Un velo di preoccupazione avvolge il Comando del Gruppo Forestale di Terni, recentemente trasferito in una sede che sta generando forti malumori tra il personale. Lo scorso luglio, in una mossa che appare sempre più affrettata e controversa, i Carabinieri Forestali hanno lasciato la storica sede di via Bramante a Terni per essere riassegnati presso il Comando Provinciale dei Carabinieri. Questo cambiamento, lungi dal risolvere problemi logistici, ha sollevato una serie di criticità. Le quali rischiano di compromettere gravemente l’efficacia e l’identità di questo reparto cruciale nella tutela ambientale.
Criticità che il Sindacato Italiano Militari Carabinieri (SIM) mette in evidenza con una nota in cui emerge tutta l’amarezza del segretario generale dell’Umbria Sergio Pappone.
Spazi inadeguati e identità compromessa per i Carabinieri Forestali di Terni
Il trasferimento ha comportato una radicale ridefinizione degli spazi destinati ai Forestali. Gli agenti si trovano ora costretti a operare in ambienti inadeguati, stipati in un unico stanzone, con uffici frammentati e sparsi tra diversi reparti territoriali. Le sale riunioni e convegni del Comando Provinciale, che potrebbero servire come luoghi di incontro e pianificazione, sono state trasformate in magazzini e uffici sovraffollati. Questa situazione non è solo una questione di spazio fisico: rappresenta una vera e propria erosione dell’identità di un corpo che, da sempre, ha svolto un ruolo fondamentale nella protezione del patrimonio naturale italiano.
Il malcontento tra i Carabinieri Forestali di Terni è palpabile. Questi professionisti – si legge nella nota – già impegnati in un lavoro che richiede dedizione e passione, si trovano ora a dover affrontare una quotidianità lavorativa che rischia di minare la loro motivazione. La provvisorietà della sistemazione attuale, unita all’incertezza sui tempi necessari per adeguare la struttura e la mancanza delle risorse necessarie, ha creato un clima di sfiducia e sgomento. Lungi dall’essere un semplice disagio logistico, questa situazione minaccia di minare il senso di appartenenza e la missione stessa del corpo forestale.
Il segretario generale SIM fa un appello alle istituzioni
Sergio Pappone, Segretario Generale del SIM Carabinieri dell’Umbria, esprime la sua profonda preoccupazione per la piega che sta prendendo la situazione. “L’identità dei Carabinieri Forestali è in gioco“, ha dichiarato Pappone. Sottolineando l’urgenza di un intervento da parte delle autorità competenti. Secondo il Segretario Generale, infatti, le decisioni che hanno portato a questo trasferimento sembrano dettate più da necessità immediate che da una pianificazione a lungo termine. Mettendo a rischio, così, non solo la funzionalità del reparto ma anche la sicurezza ambientale dell’intera provincia. “Non possiamo permettere che il loro lavoro venga sminuito da decisioni impulsive e mal pianificate“, prosegue.
È chiaro che la posta in gioco è alta. Se le istituzioni non intervengono prontamente, si rischia di compromettere la capacità dei Carabinieri Forestali di Terni di svolgere il loro cruciale compito di protezione ambientale. “È fondamentale che le autorità competenti intervengano immediatamente per ripristinare la dignità del nostro personale forestale. Se si continua su questa strada, si rischia di compromettere non solo la funzionalità del comparto, ma anche la sicurezza ambientale della provincia“. Le parole di Pappone risuonano come un monito: è tempo di agire, di restituire al Comando Forestale di Terni la dignità e le risorse necessarie per operare efficacemente. Il SIM CC Umbria ha già annunciato l’intenzione di esercitare, come previsto dalla legge, una visita ispettiva presso la nuova sede, per valutare direttamente le condizioni in cui operano i colleghi della specialità forestale.
In un contesto di crescente preoccupazione per l’ambiente e il territorio, la crisi logistica e identitaria che sta colpendo i Carabinieri Forestali di Terni rappresenta un problema di grande rilevanza. La necessità di garantire a questo corpo le condizioni ideali per svolgere il proprio lavoro non è solo una questione interna. Ma riguarda l’intera comunità e la sua capacità di proteggere il patrimonio naturale. Ci si augura che le istituzioni prendano sul serio questo appello. E agiscano con la massima urgenza per ripristinare una situazione che, altrimenti, rischia di avere conseguenze molto gravi.