23 Apr, 2025 - 17:48

Caro affitti universitari in Umbria: prezzi alle stelle a Perugia e Terni nel 2025

Caro affitti universitari in Umbria: prezzi alle stelle a Perugia e Terni nel 2025

L’emergenza degli affitti per studenti universitari continua a farsi sentire in Umbria. Ad aprile 2025, il costo delle locazioni nelle città universitarie umbre come Perugia e Terni registra aumenti significativi, seguendo un trend nazionale di rialzi. Gli studenti fuori sede faticano a trovare alloggi a prezzi accessibili, e il fenomeno del caro affitti si intreccia con dinamiche economiche e sociali ampie. Di seguito analizziamo i dati più recenti, confrontando la situazione umbra con il resto d’Italia, con cifre aggiornate e fonti ufficiali.

Affitti universitari a Perugia: aumenti a doppia cifra e domanda record

Perugia, storica città universitaria, sta vivendo rincari nei canoni di locazione ben superiori alla media nazionale. Una stanza singola a Perugia costa in media 273 euro al mese, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente . Anche condividere una stanza doppia non è più un vero risparmio: il posto letto in doppia ha raggiunto circa 150 euro al mese, in crescita del 16% su base annua . Questi valori collocano Perugia al di sopra della media italiana in termini di incrementi percentuali, segno di un mercato locale sempre più teso.

A preoccupare è anche la domanda di alloggi studenteschi, schizzata in alto. Mentre a livello nazionale la ricerca di stanze da parte di studenti fuori sede è cresciuta del +27% nel 2024, a Perugia la domanda è aumentata di un notevole 55% . Ciò significa una concorrenza sempre più spietata tra studenti per accaparrarsi le poche stanze disponibili. Non sorprende dunque che già nel 2023 gli studenti avessero manifestato con proteste (le tende piantate davanti alle facoltà) per denunciare l’assenza di alloggi a prezzi accessibili.

La geografia cittadina di Perugia evidenzia forti differenze di costo: le zone più vicine ai poli universitari, come il centro storico e il quartiere Elce, sono le più care, con canoni attorno ai 9,63 euro/m² al mese . In aree più periferiche, ad esempio San Sisto (nei pressi della facoltà di Medicina), le richieste scendono a circa 6,51 euro/m² . Tuttavia, le zone meno costose risultano anche le meno gettonate dagli studenti, che preferiscono alloggiare vicino alle aule. Il risultato è che l’offerta di stanze a prezzo “abbordabile” non riesce a tenere il passo con la domanda.

Un mercato immobiliare in tensione anche a Terni

Anche Terni, seconda città umbra per popolazione e sede di alcuni corsi universitari, non è immune al caro affitti. Tradizionalmente considerata più economica di Perugia, Terni sta vedendo i prezzi di case e stanze per studenti salire rapidamente. Nel centro storico di Terni i canoni superano facilmente i 500 euro al mese per un appartamento di media dimensione, cifre impensabili fino a pochi anni fa . Nelle zone periferiche (come Gabelletta o Borgo Bovio) i prezzi sono più contenuti, ma trovare opzioni sotto i 350-400 euro mensili è sempre più difficile . In breve, il “rifugio sicuro” che Terni rappresentava per chi cercava alloggio a basso costo in Umbria si sta ridimensionando.

Le ragioni di questa impennata sono diverse. In parte, la pandemia ha cambiato le preferenze di molti studenti universitari, spingendoli a rimanere più vicini alle zone d’origine e quindi scegliendo atenei in città medio-piccole come quelle umbre, piuttosto che trasferirsi nelle metropoli più costose . Questo ha aumentato la domanda locale di stanze. Inoltre, l’esplosione degli affitti turistici (B&B, Airbnb, ecc.) ha ulteriormente ridotto la disponibilità di appartamenti tradizionali sul mercato a lungo termine, erosione dell’offerta che ha spinto i prezzi verso l’alto . Si crea così una competizione non solo tra studenti, ma anche con i proprietari che preferiscono affittare ai turisti per periodi brevi.

Confronto con il resto d’Italia: Umbria e altre città a confronto

Il caro affitti non è un problema isolato dell’Umbria: in tutta Italia gli affitti per studenti sono aumentati, anche se con intensità variabili da città a città. Secondo Immobiliare.it Insights, a livello nazionale i prezzi delle stanze singole sono aumentati in media del +7% annuo . La spinta principale viene dall’impennata della domanda di alloggi studenteschi, fenomeno confermato dai dati: +27% su base annua nel 2024 . In alcune grandi città, i costi assoluti sono ben più alti che in Umbria, anche se spesso la crescita percentuale lì è più contenuta. Di seguito alcuni esempi di prezzi medi mensili per una stanza singola nelle principali città italiane (con variazione annuale):

  • Milano: circa 637 € (+4% rispetto al 2023) – la città più cara d’Italia, dove però la domanda ha iniziato a calare leggermente (-1% in un anno) a causa dei prezzi proibitivi;
  • Roma: circa 503 € (+9%) – domanda in forte aumento nella Capitale (+62% in un anno) nonostante i canoni elevati;
  • Firenze: 500-550 € (stima per camera singola, dati Sunia) – una delle città con affitti più alti, con circa 320 € a persona per un posto letto in doppia secondo il sindacato degli inquilini;
  • Bologna: ~515 € (oltre 500 € in media, dato 2023) – altro polo universitario importante, dove i prezzi delle stanze sono appena sotto quelli di Roma;
  • Perugia: 273 € (+11%) – molto più economica in termini assoluti rispetto alle metropoli, ma con incremento annuo superiore alla media;
  • Messina: 265 € (-3%) – esempio di città dove i costi sono rimasti stabili o addirittura in calo, evidenziando forti differenze territoriali.

Come si nota, Perugia ha prezzi nettamente inferiori a quelli di Milano, Roma o Firenze, il che la rende ancora relativamente conveniente in termini assoluti. Tuttavia, l’accelerazione dei rincari percentuali a Perugia (e in Umbria in generale) è stata tra le più alte, segno di un rapido allineamento al trend nazionale di crescita dei canoni. In altre parole, il gap tra le città umbre e il resto d’Italia si sta riducendo sul fronte degli affitti universitari, e non certo perché altrove i prezzi scendano, ma perché anche qui salgono velocemente.

Secondo un’analisi riportata dal Sole 24 Ore, per i 600.000 studenti universitari fuori sede non pendolari l’affitto di un posto letto o di una camera può incidere fino all’80% del budget mensile . Questo significa che la maggior parte delle risorse dello studente viene assorbita dal costo dell’alloggio, lasciando pochissimo margine per altre spese (bollette, libri, trasporti, alimentazione). “Studiare fuorisede è diventato un lusso”, hanno denunciato in molti: non a caso c’è chi evidenzia che mantenere un figlio all’università fuori regione può costare anche 1.000 euro al mese sommando affitto e spese .

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Francesca Secci
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