“Il Natale è il tempo in cui il Signore entra nel silenzio della notte e nella fragilità dell’uomo, per donarci la pace”. È il messaggio che madre Maria Grazia Cossu, badessa del monastero di Santa Rita a Cascia, ha affidato all’ANSA in vista delle prossime festività natalizie, rivolgendosi non solo ai fedeli, ma a quanti guardano al Natale come a un tempo di riflessione, raccoglimento e rinnovata speranza. Parole che, nella loro essenzialità, richiamano il significato più autentico della Natività, restituendole una dimensione che va oltre il rito e la tradizione, per farsi messaggio universale di pace e prossimità.
Dal monastero agostiniano umbro, luogo di silenzio e preghiera profondamente legato alla figura di Santa Rita da Cascia, la badessa invita a rileggere il mistero del Natale come un gesto di vicinanza radicale di Dio all’umanità. “Dio che si fa vicino, sceglie l’umiltà e l’amore”, sottolinea madre Maria Grazia, indicando nella nascita di Gesù il segno di una presenza che non si impone, ma si offre con discrezione, entrando nella storia attraverso la fragilità.
Un messaggio che interpella le coscienze e che richiama ciascuno a un cammino personale e comunitario fondato sull’ascolto, sulla misericordia e sulla responsabilità reciproca.
Nel pensiero della badessa, la pace non è una realtà astratta né un obiettivo imposto dall’alto, ma un processo che nasce e cresce nella vita quotidiana. È una pace che, come ricorda, si costruisce “nelle coscienze, nelle famiglie e tra i popoli”, attraverso gesti concreti di riconciliazione e dialogo. Un invito che assume un significato ancora più profondo alla luce delle tensioni e delle divisioni che stanno caratterizzando il mondo contemporaneo, segnato da conflitti armati, crisi umanitarie e nuove forme di povertà.
Il messaggio di madre Maria Grazia si apre anche alle ferite della storia presente. La badessa richiama l’attenzione sulle sofferenze di intere popolazioni colpite dalla guerra e dalla violenza, sottolineando come il Natale non possa essere vissuto in modo disincarnato rispetto alla realtà. “In questo Natale, la preghiera si fa invocazione di pace e di riconciliazione”, afferma, rivolgendo un pensiero particolare a chi vive sotto i bombardamenti, a chi è costretto alla fuga, a chi sperimenta quotidianamente la perdita e la paura.
Nel messaggio natalizio trova spazio anche il riferimento alla vita della comunità delle monache agostiniane di Cascia, che quotidianamente accompagna la preghiera con il lavoro silenzioso e l’accoglienza spirituale dei fedeli.
Il monastero di Santa Rita rappresenta da secoli un punto di riferimento per migliaia di persone che si affidano all’intercessione della santa delle cause impossibili, figura emblematica di riconciliazione, perdono e speranza contro ogni evidenza.
Nel richiamare la figura della santa umbra, la badessa sottolinea come la testimonianza di Rita continui a parlare con forza anche al tempo presente. La sua vita, segnata da sofferenze familiari, violenza e lutti, è divenuta esempio di una pace costruita con pazienza, fede e amore, anche nelle situazioni più drammatiche.
“Santa Rita ci insegna - ricorda la badessa - che la pace è possibile anche quando tutto sembra perduto”. Un insegnamento che, nel tempo del Natale, si fa invito concreto a non cedere alla rassegnazione e a credere nella forza trasformante del bene.
Nel suo augurio conclusivo, madre Maria Grazia invita a vivere il Natale non come un momento isolato, ma come un punto di partenza per un impegno quotidiano a favore della pace, della fraternità e della dignità umana. Un richiamo che unisce fede e responsabilità civile, spiritualità e attenzione al mondo.
Dal silenzio del monastero di Santa Rita, il Natale torna così a farsi parola che interpella tutti, credenti e non, chiamando ciascuno a essere costruttore di pace nel proprio tempo.