17 Apr, 2025 - 08:43

Cascia si raccoglie nella fede: il 18 aprile torna la secolare Processione del Venerdì Santo

Cascia si raccoglie nella fede: il 18 aprile torna la secolare Processione del Venerdì Santo

Nel cuore della Valnerina, tra le antiche pietre e i silenzi solenni del centro storico di Cascia, si appresta a fare il suo ritorno uno degli appuntamenti più sentiti e suggestivi della Settimana Santa: la tradizionale Processione del Cristo Morto, in programma per venerdì 18 aprile alle ore 21, con partenza dalla Basilica di Santa Rita

Un evento che trascende il tempo, capace di fondere insieme devozione, tradizione e un profondo senso di comunità, e che da oltre sette secoli rappresenta il culmine del cammino spirituale quaresimale della cittadina umbra.

Tra fiaccole e silenzi: la confraternita che da oltre 700 anni veglia sul mistero del Venerdì Santo

Ad organizzare questo rito tanto antico quanto attuale è la storica Confraternita della Buona Morte, guidata oggi dal Priore Mario Bruni, la cui origine risale all’inizio del Trecento. Nata per dare degna sepoltura ai defunti abbandonati e per assistere i condannati a morte, la Confraternita incarna da sempre i valori della misericordia cristiana e del servizio verso gli ultimi.

La processione, che ogni anno richiama un folto numero di fedeli e visitatori provenienti da tutta l’Umbria e dalle regioni limitrofe, si snoderà come di consueto per le vie del centro storico di Cascia, che per l’occasione verranno illuminate esclusivamente da fiaccole e lumini, in un’atmosfera rarefatta e carica di sacralità.

La liturgia vivente di una città in preghiera

Ad aprire il corteo sarà il Gonfalone della città di Cascia, seguito dalle autorità civili e religiose. Subito dopo, nel silenzio quasi irreale della notte rischiarata dalle fiaccole, faranno il loro ingresso i Penitenzieri: figure misteriose e solenni, avvolte in tuniche e incappucciate, che avanzano scalze, con le catene ai piedi e pesanti croci di legno sulle spalle. Il loro lento cammino, scandito dal suono metallico delle catene che strisciano sulle strade, rappresenta un gesto di aspra penitenza e un’intima partecipazione alla sofferenza di Cristo.

Il cuore della processione è rappresentato dal feretro del Cristo Morto, portato a spalla, che avanza lento tra le strade acciottolate, accompagnato dal canto struggente del "Miserere" e dalle solenni marce funebri eseguite dalla banda musicale cittadina. A seguire, la statua della Madonna Addolorata, che chiude il corteo con il suo sguardo colmo di dolore e compassione, accolta dalla preghiera silenziosa del popolo.

Lungo tutto il tragitto, le stazioni della Via Crucis prendono forma attraverso una coinvolgente rappresentazione teatrale a cura della comunità locale. Adulti, bambini, famiglie intere e associazioni del territorio si fanno interpreti della Passione di Cristo, restituendole corpo e voce in un’azione corale che fonde la dimensione religiosa con quella sociale e identitaria. Una drammatizzazione intensa e partecipata che trasforma la processione in un’esperienza profondamente emotiva, capace di toccare i cuori di credenti e visitatori.

Un appuntamento da vivere con il cuore

Cascia, intimamente legata alla figura di Santa Rita, è da sempre un luogo in cui il sacro si intreccia con la vita quotidiana in modo unico e profondo. Ma è nella processione del Venerdì Santo che questo legame trova la sua espressione più intensa e più tangibile: un momento in cui la città intera sembra sospendersi, come avvolta in una preghiera collettiva che attraversa il tempo.

In un'epoca frammentata, riti come questo si rivelano balsami dell’anima, occasioni preziose per rallentare, ascoltarsi, riscoprire il valore delle proprie radici e lasciarsi permeare dal mistero della fede. Non sorprende, dunque, che la processione attiri ogni anno centinaia di pellegrini e visitatori, attratti non solo dall’intensità emotiva del rito, ma anche dal fascino intramontabile di una città che continua a custodire con orgoglio il proprio patrimonio spirituale, culturale e umano.

Il prossimo 18 aprile, le strade antiche di Cascia torneranno a vibrare del passo lento e solenne dei confratelli, del canto struggente del Miserere, del silenzio carico di significato di una comunità che cammina insieme. Sarà un nuovo pellegrinaggio interiore e collettivo, sospeso tra l'ombra del Venerdì Santo e la luce radiosa della Pasqua, in cui ciascuno sarà chiamato, ancora una volta, a portare la croce — quella della memoria, del dolore, ma anche della speranza — e a farsi testimone vivo di una fede che non smette di parlare al cuore dell’uomo.

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Francesco Mastrodicasa
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