Quando si parla di tradizione e cultura popolare, è impossibile non pensare all’arte del canto e della danza: due espressioni che, quando eseguite in armonia, creano un linguaggio unico, capace di raccontare storie, emozioni e valori di una comunità. In questo articolo, vi guideremo attraverso un affascinante viaggio nelle tradizioni popolari, alla scoperta dei canti popolari dell’Umbria più diffusi.

Sant’Antolin de legno

“Sant’Antolin de legno de pregatte non so’ degno”. Con queste parole si apre uno dei canti popolari più iconici e tradizionali dell’Umbria, intonato ogni anno il 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. In questa giornata, è tradizione che molti cittadini portino i loro animali al parroco per ricevere la benedizione.

Originario di Spoleto, questo canto racchiude in sé una preghiera popolare, quasi una supplica scherzosa, in cui si invoca la protezione del santo per gli animali, figure centrali della vita rurale. Erano loro a sostenere il lavoro nei campi, fornire il cibo, i materiali per i vestiti, e spesso a rappresentare un valore insostituibile, al punto che – come racconta ironicamente il canto – erano considerati persino più preziosi di un coniuge.

Canto alla Mietitora

Il “Canto alla mietitora,” o “alla Todina” – per la sua diffusione a Todi – è una delle più antiche testimonianze di canto rustico medievale, tramandata oralmente nel periodo della mietitura, che iniziava con San Giovanni. Fino agli anni ’70, questa forma canora risuonava lungo buona parte del versante adriatico dell’Appennino, in Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e persino in Romagna, con varianti nel Lazio e in Toscana (dove è noto come “Stornelli toscani alla mietitura”).

Questo tipo di canto è spesso chiamato “a vatoccu” o “a batoccu” – “a bitoccu” nelle Marche, dove sono anche noti come “Canti alla falciatora.” Il termine “batoccu” si riferisce al batacchio delle campane, e la denominazione sembra essere stata ispirata proprio dall’alternanza di due voci che si rispondono, in un ritmo quasi percussivo: due voci maschili, oppure una maschile e una femminile, o persino due coppie di voci.

Si tratta di un canto a polivocalità primitiva, simile al “discanto,” e in genere segue la struttura degli stornelli, basati su due endecasillabi ripetuti, creando una melodia semplice ma evocativa.

Le Ragazze Pretolane

Pretola – o, in dialetto perugino, Prètla – è una piccola frazione a pochi passi da Perugia, la cui tradizione rivive nel canto popolare “Le Ragazze Pretolane”. Questo canto, profondamente simbolico, narra storie semplici della vita di paese e dei suoi personaggi, le giovani donne di Pretola, protagoniste della vita comunitaria.

Analizzando la struttura e il tono, “Le Ragazze Pretolane” si rivela una classica stornellata, senza messaggi nascosti o ambizioni particolari: si tratta di una rappresentazione schietta e vivace, creata per evocare, con leggerezza, la quotidianità e l’immaginario collettivo del passato. È un canto che ci invita a immergerci in un mondo lontano, permettendoci di conoscere, seppure idealmente, l’essenza delle ragazze di Pretola e la loro presenza nella memoria storica del paese, che si mantiene tutt’ora viva e presente nel contemporaneo grazie alle giovani ragazze originarie di Pretola.

Le Olivare

Meno conosciuto, ma perfettamente in sintonia con il periodo a cui ci avviciniamo, “Le Olivare” è un canto tradizionale legato alla raccolta delle olive, che rivela la fatica e l’importanza di questa attività dal punto di vista femminile. Questo canto racconta la durezza del lavoro nei campi, un aspetto essenziale della vita rurale e contadina.

Ecco un estratto significativo del testo, che riflette il ritmo del lavoro e la dedizione delle donne:

“Alla matin bon’ora se sente a zoccolà
Saranno le olivare lerì, saranno le olivare lerà”

Alcune menzione d’onore

Ci tengo a sottolineare che i brani da me trattati rappresentano solo una minima parte del repertorio di canti popolari che l’Umbria custodisce gelosamente. Per questo, di seguito, vi propongo una selezione di altri canti, lasciandovi immergere ancor più a fondo nel cuore della cultura umbra.

  • Le Pasquarelle
  • Al suono di chitarra e mandolino
  • Le undici ore
  • Colgo la rosa
  • Me lo dai sto fazzolettino
  • Buonasera miei signori
  • Lamento per la guerra
  • Teresina
  • Oh Cannaiola