06 May, 2025 - 15:03

Cantamaggio, a Cipolleto un ponte tra generazioni nel segno della tradizione

Cantamaggio, a Cipolleto un ponte tra generazioni nel segno della tradizione

A Cipolleto, piccola frazione del comune di Gubbio, si è rinnovata la tradizione del Cantamaggio. Un nutrito gruppo di amici infatti, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio si è dato appuntamento per “andare a cantare il Maggio”. In questo caso, la particolarità rispetto a tanti altri gruppi, è quella che vi partecipano anche dei bambini, figli ovviamente dei "maggiaioli".

Un ponte tra generazioni

Il Canto del Maggio è un patrimonio collettivo, di musica, allegria e spontaneità. Un appuntamento da tramandare di padre in figlio, un vero ponte tra generazioni: “Quello che conta sono le tradizioni e di farle apprezzare ai più piccoli -dice Stefano, tra i primi fondatori del gruppo-. Siamo degli amici che ormai da tre anni si ritrovano per stare insieme in questo appuntamento, grazie anche al nostro grande fisarmonicista Matteo, che allieta la nottata casa per casa, per portare avanti come detto, la tradizione”.

 

Il Canto del Maggio a Gubbio

Il Cantamaggio è una celebrazione folcloristica eugubina, diffusa anche in quasi tutta l'Italia Centrale e in altre regioni italiane. E' un appuntamento che si tiene ogni anno nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio e le sue origini si perdono nella notte dei tempi, perché si intrecciano con le feste pagane in onore della Primavera e, prima ancora, con i riti tribali osannanti al ritorno della buona stagione e quindi al risveglio della natura. Ogni zona ha abitudini e modi propri di interpretarlo. Quello eugubino per esempio, si caratterizza per il suo spirito spontaneo e particolarmente allegro. Oggi è consuetudine che gruppi di "maggiaioli" partano a piedi nella notte del 30 aprile e passino di casa in casa, fino al mattino, per cantare strofe allegre, primaverili, di saluto, ma anche d'amore, ricevendone poi buona ricompensa, “pagata” in cibo casereccio, proprio come avveniva in origine. Un tempo inoltre, chi partecipava, portava con sè anche un ramo  del "Maggio", una pianta dai fiori gialli a grappolo, spesso attaccata al cappello di paglia come quello che usavano i contadini per andare nei campi a lavorare. Sicuramente il “cantare il maggio” testimoniava il desiderio di festeggiare l'arrivo della Primavera, che rappresentava la rinascita della natura dopo il freddo dell'Inverno e la ripresa delle attività produttive e ovviamente di tutto il mondo vivente, uomo compreso. Negli anni poi, la tradizione si è trasformata in una occasione per cantare un inno al nuovo mese che sta entrando e per sfoggiare le proprie doti canore e di improvvisazione. Un momento semplice, ma di grande valore che univa grandi e piccini.

Ad Assisi il Calendimaggio

La Festa di Calendimaggio di Assisi dura tre giorni. Per alcuni decenni la data è stata sempre la stessa: dal 29 aprile al primo maggio, così come la tradizione del Calendimaggio medievale imponeva. Poi, da ormai diversi anni, si è deciso di celebrare la Festa in una data fluttuante, per evitare la coincidenza con altre celebrazioni laiche. Per cui il Calendimaggio si svolge nei primi mercoledì, giovedì, venerdì e sabato di maggio che non comprendano il primo maggio. Nel pomeriggio, prima di incontrarsi nella piazza del Comune, le due parti partecipano alla “Benedizione dei Vessilli”, che per la Parte de Sotto ha luogo nella Basilica di San Francesco, mentre per la Parte de Sopra nella Cattedrale di San Rufino. Si tratta di cerimonie religiose molto brevi ma sentite, alle quali non partecipa sempre una gran quantità di costumanti, ma di fatto è l’ultimo momento intimo che le parti vivono prima di cominciare la sfida. Per questo è avvertibile un’atmosfera di tensione e di commozione insieme. Inoltre, la “Benedizione dei vessilli” è l’unico momento religioso di una Festa assolutamente profana. Dopodiché si va in Piazza del Comune per “La Consegna delle Chiavi”.

 

 

 

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Emanuele Giacometti
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