Non è possibile distinguere l’immigrazione e la guerra. Questo il monito più grande lanciato dal cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ospite d’onore di un convegno tenutosi a Perugia dal titolo «L’immigrazione alla luce dei diritti umani». L’evento si è tenuto ieri, mercoledì 3 aprile 2024, presso l’Università per stranieri di Perugia che lo ha organizzato insieme ad Accademia Focus e Fondazione don Lorenzo Milani.

Gli altri ospiti

Tra gli ospiti alla Stranieri, oltre al cardinale Zuppi, vi erano anche Carlos Garcia de Alba, ambasciatore del Messico in Italia, Pietro Bartolo, eurodeputato e già responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa, Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, e il rettore Valerio De Cesaris.

L’ambasciatore messicano ha enfatizzato che dietro al fenomeno dell’immigrazione: Ci sono esseri umani e quindi i diritti umani devono rimanere sempre al centro di ogni flusso migratorio. Flussi simili coinvolgono numerosi messicani che cercano una nuova vita negli Stati Uniti“. Questo tema sarà cruciale anche nelle prossime elezioni presidenziali: “Da quando sono ambasciatore – ha ricordato Garcia de Alba – circa quattro anni fa, oltre 13 milioni di persone provenienti da tutti i continenti hanno attraversato il Messico, rendendoci il crocevia dell’immigrazione internazionale”.

Le parole di Zuppi a Perugia

Straordinariamente potente, l’intervento del cardinale Zuppi ha lasciato il segno inserendosi nel solco di un momento storico particolarmente tragico dal punto di vista delle guerre. Ragionare di accoglienza e migrazione in un mondo in cui i conflitti stanno crescendo – di numero e di intensità – è sempre più complesso. E Zuppi, prende ad exemplum quanto sta avvenendo in Ucraina. Proprio lì: “sono state accolte decine di migliaia di persone senza nessun problema ma anzi con un senso di attenzione verso chi scappava da quel paese”.

Ma la priorità deve essere quella di evitare i conflitti: “Per diffondere la pace, anche perché non siamo in pace nemmeno noi se non stanno in pace anche gli altri”. In tal senso, Zuppi ha parlato del ruolo dell’Italia: “Credo che in questo l’Italia in particolare abbia molto da dare ma dobbiamo coinvolgere l’Europa. L’Italia è uno dei punti di approdo, non più il primo ma certamente uno dei più importanti, ma l’Europa deve fare la sua parte”.

La questione di Gaza

Impossibile non andare sulla questione di Gaza. La reazione di Israele all’attacco subito da Hamas si sta facendo sempre più violenza e sproporzionata, al punto che anche le parti civili sono ingiustamente finite sotto la tragica morsa offensiva. Zuppi, ha per esempio ricordato il recente episodio in cui hanno perso la vita degli operatori sanitari accorsi a Gaza per prestare soccorso ed assistenza ai civili.

Il cardinale, in questo senso, ha detto: La guerra è sempre cieca. E quando papa Francesco chiede ripetutamente il cessate il fuoco, e come lui tanti uomini di governo, è anche perché poi avvengono sempre delle tragedie così. Immaginiamoci quindi – ha concluso – di quei 30mila morti che ci sono stati quanti sono innocenti. Chiedere di cessare il fuoco è quindi per provare a costruire il futuro e per dare giustizia alle vittime del 7 ottobre”.

Il ruolo dell’Università degli Stranieri di Perugia

Il cardinale Zuppi, tornando a parlare in tema di migrazione, ha quindi encomiato il ruolo importante giocato dall’Università degli Stranieri di Perugia. Le sue parole: “Una città che da 100 anni ha una Università per Stranieri forse dovrebbe insegnare qualcosa, che gli stranieri sono una risorsa e che i problemi vanno affrontati con la cultura e quindi non con la pancia, che li peggiora solo, ma con il cuore e la testa”.