Nelle ultime ore sta circolando nel web, e soprattutto sui social un’immagine che sta facendo discutere e indignare gli utenti per un cartello omofobo e razzista. Stando alle informazioni raccolte, sarebbe stato appeso nella cittadina di Gubbio proprio nelle vicinanze di una taverna, in occasione della recente Festa dei Ceri. Tra i vari commenti, c’è chi dice che sia vero, altri invece inneggiano allo “scherzo”. Uno scherzo, però, di cattivo gusto.
Il caso del cartello omofobo e razzista a Gubbio: è tutto da confermare
La foto che sta diventando virale, pubblicata su Facebook e Instagram, è accompagnata da un post di un’utente che esprime profonda preoccupazione per il futuro della festa: “ La foto mi è arrivata in forma anonima, quindi non so neanche dove è stata fatta. Di certo a Gubbio. Mi ha sconvolta. Cosa ne sarà della Festa dei Ceri se iniziasse a prevalere una mentalità di questo tipo?“.
Prosegue, facendo riferimento alla Festa dei Ceri e all’allontanamento dei giovani dalla comunità cittadina: “La Festa è un grande incontro di diverse umanità nel segno dell’amore per il Patrono, oppure una manifestazione che oramai è scollata dal suo senso e viene strumentalizzata da ideologie che non appartengono alla nostra tradizione cittadina. Devono stare molto attenti quei movimenti di destra che fomentano questa visione del mondo, perché probabilmente è una delle cause alla base della fuga da Gubbio di tanti giovani che in questa melma culturale non si riconoscono per niente. Penso soprattutto alle ragazze. Questo cartello è sessista, oltre che tutto il resto. La Festa dei Ceri è sempre stata inclusiva, magari con episodi di intolleranza, di ignoranza, ma mai a questo livello, correggetemi se sbaglio“.
Per chi invece inneggia al gioco, l’utente così conclude: “Non chiamiamole goliardate per favore, non serve sminuirne il significato. Servirebbe invece un grande confronto tra le diverse generazioni e i diversi orientamenti politici, perché la Festa venga salvata dai tentativi di uno dei vari mondi di appropriarsene in questo modo osceno”.
L’episodio ha portato alla luce questioni profonde riguardanti l’identità e i valori della comunità di Gubbio. Mentre alcuni vedono l’immagine come uno scherzo di cattivo gusto, altri la considerano un segnale preoccupante di un cambiamento negativo nella cultura della festa.
Anche la pagina Instagram @nojusticenopeace_italy ha ripreso la notizia e commenta: “Ancora una volta siamo di fronte all’ennesima prova che il razzismo e altre forme di discriminazione sono un problema reale in questo paese”.
Si tratta forse di uno scherzo di cattivo gusto?
Gubbio non è nuova a far diventare virali notizie discutibili. Nel 2022, ad esempio, una notizia riguardante un’intossicazione di massa durante un pranzo a base di pesce in un ristorante della città ha fatto il giro del web, con foto e audio descriventi “scene apocalittiche”. Secondo i racconti, alcuni commensali avrebbero subito gravi attacchi di dissenteria e vomito, con interventi del personale medico del 118 e ambulanze che trasportavano i malati. In seguito è emerso che molti dettagli erano esagerati o completamente falsi.
Le autorità locali e i proprietari del ristorante hanno smentito gran parte delle voci, indicando che non avevano confermato alcuna intossicazione alimentare. L’Ikuvium Big Game Fishing Gubbio e il ristorante coinvolto hanno rilasciato comunicati ufficiali per chiarire che le informazioni diffuse erano prive di fondamento. Il ristorante ha specificato che l’intervento medico era stato necessario per problemi di salute personali di due avventori, non legati al cibo servito.
Anche i carabinieri e la polizia municipale di Gubbio hanno negato qualsiasi coinvolgimento diretto. In quell’occasione dissero che non avevano chiamato nessuna delle loro unità per intervenire in relazione a una presunta intossicazione.
Questo precedente solleva dubbi sulla veridicità del post recente riguardante la Festa dei Ceri. Potrebbe trattarsi di un altro caso di disinformazione amplificata dai social media, dove la velocità di diffusione e la mancanza di verifica possono trasformare un episodio isolato in un caso di allarme pubblico.