Un gesto di compassione verso un cane randagio ha portato a una multa e anche a una controversia legale, che ha visto una donna multata dall’ASL, solo per essere successivamente assolta da un giudice. La vicenda, ha avuto luogo a Perugia.
Cane randagio salvo, ma prende una multa: cosa è successo
La donna, assistita dall’avvocato Giuseppe De Lio, si è trovata sotto i riflettori del servizio veterinario dell’ASL 1 per non aver “iscritto” un cane randagio trovato nella sua proprietà all’anagrafe canina entro i termini stabiliti dalla legge: il risultato è stata una multa. La legge richiedeva che ciò avvenisse entro 60 giorni dalla nascita del cane o entro dieci giorni dal suo possesso. Ma la situazione era più complessa di quanto sembrasse.
La signora si è immediatamente opposta alla multa, sostenendo che il cane non era di sua proprietà e che lo aveva preso in custodia solo sei giorni prima dell’intervento dell’ASL. Il cane, infatti, era stato avvistato vagare nei dintorni della sua abitazione per un certo periodo di tempo. Questa versione è stata confermata anche dal marito della donna, che ha dunque rafforzato la sua testimonianza.
Il Tribunale civile di Perugia ha fatto proprie le argomentazioni della donna, annullando la sanzione comminata dall’ASL. Il giudice ha sottolineato la mancanza di prove sufficienti da parte dell’ASL per dimostrare la responsabilità della donna nella questione. È emerso, secondo il giudizio del tribunale, che l’ente pubblico avrebbe dovuto fornire prove più concrete per giustificare la sanzione. Infine, l’ASL è stata condannata al pagamento delle spese legali.
Umbria: primi per numero di animali ma alto tasso di abbandoni
Questo fatto ci porta ad estendere il ragionamento e analizzare dati che riguardano i numeri di animali detenuti e quelli abbandonati. Secondo l’ultimo rapporto “Animali in città” pubblicato da Legambiente e che risale all’agosto scorso, l’Umbria si pone in cima alla classifica nazionale per il rapporto tra il numero di cani e nuclei familiari. Con una popolazione di 473.882 cani e 386.420 nuclei familiari, questa regione si conferma come un vero paradiso per gli amici a quattro zampe.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: il randagismo e gli abbandoni. Nonostante l’amore diffuso per gli animali, l’Umbria non è immune da questi problemi. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2021 si sono registrati 1.137 ingressi nei canili e 425 nei canili rifugio. Ci sono anche cifre confortanti: 714 cani sono stati dati in adozione e ben 2.854 gatti sono stati sterilizzati nello stesso periodo.
Questi risultati non sono frutto del caso, ma del duro lavoro e dell’impegno costante del personale sanitario dell’Usl e dei volontari del territorio. Giorno dopo giorno, queste figure si dedicano anima e cuore al benessere degli animali, offrendo cure, protezione e, soprattutto, amore.
Le politiche regionali hanno giocato un ruolo fondamentale nel promuovere la tutela degli animali. Programmi di sterilizzazione e campagne di sensibilizzazione svolgono un ruolo chiave nel contrastare il randagismo e gli abbandoni, educando la popolazione sull’importanza della responsabilità nei confronti degli animali domestici.
Come iscrivere un cane all’anagrafe canina
Gestita dal Ministero della Salute, l’anagrafe canina è una banca dati nazionale che registra i dati essenziali di ogni cane. L’iscrizione all’anagrafe canina è un obbligo di legge per tutti i proprietari di cani residenti in Italia. Questa procedura deve essere completata entro il secondo mese di vita del cane o entro 15 giorni dalla sua acquisizione.
Per registrare un cane all’anagrafe canina, è sufficiente recarsi da un veterinario accreditato, muniti di carta d’identità e codice fiscale. Il veterinario applicherà un microchip sul lato sinistro del collo del cane, contenente un numero di identificazione univoco. Questo microchip deve essere conforme alla normativa ISO 11784 e all’Allegato A della norma ISO 11785.