Aveva dato vita a una vasta piantagione di cannabis, provando a camuffarla tra il mais. Ma quelle piante erano apparse un po’ “strane” ai carabinieri che hanno deciso di fare qualche approfondimento in più. I militari hanno così scoperto l’ingente coltivazione, oltre a 14 chili della stessa sostanza che una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato più di un milione e mezzo di euro. È accaduto ad Allerona, in provincia di Terni.
L’insolita piantagione di cannabis nelle campagne di Allerona
L’operazione è stata condotta dai dai carabinieri del Nipaaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale agroalimentare e forestale) di Terni in collaborazione con i nuclei forestali di Allerona, San Venanzo, Terni e Stroncone. Nel corso di alcune attività di controllo nel territorio di Allerona, i militari si erano insospettiti davanti a una coltivazione di mais, che appariva almeno singolare. Giunti sul posto hanno scoperto che i loro sospetti erano fondati e si sono trovati davanti a una vera coltivazione di cannabis. Ma non è ancora tutto.
I carabinieri, attraverso una serie di controlli incrociati nelle banche dati, sono riusciti a risalire al proprietario del fondo. Si tratta di un 60enne che è stato così sottoposto anche alla perquisizione domiciliare. I forestali, coordinati dalla Procura della Repubblica di Terni, hanno rinvenuto nel suo casolare oltre mezzo chilo di marijuana già pronta in barattoli di vetro e una rilevante quantità di hashish confezionato in panetti pronti per essere immessi nelle piazze dello spaccio. Ad ampliare ulteriormente il quadro accusatorio, c’è la flagranza di reato perché l’uomo è stato colto proprio mentre si dedicava alla cura della piantagione.
Disposti i domiciliari per il coltivatore di cannabis di Allerona
L’uomo, in attesa di giudizio, è stato tratto in arresto per coltivazione illegale e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il Tribunale di Terni ha convalidato l’arresto e per lui sono scattati i domiciliari. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è la detenzione dell’ingente quantità.
A seguito degli accertamenti tecnico-scientifici – hanno specificato i carabinieri – è risultato che l’hashish è di qualità particolarmente elevata e molto richiesta sul mercato. I forestali hanno stimato che dal quantitativo sequestrato si sarebbero potute ricavare 275mila dosi che avrebbero fruttato, se vendute, oltre un milione e mezzo di euro.
Un mese fa maxi sequestro di hashish lungo l’A1 a Orvieto
Appena un mese fa c’era stato un altro sequestro milionario. In quel caso era stata la Polstrada di Orvieto, durante uno dei tanti controlli di routine, a rinvenire un maxi quantitativo di hashish: ben 270 chili per un valore stimato di un milione e 300mila euro.
Doveva essere un normale controllo della Polizia, come tanti altri lungo il breve tratto umbro dell’A1. Ma al segnale di stop, il conducente di un tir adibito al trasporto di ortaggi era apparso “visibilmente agitato”. Un atteggiamento molto sospetto che ha portato all’ispezione del mezzo. Così tra carote e pomodori, nascosti in trolley e buste della spesa, i poliziotti avevano trovato quasi 300 chili di hashish, pronti per essere venduti. Da quanto emerso, la sostanza era destinata alle piazze di spaccio del nord Italia.
In Umbria è stretta sullo spaccio
I due casi di cui sopra, Allerona e Orvieto, dimostrano quanto le attività da parte delle Forze dell’Ordine stiano determinando importanti risultati nel contrasto delle attività di spaccio. Da queste stesse pagine, in più occasioni, ci siamo occupati di fatti di cronaca che inducono a riflettere sulla diffusione del fenomeno nella nostra regione.
L’implementazione dei controlli sta facendo emergere due aspetti. Da un lato l’esistenza di una fitta rete, ramificata e bene organizzata dall’altro, la conferma dell’Umbria come importante crocevia nelle rotte dello spaccio.