Una passione infinita per le foto sbocciata nella città eterna e coltivata con dedizione, professionalità e semplicità. Giuseppe Calzuola 84 anni, è stato tra i più importanti fotografi sportivi italiani. Tramite i suoi scatti ha fatto vivere emozioni, belle e brutte ai tifosi di tutto il mondo. Nato a Gubbio, precisamente a San Martino in Colle nel 1936, a vent’anni si trasferì nella capitale dove iniziò come detto, ad occuparsi di fotografia sportiva. Una passione nata proprio nella città dei Ceri, al seguito del fratello calciatore, che voleva essere ritratto in corsa per poi farsi bello con le ragazze. “A quel tempo, avevo ancora una macchinetta rudimentale, mi piazzavo dietro la porta -ricorda Calzuola- e cercavo di catturare i momenti più importanti della partita di mio fratello. Eravamo a Gubbio, ma non ricordo con che squadra giocasse. Poi una volta trasferiti a Roma, conobbi un fotografo di nome Franco Ceci, col quale iniziai a lavorare seguendo le partite della Lazio. Roma, una città bellissima che mi ha accolto subito a braccia aperte”.

Calzuola, il fotografo dei campioni

Calzuola in carriera ha seguito molti dei dei più importanti avvenimenti, calcistici in Italia e all’estero. Grande amico di Bruno Giordano, ha partecipato addirittura sei Mondiali, sei Europei e seguito undici finali della Coppa dei Campioni, compresa la tragica serata dell’Heysel nel 1985 dove la Juve superò il Liverpool. Una vera e propria istituzione del settore. “La prima europea fu nel 1980. Precisamente la finale tra Germania e Belgio a Roma. In generale ho tanti bei ricordi, soprattutto il mondiale di Spagna ’82 e quello americano nel 94. Sono laziale -confessa- ma non antiromanista. Ero infatti grande amico di Chinaglia e Giordano, così come di Falcao, che accompagnavo in macchina fino al Tre Fontane. Un ricordo di Chinaglia? Aveva il cuore biancoceleste questo è poco ma sicuro. Ci incontrammo nel 1994 al Mondiale americano. Io ero al seguito della Nazionale e lui tutti i giorni veniva a vedere gli allenamenti: pensate che parlava tutto il tempo della Lazio. Falcao invece? Prima del Mondiale del1982, mi disse che l’Italia sarebbe tornata subito a casa, invece poi abbiamo vinto in finale proprio contro il Brasile. Tra i ricordi più belli, voglio ricordare anche lo scatto a Claudio Lotito, nel suo primo giorno di presidenza alla Lazio”.

Calzuola: “Maradona campione d’umiltà”

“Un ottimo rapporto lo ebbi anche con Diego Armando Maradona -spiega Calzuola-, per me il migliore di tutti i tempi. Non scorderò mai il giorno della sua presentazione al Napoli davanti a 80 mila persone: io c’ero, che brividi al San Paolo.Veramente una emozione che non scorderò mai. Era una bellissima persona, il classico argentino caldo e generoso. L’ultima volta che l’ho visto mi regalò una moneta della zecca argentina, fatta proprio per lui. Fu un onore per me. Ripeto, era un uomo di grande cuore. Il derby di Roma? Amavo quell’atmosfera, era uno spettacolo bellissimo che si vede da poche parti”.

Da Chinaglia a Maradona, passando per Zico e Falcao fino ai giorni nostri. Di scatti ce ne sono a volontà, Giuseppe Calzuola è arrivato a dodici mostre e ha in progetto di farne altre. Del resto, ne ha a migliaia e molte istantanee sono pezzi del suo cuore. Quell’amore per le foto, sbocciato fin da bambino e che ha fatto parte della sua vita. Calzuola è e rimarrà tra i fotografi più importanti della storia, non solo del calcio italiano, ma del Mondo. Del resto, il suo curriculum parla chiaro. E allora chapeau: un altro umbro che tiene e ha tenuto alto per più di mezzo secolo il nome della regione e soprattutto quello della città di Gubbio.