La situazione dei penitenziari dell’Umbria ha raggiunto un punto di crisi. Il Sindacato Autonomo Ruolo Agenti Penitenziaria (Sarap), pertanto, chiama a gran voce un intervento immediato del Prefetto Giovanni Bruno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima aggressione ai danni di un poliziotto del carcere di Terni da parte di un detenuto. Si teme un episodio come quello avvenuto il 3 maggio al carcere di Spoleto. Qui alcuni detenuti hanno dato via a una vera e propria rivolta, mettendo a repentaglio la vita degli agenti di Polizia Penitenziaria.
La casa circondariale di Vocabolo Sabbione è afflitta da un grave sovraffollamento e sono fin troppo frequenti gli episodi di violenza. Per questo il sindacato richiede misure urgenti per garantire la sicurezza di tutti gli interni.
Aggressione al carcere di Terni: sovraffollamento e violenza mettono a rischio la sicurezza
Il clima di tensione è stato ulteriormente esacerbato dal recente e violento assalto a un poliziotto penitenziario, avvenuto il 4 maggio. Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di gravi incidenti che mettono in luce la crescente pericolosità all’interno delle mura penitenziarie. “La presente richiesta di intervento del Prefetto per la Polizia Penitenziaria di Terni è motivata da una serie di problemi e criticità riscontrati nell’ambito del sistema penitenziario in oggetto“. Queste le parole che si leggono nella lettera del Sarap a Giovanni Bruno, Prefetto di Terni.
La carenza di personale, inoltre, aggrava la situazione lasciando i lavoratori in condizioni di notevole difficoltà nel gestire l’ordine e la sicurezza. “In primo luogo” – prosegue la nota sindacale – “si evidenzia un grave sovraffollamento, con una popolazione detenuta che supera di gran lunga la capienza della struttura. Inoltre, si registrano frequenti episodi di violenza all’interno del carcere. Ultimo in data 4 maggio quando un poliziotto penitenziario è stato brutalmente aggredito da un detenuto. Sono frequenti anche i fenomeni di sopraffazione tra i detenuti stessi“.
Roberto Esposito, segretario del Sarap, insiste sulla necessità di un intervento diretto e rapido da parte del prefetto. “Non da meno, l’insufficiente presenza di personale di Polizia Penitenziaria risulta non essere adeguata per garantire la sicurezza e la salute dei detenuti. Nonché per prevenire e contrastare eventi critici come fughe e proteste. Pertanto, è necessario un intervento urgente da parte del Prefetto al fine di affrontare queste gravi problematiche che mettono a rischio la stabilità e l’efficacia del sistema penitenziario di Terni“.
La richiesta del Sarap: “Garantire un ambiente sicuro”
L’appello del Sarap va oltre la richiesta di intervento: è un invito a riconoscere la gravità della situazione e a prendere misure concrete. È importante, infatti, che si capisca in quali condizioni stanno lavorando gli agenti della Polizia Penitenziaria di Terni – ma anche di tutta l’Umbria – per arginare altri eventuali episodi di violenza.
“L’intervento richiesto” – continua il Sarap – “ha l’obiettivo di garantire un ambiente sicuro per il personale penitenziario e per i detenuti. Nonché di contrastare il deterioramento della disciplina all’interno del carcere. È auspicabile che la richiesta venga presa in considerazione e che vengano adottate misure concrete con l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare problematiche descritte nel presente documento“.
E in conclusione: “Quanto sopra descritto non è più sostenibile da parte di quel personale che quotidianamente lotta in prima linea, portandolo allo stremo delle forze a causa dell’assenza di capacità di gestione da parte dei vertici della Casa Circondariale di Terni, come già in altre occasioni abbiamo evidenziato”.
Allarme carceri in Umbria, la rivolta di Spoleto
Una rivolta scoppiata nel carcere di Spoleto ha messo nuovamente in luce le difficili condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria. Il segretario nazionale dell’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) Fabrizio Bonino, ha descritto un pomeriggio di alta tensione caratterizzato da gravi episodi di violenza. Quattro detenuti, armati con spranghe di legno, hanno bloccato l’accesso alla sezione, minacciando di morte il personale.
Durante il tardo pomeriggio del 3 maggio, i detenuti hanno tentato di negoziare con la direttrice dell’istituto, non presente in quel momento. Nonostante gli sforzi di mediazione del personale, è stato necessario richiedere l’intervento di un Sostituto Commissario per placare gli animi. La situazione è stata gestita con professionalità, evitando conseguenze più gravi, ma ha evidenziato la mancanza di risorse, inclusa l’impossibilità di applicare il regime di isolamento precauzionale a causa del sovraffollamento.
Anche qui, come nel caso di Terni, la segnalazione del sindacato mette in risalto non solo la necessità di ridurre il numero dei detenuti nella sezione di media sicurezza, ma anche la carenza critica di personale, attualmente inferiore del 40%. Queste condizioni hanno reso ancor più precarie le condizioni di lavoro e il personale è costretto a turni estenuanti senza la possibilità di gestire adeguatamente la sicurezza.