Il 13 aprile prossimo verrà presentato a Calvi dell’Umbria il libro che racconta la storia di una delle pagine più tristi della storia del paese. Ottant’anni fa, un plotone di esecuzione, composto da soldati tedeschi delle S.S., compì un atto di violenza inaudita, fucilando sedici cittadini calvesi. Tra le vittime, alcune erano poco più che quattordicenni, giovani vite spezzate in un momento di follia e terrore.

“L’eccidio di Calvi dell’Umbria” non è solo la storia di sedici vite spezzate, ma è anche un monito contro l’oblio e l’ingiustizia. È un grido di dolore che risuona nel cuore di ogni uomo e donna che si batte per un mondo più giusto e solidale.

La presentazione a Calvi dell’Umbria del libro

Sabato 13 aprile, per commemorare questa tragica storia e portare alla luce una verità a lungo celata, come detto sopra, sarà presentato il libro “L’eccidio di Calvi dell’Umbria“. Gli autori sono Sergio Bellezza ed Ugherio Stentella. Quest’opera si propone di far emergere dal buio degli anni una storia di dolore e ingiustizia, di vite perdute e di comunità devastate.

Secondo gli autori, l’eccidio di Calvi dell’Umbria rappresenta una ferita aperta nella coscienza collettiva, una strage di innocenti rimasta nascosta per decenni. Attraverso la pubblicazione di questo libro, si cerca di rimuovere il velo dell’oblio e della vergogna, offrendo alla memoria delle vittime il rispetto e l’onore che meritano.

La copertina stessa del libro, con il bozzetto della crocifissione di Gattuso, evoca toni biblici e richiama alla mente il sacrificio e la sofferenza di coloro che furono vittime di quel tragico evento. È un richiamo alla memoria, un invito a non dimenticare le lezioni del passato e a non permettere che episodi simili possano ripetersi nel futuro.

Un episodio di resistenza: giustizia e memoria oltre il silenzio

Questo lavoro editoriale si inserisce nel contesto più ampio della resistenza, quel movimento coraggioso che ha restituito dignità alla nazione italiana e ha elevato i suoi caduti al rango di martiri. Le vittime di Calvi dell’Umbria, con il loro sacrificio, ci lanciano un messaggio di pace e di speranza, invitandoci a vigilare sulla libertà e sulla democrazia, valori fondamentali che devono essere difesi con forza e determinazione.

Cosa successe quel giorno: i fatti

Tra la fine di marzo e i primi di maggio del 1944, nell’Appennino umbro-marchigiano ci furono una serie di rastrellamenti orchestrati dai tedeschi, con il supporto delle forze della Repubblica Sociale Italiana (RSI) e dei fascisti locali. 

In questo contesto di violenza e oppressione, si colloca l’operazione “Osterei” (Uova di Pasqua), un rastrellamento condotto dal 12 al 14 aprile nella zona montuosa tra le province di Terni e Rieti. Questa operazione comprendeva centri cruciali come Vasciano, Configni, Vacone, Montebuono e Calvi dell’Umbria, dove operavano con determinazione i partigiani del battaglione “Manni”, della brigata “Gramsci” e della banda “Strale”.

Il 12 aprile del 1944, uomini appartenenti alle SS eseguirono un rastrellamento nel territorio di Calvi dell’Umbria. In questa tragica giornata, furono arrestati e uccisi tre agricoltori (Pielicè, Pettorossi, Carofei) mentre altri due agricoltori – Fabbri e Sernicola – furono condotti al centro del paese insieme ad un centinaio di abitanti maschi, dove si svolse un’identificazione forzata. Le persone individuate erano in totale 12. Sono state poi portate alla caserma dei carabinieri locale, dove furono sottoposte a un brutale interrogatorio. All’alba del 13 aprile, tutte le dodici vittime furono fucilate nella piazza del paese.

Dopo l’atroce strage, i soldati tedeschi abbandonarono Calvi dell’Umbria, portando con sé animali e viveri saccheggiati dalle case delle vittime. Nel corso del rastrellamento, lo stesso giorno, nei pressi del paese, le autorità ritrovarono il cadavere di un altro uomo ucciso, presumibilmente Londei.

Il maggiore Werner Wilcke, veterano dei reggimenti SS-Polizei, è considerato uno degli artefici di questa strage. 

Le indagini successive alla liberazione, condotte dai Carabinieri e dallo Special Investigation Branch britannico, portarono alla luce dettagli su coloro che avevano partecipato alla pianificazione e all’esecuzione della strage. Tuttavia, il processo che seguì ebbe scarse conseguenze per gli imputati, e il fascicolo finì per essere archiviato illegalmente nel cosiddetto “armadio della vergogna”.

Solo nel 1994, a seguito della scoperta di questa documentazione, le autorità hanno riaperto le indagini, ma nel 1996 hanno poi archiviato il procedimento.