L’Umbria si prepara ad accogliere nelle sue carceri 54 nuovi agenti di polizia penitenziaria. Una buona notizia, finalmente, per quello che riguarda il sistema carcerario della regione che sembra ormai allo stremo. L’annuncio arriva direttamente dai sottosegretari alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, e all’Interno, Emanuele Prisco, che hanno ribadito l’impegno del Governo Meloni per garantire legalità e sicurezza nelle strutture penitenziarie italiane.

Con la conclusione del 184° corso per allievi della polizia penitenziaria, saranno complessivamente 1.327 i nuovi agenti che entreranno in servizio negli istituti di tutta Italia. Di questi, l’Umbria beneficerà di 54 unità suddivise tra Perugia (22), Spoleto (9), Orvieto (1) e Terni (22). “Il loro arrivo”, dichiara Andrea Delmastro delle Vedove, “migliorerà le condizioni lavorative di chi vive il carcere, alleviando le carenze di organico causate dalla grave noncuranza dei governi precedenti”. Il sottosegretario sottolinea anche che queste nuove assunzioni si inseriscono in un percorso più ampio avviato dal Governo, che prevede ulteriori assegnazioni. “2.568 agenti inizieranno il 185/o corso a maggio” – afferma – “mentre, con la firma del nuovo bando allievi agenti del 15 gennaio, è iniziato il reclutamento di ulteriori 3.246 unità”.

Emanuele Prisco, coordinatore di Fratelli d’Italia in Umbria, definisce queste nuove assegnazioni una “preziosa boccata d’ossigeno per gli uomini e le donne in divisa che lavorano negli istituti penitenziari”. E non manca di evidenziare l’attenzione del Governo per le “esigenze del nostro territorio”. Da questo punto di vista, infatti, arriva il suo ringraziamento nei confronti del sottosegretario Delmastro “per il suo instancabile impegno verso la polizia penitenziaria”. Prisco ribadisce anche, infine, la volontà di continuare a lavorare fianco a fianco per il bene del sistema carcerario regionale.

Nuovi agenti nelle carceri dell’Umbria: una buona notizia per una situazione sempre più allarmante

L’arrivo di nuovi agenti nelle carceri dell’Umbria rappresenta una risposta concreta alle molteplici criticità denunciate da tempo dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). Proprio nei giorni scorsi, il carcere di Maiano a Spoleto è stato teatro di un’ennesima aggressione ai danni di un agente. Un detenuto di origine magrebina, noto per i suoi comportamenti violenti, ha aggredito un Assistente Capo nel reparto detentivo, provocandogli la frattura di alcune dita e costringendolo a una prognosi di 30 giorni.

Fabrizio Bonino, segretario del SAPPE per l’Umbria, ha collegato l’episodio alla recente ondata di trasferimenti di detenuti violenti dalle carceri toscane verso quelle umbre. Dal giugno scorso, oltre 70 detenuti ritenuti pericolosi sono stati assegnati al carcere di Spoleto, aggravando una situazione già critica. “La carenza di personale e la crescente tensione tra detenuti e operatori rendono il lavoro della polizia penitenziaria sempre più difficile e pericoloso”, ha dichiarato Bonino. Che sottolinea come le promesse di rinforzi aggiuntivi siano state disattese.

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha usato toni duri per denunciare la situazione: “È uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti e serve un intervento immediato dello Stato per ristabilire ordine e sicurezza”. I 54 nuovi agenti sono una, seppur minima, risposta a questo appello. Anche se Capece ha chiesto riforme strutturali non più rinviabili, tra cui l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e l’adozione di strumenti come bodycam e taser per tutelare gli agenti.

Una crisi sistemica che richiede risposte urgenti

L’emergenza che si registra nelle carceri umbre riflette una crisi strutturale a livello nazionale. Le aggressioni agli agenti, la carenza di personale e l’assenza di interventi strutturali rischiano di compromettere ulteriormente la sicurezza e la dignità del sistema penitenziario.

Il SAPPE ha proclamato lo stato di agitazione per richiamare l’attenzione sui problemi irrisolti e chiedere soluzioni immediate. “Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni”, ha ribadito Capece, chiedendo ai vertici dell’amministrazione penitenziaria e al governo interventi concreti per garantire che le carceri tornino a essere luoghi di riabilitazione e non di violenza.

L’arrivo dei nuovi agenti in Umbria è un primo passo nella direzione giusta, ma il cammino verso una reale soluzione è ancora lungo. La parola ora passa al governo, chiamato a trasformare le promesse in azioni tangibili per rispondere alle esigenze di chi vive e lavora all’interno delle carceri.