Il caos ferroviario che ha travolto il sistema dei trasporti italiani negli ultimi giorni, compreso quello umbro, ha lasciato migliaia di passeggeri bloccati e provocato una vera e propria tempesta politica. Al centro delle polemiche c’è, come prevedibile, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che però respinge con forza le accuse sul caos dei treni e chiede che i veri responsabili paghino. Il nodo centrale? Un errore umano che ha messo in ginocchio la rete ferroviaria. Ma Salvini non accetta di diventare il capro espiatorio.
Salvini sul caos treni: “Non è possibile che un chiodo blocchi mezza Italia”
Il ministro infatti non usa mezzi termini. “Non è possibile che se un operaio alle tre di notte pianta un chiodo nel posto sbagliato, fermi termini e quindi fermi Roma e quindi fermi mezza Italia” ha dichiarato visibilmente irritato davanti ai giornalisti. Salvini ha chiesto immediate spiegazioni e vuole i responsabili di questo disastro. “Ho chiesto i responsabili perché se qualcuno ha sbagliato e ha rovinato la giornata a migliaia di italiani deve rispondere di questi errori” ha tuonato. L’allusione è alla ditta Str92, con sede a Fontana Liri Inferiore in provincia di Frosinone, colpevole del guasto che ha mandato in tilt l’intera rete ferroviaria. Un’azienda che, come specificato sul sito, è specializzata in servizi topografici e ingegneristici nel mondo delle infrastrutture.
Salvini, da parte sua, non si è scomposto di fronte alla pressione politica e mediatica, difendendo il lavoro del suo ministero. Il ministro ricorda: “Noi stiamo investendo 9 miliardi di euro sulla rete, tre miliardi e mezzo sulla manutenzione, abbiamo più di mille cantieri aperti, stiamo comprando nuovi treni“. Ma l’errore umano rimane un fattore che deve essere eliminato o quantomeno limitato al massimo. “È chiaro che se poi c’è un errore umano bisogna limitare la possibilità che accadano” continua il ministro che aggiunge: “Mi sembra che la ditta sia stata allontanata come è giusto che sia”.
Le opposizioni attaccano, Salvini risponde
Come prevedibile, l’incidente ferroviario ha scatenato un’ondata di critiche da parte delle opposizioni. Il Partito Democratico insieme al M5S e Alleanza Verdi e Sinistra hanno chiesto le dimissioni del ministro. Le accuse puntano il dito contro la gestione complessiva del sistema ferroviario, ma Salvini non si è fatto intimorire. “Chiedono le mie dimissioni da due anni perché respiro, perché esisto”, ha ironizzato.
Intervenendo da Perugia, ha poi sottolineato come il suo lavoro sia quello di garantire i fondi necessari per migliorare la rete ferroviaria, non di supervisionare ogni singolo dettaglio tecnico “Mi occupo di approvare leggi e di trovare soldi. Non vado a piantare chiodi, fino a prova contraria”, dice ancora Salvini. Sulle cause del caos ferroviario che ieri ha bloccato mezza Italia sarebbero ora a lavoro gli ingegneri di competenza poiché, come sottolinea il ministro, “non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, i nuovi treni pendolari, gli intercity, l’Alta velocità, la Tav, il Brennero e tutto il resto” per poi veder entrare tutto in crisi per un chiodo.
Per questo motivo conclude dicendo ai giornalisti di aver chiesto “nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Quando ci sarà questa conclusione lo saprete“. Le critiche della sinistra sull’argomento, secondo Salvini, sono quindi solo un tentativo di strumentalizzare la situazione per mettere sotto accusa il governo.