La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto carceri, con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto, trasformandolo in legge. Questo decreto introduce diverse misure mirate a risolvere il sovraffollamento carcerario e migliorare le condizioni all’interno delle prigioni italiane. Il decreto prevede l’assunzione di 1.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria e 20 dirigenti penitenziari. Questa misura ha l’obiettivo di rafforzare il personale dedicato alla gestione delle carceri, contribuendo a migliorare la sicurezza e la gestione degli istituti penitenziari. Tra cui, quelli dell’Umbria, regione particolarmente in affanno su questo frangente.
Le disposizioni
Una delle disposizioni chiave è la semplificazione del processo per ottenere la liberazione anticipata, facilitando così il reinserimento dei detenuti nella società. Questa misura intende ridurre il sovraffollamento e promuovere il recupero dei detenuti.
Il decreto introduce anchela figura del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, incaricato di supervisionare e accelerare i progetti di costruzione e ristrutturazione delle carceri. Questo ruolo è cruciale per migliorare le infrastrutture e garantire condizioni di vita più dignitose per i detenuti.
Infine, viene previsto anche un aumento del numero di colloqui telefonici concessi ai detenuti. Questa misura mira a favorire i rapporti familiari e ridurre l’isolamento sociale all’interno delle prigioni, contribuendo al benessere psicologico dei detenuti.
Garante dei detenuti in Umbria contro il decreto carceri
Giuseppe Caforio, Garante dei detenuti per l’Umbria, ha espresso un’opinione critica sul decreto, affermando che “Si poteva e doveva fare di più”. Caforio ha commentato il testo approvato dalla Camera, sostenendo che: “lo possiamo considerare un inizio positivo ma l’opera va completata e la strada è ancora lunga e costellata da tanta sofferenza e degrado umano”.
Ha inoltre sottolineato la gravità della situazione attuale nelle carceri italiane: “Mentre il Parlamento licenziava il decreto carceri, in pari orario vi è stato l’ennesimo suicidio di un detenuto a Prato. Sono 66 dall’inizio dell’anno e si inseriscono in una tragedia generale delle carceri italiane dove ormai questa situazione è diventata ‘normale’. C’è il rischio di assuefarsi a questa realtà e di finir per considerare le tragedie dei numeri sui quali fare solo statistiche”.
Carceri in Umbria: mancano interventi decisivi
Caforio ha poi sottolineato mancanza di interventi più incisivi: “In carcere si muore perché manca tutto a fronte di problemi evidenti (dal caldo estremo al sovraffollamento, alle cimici, alle blatte, alla violenza, alla solitudine) ma soprattutto manca la cultura della speranza che si costruisce ricreando le condizioni perché i detenuti possano pensare di rifarsi una vita o di uscir diversi. Mancano scuole, mancano laboratori, fabbriche interne, collegamenti strutturati con il mondo esterno della produzione o dei servizi. Manca l’umanità della detenzione, e la continuità affettiva”.
Ha poi concluso dicendo che, sebbene il decreto preveda alcune misure positive, c’è ancora molto da fare: “Se è positivo avere previsto l’assunzione di mille agenti della polizia penitenziaria, bene l’aumento delle telefonate come l’avvio dei tossicodipendenti presso le comunità, per il resto c’è ancora da fare e tanto”.
La piaga del sovraffollamento
Il decreto carceri rappresenta un passo avanti significativo nella gestione del sistema penitenziario italiano. Le principali misure includono assunzioni di personale, semplificazione della liberazione anticipata, introduzione di un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria e l’aumento dei colloqui telefonici concessi ai detenuti. Queste disposizioni mirano a ridurre il sovraffollamento, migliorare le condizioni di vita nelle carceri e favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Tuttavia, come sottolineato dal Garante dei detenuti per l’Umbria, Giuseppe Caforio, il decreto rappresenta solo un primo passo e sono necessari ulteriori interventi per affrontare in modo completo le criticità del sistema penitenziario italiano.