La vicepresidente della Camera ed esponente PD Anna Ascani interviene con forza sulla difficile situazione dei trasporti in Umbria. In una nota diffusa oggi, 9 luglio 2025, la parlamentare umbra ha annunciato di aver presentato un ordine del giorno al decreto infrastrutture per impegnare il Governo a mettere fine al caos dei trasporti in Umbria. In particolare Ascani chiede di ripristinare con urgenza la linea Direttissima per tutti i treni regionali veloci – da mesi costretti a viaggiare sulla linea lenta – e di risarcire i pendolari per i gravi disagi subiti.
Dall’inizio del 2025 numerosi treni regionali veloci (e alcuni Intercity) che collegano l’Umbria, la Toscana e il Lazio con Roma e Firenze sono stati deviati dalla linea Direttissima Firenze-Roma alla più lenta linea convenzionale, a causa di cantieri sulla rete. Quella che doveva essere una misura temporanea – prevista fino a marzo 2025 – si è invece protratta per mesi, provocando ritardi medi di oltre mezz’ora e la limitazione a Orte di diverse corse regionali.
La mobilitazione dei territori non si è fatta attendere: decine di sindaci umbri e toscani hanno protestato denunciando "mesi di silenzi e mancate risposte" da parte di RFI e chiedendo un confronto urgente con il Ministero. Le comunità locali temono che deviazioni inizialmente provvisorie diventino definitive, escludendo stabilmente i convogli regionali e Intercity dalla Direttissima per riservarla solo ai treni Frecciarossa.
Ascani parla di un vero e proprio diritto alla mobilità negato per gli umbri. "Tra ritardi, cancellazioni, disservizi e mancanza di informazioni puntuali, agli umbri viene negato il diritto alla mobilità e si condanna all’isolamento un’intera area del Paese", accusa la deputata.
Anche Umbria e Toscana avevano avvertito che spostare tutti i regionali sulla linea lenta comporterebbe un forte aumento dei tempi di viaggio verso Roma e Firenze, penalizzando pendolari, studenti e lavoratori delle aree interne. Inoltre, un servizio regionale così rallentato rischia di spingere molti viaggiatori verso l’auto privata o sui treni AV più costosi, aggravando le spese di trasporto.
Ascani ha deciso di portare la questione all’attenzione nazionale, accusando il Governo di immobilismo e invocando un intervento immediato: "L’esecutivo non può più rimanere a guardare". Con tale ordine del giorno, Ascani impegna formalmente il Governo a ripristinare la piena operatività della Direttissima per tutti i regionali veloci e a prevedere misure di ristoro per i pendolari.
La deputata umbra auspica inoltre che la maggioranza sostenga l’iniziativa, assumendosi la responsabilità di risolvere una situazione ormai divenuta insostenibile: "Mi auguro che la maggioranza sostenga l’Odg e che il Governo si assuma la responsabilità di risolvere una situazione ormai diventata insostenibile".
L'Umbria ha investito circa 175 milioni di euro nell’acquisto di 12 nuovi convogli elettrici dotati di sistema ERTMS e capaci di viaggiare a 200 km/h. Questi treni dovrebbero entrare in servizio nel 2026, pensati per sfruttare la Direttissima.
Tuttavia, se la Direttissima rimanesse vietata ai regionali, i nuovi mezzi finirebbero sulla linea lenta, senza poter sfruttare le loro prestazioni. Sarebbe – denunciano gli assessori ai trasporti di Umbria e Toscana – un caso di "ingenti investimenti pubblici vanificati" e di "treni moderni ricevuti senza poterli utilizzare sulla linea per cui sono stati pensati". La stessa Ascani rileva che così "si disperdono ingenti risorse" investite dalla Regione, i cui nuovi treni rischiano di restare confinati sulla linea lenta.