“Ho appena dato disposizioni in consiglio comunale di scrivere la seconda lettera alla regione che non vuol pagare a questo comune il canone idrico che a noi spetta”. È quanto ha dichiarato Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa popolare, in un video pubblicato sui suoi canali social questa mattina, lunedì 15 aprile, nel corso della seduta del consiglio comunale a Palazzo Spada.
“E meno male che abbiamo anche una centrale idroelettrica ma d’altronde l’opposizione di destra questo si è inventata” ha detto Stefano Bandecchi nel suo videopost. Il riferimento è alla centrale idroelettrica “Galleto – Monte Sant’Angelo” che si trova nel comune di Terni, nei pressi della frazione di Papigno, in Valnerina.
“Addirittura girano voci che i soldi ce li daranno dopo le elezioni regionali” ha aggiunto il primo cittadino di Terni. Bandecchi ha, quindi, rivolto un appello direttamente alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, in cerca di spiegazioni: “Ora, sto dicendo a tutti, così anche i giornalisti sanno cosa scrivere, sto per far mandare un’altra lettera. Pregherei anche la presidente di regione di occuparsi di come mai a noi non arrivano i nostri soldi“.
“Di solito arrivavano verso febbraio – ha precisato, ancora, Stefano Bandecchi, dopo un breve consulto in diretta con l’assessore competente – è finito aprile. Aprile, soldi, regione, fallimento …vostro”.
Canone idrico, il dibattito a Palazzo Spada
Risale ad agosto scorso l’approvazione da parte del Consiglio comunale di Terni del documento presentato dal partito del sindaco Stefano Bandecchi sul canone idrico.
Con ventiquattro voti a favore e quattro astensioni, l’atto di indirizzo proposto da Alternativa popolare sull’utilizzo delle risorse derivanti dai canoni idrici, che era stato illustrato in aula dal capogruppo di Ap Guido Verdecchia, aveva messo quasi tutti d’accordo a Palazzo Spada.
Sull’atto era intervenuta una serie di modifiche avanzate dalle altre forze politiche, tra le quali, per esempio, la sparizione dei 15 milioni da Palazzo Donini a titolo di indennizzo per i mancati storni dei canoni incassati e i cento milioni da Enel per i danni cagionati a Piediluco.
Ciò nonostante, era rimasto invariato l’impianto dell’atto e soprattutto il senso del mandato che l’assemblea di Palazzo Spada consegnava nelle mani dell’esecutivo Bandecchi, ovvero la legittimità del Comune di Terni a chiedere un diverso utilizzo o meglio una diversa ripartizione delle risorse derivanti dal canone idrico.
“Volevo ringraziare, a nome dell’amministrazione comunale, Pd, M5S e Innovare per Terni per la partecipazione all’atto di indirizzo presentato da Alternativa popolare con degli emendamenti condivisi e importanti” aveva scritto in un post il vicesindaco di Terni Riccardo Corridore. L’attuale candidato di Alternativa popolare alla presidenza della Regione Umbria aveva allora ringraziato “Anche il centrodestra che con un voto di astensione tecnico ha confermato la necessaria volontà di conferire a Stefano Bandecchi pieni poteri di tutelare i diritti della città di Terni sia sul tavolo regionale sia sul tavolo aperto con Enel. L’astensione del centrodestra ternano non era semplice politicamente, visto che di fatto è stato un atto di contrapposizione al governo regionale sempre di centrodestra”.
Canone idrico, l’atto dell’esecutivo Bandecchi
L’atto sul canone idrico approvato dal Consiglio comunale di Terni, su proposta del sindaco Stefano Bandecchi, sollecita “la Regione Umbria a destinare, per i prossimi dieci anni, a decorrere dal primo gennaio 2024, tutte le somme incassate da Enel, relativamente ai canoni idroelettrici prodotti dalla centrale di Galleto e come tali appartenenti al territorio ternano, al fine di realizzare il nuovo ospedale di Terni”.
L’atto, inoltre, impegna il sindaco e la giunta ternana “a sollecitare la Regione Umbria a riconoscere al Comune di Terni una congrua somma a titolo indennitario per le mancate erogazioni delle somme incassate per i canoni idroelettrici”.
Numerosi anche gli impegni richiesti dal Comune di Terni a Enel, quale concessionario storico e quale ultimo avente causa nella gestione dell’asset idroelettrico. Tra questi, il pagamento di un indennizzo al territorio ternano “per danni economici e non economici cagionati a Piediluco dalla variazione idrometrica intensiva, nonché all’area della Cascata delle Marmore e all’intera città di Terni per via della chiusura del flusso fluviale del Velino della Marmore”.