Il Campanone di Gubbio, con il suo suono imponente e caratteristico, rappresenta da oltre due secoli un simbolo distintivo della città, capace di evocare l’identità, le tradizioni e la storia dei suoi abitanti. In occasione del 255º anniversario della sua fusione, il 30 ottobre, Gubbio celebra la “nascita” di questa campana imponente, un evento annuale che richiama l’intera comunità, proprio come accadde nel 1769 quando il Campanone venne forgiato per la prima volta.
La creazione del Campanone attuale non fu affatto semplice, e per comprenderne il valore è necessario ripercorrere le vicissitudini che lo hanno portato alla sua forma attuale. Prima del 1769, il Palazzo dei Consoli di Gubbio, simbolo della città e costruito nel Trecento, aveva ospitato un’altra campana, ma questa si ruppe nel 1765. La necessità di avere una campana funzionante e affidabile spinse le autorità locali a commissionare la fusione di una nuova campana a Giovanni Casali di Ancona. Tuttavia, il lavoro di Casali si rivelò inefficace: solo due anni dopo la fusione, nel 1767, anche questa campana presentò gravi difetti e si spezzò.
Il Campanone fu fuso il 30 ottobre 1769 dal Maestro fonditore Giovanni Battista Donati dell’Aquila
Così, nel 1769, la città di Gubbio si rivolse a un maestro fonditore di grande esperienza, Giovanni Battista Donati dell’Aquila, che, con grande maestria, fuse sotto gli imponenti Arconi di Piazza Grande quello che sarebbe diventato il Campanone di Gubbio. Questo evento, oggi rievocato con orgoglio, fu accompagnato da grande interesse e partecipazione da parte degli eugubini. La fusione, oltre che un avvenimento tecnico, rappresentava un simbolo di rinascita.
Il Campanone, una volta fuso e raffreddato, venne sollevato alla torre del Palazzo dei Consoli il 20 marzo 1770, un’impresa notevole per l’epoca, vista l’imponente struttura della campana. Il Campanone ha un peso di 19,66 quintali e misura 1,43 metri di diametro con un’altezza di 1,52 metri. A questi si aggiunge il “batoccolo” (o battaglio), dal peso di 114 chilogrammi, che consente alla campana di emettere il suo iconico rintocco. L’installazione richiese abilità e precisione, poiché il ciglio del Campanone dista solo sette centimetri dal muro della torretta. Da oltre due secoli, il suono profondo della campana scandisce i momenti significativi della vita cittadina.
Sul suo bordo è incisa un’iscrizione che invoca la protezione divina
Sul bordo del Campanone, è incisa un’iscrizione in latino che invoca la protezione divina sui cittadini. Il testo recita: “Il Signore nostro Gesù Cristo per intercessione della Santissima Concezione della Beata Maria Vergine e dei Santi Giovanni e Ubaldo liberi questa città dal flagello del terremoto, dal fulmine e dalla tempesta e da ogni male, Amen.” Questa invocazione riassume la funzione sacra e comunitaria del Campanone, che non è solo una campana, ma un custode di fede e tradizione per gli eugubini. L’iscrizione ricorda i tre patroni di Gubbio, uniti simbolicamente nella protezione della città.
Il Campanone non è l’unica campana custodita nel Palazzo dei Consoli. Accanto a esso, nella torretta, si trovano altre due campane: la “Piccola” e la “Mezzana”. La “Piccola” è di particolare interesse storico poiché è antecedente persino alla costruzione del palazzo stesso, poichè la fusero nel 1289. Probabilmente, essa era originariamente collocata in un precedente edificio comunale e, per molti secoli, ha svolto la sua funzione in vari contesti storici.
La “Mezzana”, invece, fusa nel 1678, si trova in una posizione speculare rispetto alla “Piccola”, orientata verso la pianura. Insieme, queste due campane creano un “doppio”, ossia un accordo armonico suonato per particolari celebrazioni e occasioni, secondo una tradizione tramandata dai campanari di Gubbio di generazione in generazione. Infine, sopra la torretta, si trova un’altra campana, la “Scoletta”, fusa nel 1342. Questa campana deve il suo nome al fatto che in passato i suoi rintocchi segnalavano l’inizio delle lezioni scolastiche, rappresentando così un legame con la vita civica e culturale della città.
Il suono del Campanone ha accompagnato ogni fase della storia cittadina da due secoli e mezzo a questa parte
Nel corso dei secoli, il Campanone ha accompagnato ogni fase della storia cittadina: i suoi rintocchi hanno segnato momenti di festa, di allarme e di lutto, diventando la voce stessa di Gubbio. I campanari che si alternano nella torre, giorno dopo giorno, hanno sempre visto il proprio ruolo come un servizio alla comunità, mantenendo viva una tradizione che supera le singole generazioni. Il Campanone e le altre campane della torretta non rappresentano solo il passato, ma incarnano anche la continuità della comunità eugubina, capace di conservare e rispettare le proprie radici, adattandole al presente.
Oggi, il suono del Campanone evoca non solo una storia lunga e complessa, ma anche una tradizione che continua a trovare significato in tempi moderni. Nei periodi di celebrazioni come la Festa dei Ceri, i rintocchi del Campanone assumono una dimensione sacra, accompagnando le emozioni e i rituali dei cittadini eugubini. L’importanza di questa campana è tale che ogni eugubino, alla domanda su cosa rappresenti per lui, risponderebbe probabilmente evocando ricordi di infanzia, feste popolari e il senso di appartenenza a una comunità con una storia millenaria.
Per molti, il 30 ottobre è un’occasione speciale per riflettere sul valore di questa campana e sulle vicende storiche che hanno plasmato la città. Il fatto che questa data sia celebrata ogni anno conferma quanto il Campanone sia percepito come parte integrante del patrimonio cittadino e della memoria collettiva. Nei tempi odierni,
il suono del Campanone continua a rappresentare un simbolo identitario, che rinnova ogni anno il legame tra la comunità e il suo passato.