sociali alle comunità locali.
Tra i progetti di rigenerazione attualmente in corso, spiccano le case cantoniere di Mengara, situata nei pressi di Gubbio, e di Rigali, nel gualdese. Questi edifici sono stati inseriti nella rete “Cammini e Percorsi” e sono ora oggetto di bandi di concessione da parte dell’Agenzia del Demanio.
La concessione sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, tenendo conto delle ipotesi di riuso, della valorizzazione turistica e della sostenibilità energetica. Gli enti privati o i consorzi che presenteranno i progetti più meritevoli avranno l’opportunità di gestire questi beni per un periodo massimo di 50 anni, impegnandosi a recuperarli e a garantirne la fruizione pubblica.
Le case cantoniere rappresentano un ponte tra passato e futuro. Da simbolo della modernizzazione delle infrastrutture stradali, possono ora diventare un elemento centrale delle strategie di sviluppo sostenibile. La loro posizione strategica, spesso lungo percorsi storici, vie di pellegrinaggio e itinerari naturalistici, le rende ideali per accogliere turisti e viaggiatori alla ricerca di esperienze autentiche.
Il recupero delle case cantoniere presenta alcune sfide significative. In molti casi, gli edifici necessitano di interventi strutturali importanti per adeguarsi agli standard moderni di sicurezza e sostenibilità. Inoltre, è fondamentale trovare un equilibrio tra la valorizzazione turistica e il rispetto del loro valore storico e identitario.
Saranno il simbolo della rinascita territoriale, creando nuovi posti di lavoro
D’altra parte, il progetto offre opportunità straordinarie. Le case cantoniere possono diventare simboli di una rinascita territoriale, promuovendo il turismo lento e contribuendo a rivitalizzare aree rurali o marginali. La loro trasformazione in punti di accoglienza, musei o centri culturali può creare nuovi posti di lavoro e stimolare l’economia locale.
Il successo del progetto “Cammini e Percorsi” dipenderà dalla capacità di coinvolgere la comunità e di attrarre investitori privati disposti a impegnarsi nella rigenerazione degli edifici. Le case cantoniere potrebbero diventare veri e propri hub culturali e turistici, contribuendo a costruire una rete di percorsi che valorizzi il patrimonio paesaggistico, storico e culturale dell’Italia.
In un Paese ricco di storia come l’Italia, ogni casa cantoniera racconta una storia unica, fatta di fatica, innovazione e visione. Rigenerarle significa non solo preservare il passato, ma anche costruire un futuro in cui storia e innovazione camminano fianco a fianco.