Il ritrovamento della carcassa di un cerbiatto ai bordi della strada che da Piccione conduce a Gubbio ha sollevato numerose domande. La scoperta, avvenuta nei pressi della fermata dell’autobus, al confine fra il territorio comunale di Perugia e quello di Gubbio, ha suscitato preoccupazione e curiosità. La morte dell’animale, avvolta nel mistero, non sembra infatti attribuibile a cause comuni come incidenti stradali o attacchi da parte di predatori.
Il corpo del cerbiatto è stato rinvenuto da un passante che ha immediatamente allertato le autorità competenti che sono subito intervenute per indagare sulla morte. L’animale, che appartiene a una specie protetta, giaceva proprio nei pressi di una fermata dell’autobus, un luogo inaspettato per un ritrovamento di questo tipo. La posizione del corpo, proprio al confine fra Perugia e Gubbio, aggiunge un elemento di complessità all’indagine.
Le prime analisi sulla carcassa del cerbiatto non hanno rivelato segni evidenti di violenza di alcun genere. Non sono state trovate ferite da armi da fuoco, dardi o frecce. Inoltre, la mancanza di danni da investimento – come pezzi di fanale, indicatori di direzione o frammenti di carrozzeria – esclude per il momento la possibilità di un incidente stradale. Anche i segni di attacchi da predatori sono assenti, il che rende ancora più enigmatica la morte dell’animale.
Una delle ipotesi più plausibili è che il cerbiatto possa essere morto a causa di una malattia o di avvelenamento. Malattie come la febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue) o altre patologie possono colpire rapidamente anche gli animali selvatici. In questo caso, si potrebbe rendere opportuna anche una indagine epidemiologica sui capi di bestiame presenti in quella zona. Tuttavia l’avvelenamento, intenzionale o accidentale, non può essere escluso. La presenza di sostanze tossiche nell’ambiente, come pesticidi o erbicidi, molto diffusi in agricoltura, potrebbe aver avuto effetti letali sull’animale.
Carcassa di un cerbiatto: forse morto per cause naturali
Altra possibilità è che l’animale sia morto per cause naturali, come un problema di salute preesistente o un evento fisiologico acuto. Sebbene i cerbiatti siano generalmente giovani e sani, eventi imprevedibili come un infarto possono talora verificarsi.
Anche l’ingestione accidentale di piante tossiche potrebbe aver causato la morte dell’animale. Questa ipotesi richiede un’analisi più approfondita della vegetazione locale unitamente all’analisi tossicologica dei contenuti dello stomaco dell’animale.
Il ritrovamento del cerbiatto morto solleva preoccupazioni per la fauna locale. La zona in cui è stato trovato ospita una ricca varietà di animali selvatici, inclusi molti animali della sua specie e anche daini. La morte inspiegabile di un animale può indicare la presenza di rischi ambientali che potrebbero minacciare anche altri membri della popolazione faunistica.
Per prevenire ulteriori incidenti simili, sarà necessario adottare misure preventive quali un più attento monitoraggio della salute della fauna selvatica in quell’area al fine di rilevare precocemente eventuali epidemie o problemi di salute. Questo potrebbe includere la raccolta di campioni e analisi regolari degli animali trovati morti.
Per precauzione il controllo della presenza di sostanze tossiche
Sarà utile anche il controllo della presenza di sostanze tossiche o piante pericolose nell’ambiente. Questo potrebbe comportare l’analisi del suolo, dell’acqua e della vegetazione per identificare eventuali pericoli nascosti.
È necessaria anche una campagna di informazione sui rischi potenziali e su come contribuire alla protezione della fauna selvatica creando interazione tra residenti e autorità al fine di migliorare la sorveglianza e la protezione dell’ambiente naturale.
La carcassa del cerbiatto ai bordi della strada tra Piccione e Gubbio rimane un mistero che richiede nuove indagini. Sarà compito degli esperti di fauna selvatica, dare una risposta esauriente sulle cause della morte e prevenire futuri incidenti. La misteriosa morte dell’animale mette in evidenza l’importanza di monitorare e proteggere la fauna selvatica, garantendo un ambiente sicuro per tutti gli abitanti, umani e animali, al fine di salvaguardare il patrimonio naturale che li circonda.