Continua a far discutere il mondo venatorio il nuovo calendario 2024/2025 predisposto dalla Regione Umbria, tanto che all’attenzione dell’amministrazione regionale le associazioni venatorie hanno inviato lo scorso lunedì 20 maggio un’ulteriore lettera congiunta con richiesta di ascolto e soddisfacimento delle proprie esigenze.
Destinatari della lettera, precisamente, sono la presidente della Giunta regionale Donatella Tesei e il vicepresidente nonché assessore alla Caccia Roberto Morroni.
Mittenti della stessa, invece, sono tutte le associazioni umbre del comparto venatorio, che domattina – giovedì 23 maggio – sono attese in audizione in III Commissione regionale a Palazzo Cesaroni: Federcaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Italcaccia, Anuu e Cpa.
Calendario venatorio, la lettera delle associazioni alla Regione Umbria: “La preapertura è già troppo limitata”
Le associazioni venatorie dell’Umbria hanno scritto una lettera congiunta alla Regione, recante varie osservazioni sul nuovo calendario venatorio.
“Pregiatissimi Presidente e Assessore – si legge nel testo – appreso dello stop al prelievo della tortora selvatica chiesto in sede europea e delle due comunicazioni fatte su questo tema alle Regioni da parte del Ministero dell’Ambiente, anche in vista del prossimo confronto che sulla materia ci sarà in Conferenza Stato – Regioni, le scriventi associazioni venatorie chiedono alla Regione Umbria che vengano portate le istanze del mondo venatorio di questa regione”.
“Che vede la preapertura del proprio Calendario venatorio già fortemente limitata – fanno notare le associazioni venatorie umbre – anche nel confronto con le regioni limitrofe, nel numero delle giornate e delle specie cacciabili”.
Tra le diverse specie, particolare attenzione è rivolta alla tortora selvatica “il cui carniere – specificano – è già fortemente limitato, a seguito di un conteggio meramente burocratico, che non ha visto alcun lavoro di analisi da parte dell’Osservatorio”.
Anche alla luce di una possibile contrazione del carniere della tortora, le scriventi associazioni venatorie, richiamandosi alla sensibilità dimostrata dalla presidente Donatella Tesei nell’incontro precedente, chiedono all’Assessorato di “pressare Ispra affinché fornisca in tempi congrui i dati sulle piccole quantità delle specie per le quali è stata chiesta una deroga, come previsto dalla sentenza del Consiglio di Stato”.
Sempre con riferimento alla preapertura, le associazioni chiedono all’Assessore alla Caccia Roberto Morroni “di confermare gli impegni assunti in Consulta circa l’inserimento della gazza e dei corvidi“.
Manuela Puletti (Lega): “Dalla Regione serve più coraggio”
Il calendario venatorio della Regione Umbria è stato oggetto dell’ultimo Question Time della consigliera regionale della Lega Manuela Puletti che, nel corso dell’ultima seduta dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria di martedì 14 maggio scorso, aveva interrogato la Giunta regionale in merito agli intendimenti sulla richiesta di prelievo in deroga per piccole quantità.
“Apprendiamo dall’assessore che nel giorno della preapertura della caccia in Umbria si potrebbe sparare anche allo storno, qualora arrivi in tempo l’atteso parare obbligatorio che la Regione ha richiesto ad Ispra con una specifica istanza” aveva dichiarato la consigliera leghista a Palazzo Cesaroni.
“Si tratterebbe di un passo verso la direzione indicata dalla Lega – aveva detto con soddisfazione – che in più occasioni ha invocato più coraggio nell’elaborazione del Calendario venatorio, avanzando specifiche proposte sulla base delle istanze raccolte dalle associazioni venatorie umbre”.
“Peccato rimangano fuori dal contesto i fringuelli e la peppola“ aveva, tuttavia, sottolineato Puletti.
Puletti, infatti, aveva ricordato come “l’Umbria è tra le regioni italiane dove la preapertura risulta più contenuta, per tempi e specie cacciabili. Nelle vicine Marche, dove non a caso l’Assessorato della Caccia è a guida Lega, addirittura nel 2023 sono state effettuate sei giornate di preapertura per 9 specie. E in Toscana si possono cacciare, oltre alla tortora, la tortora dal collare, il piccione e lo storno”.
Quanto al rapporto con Ispra, Manuela Puletti aveva invitato l’assessore Roberto Morroni a “sollecitare affinché i pareri richiesti siano forniti in tempi congrui. Considerando anche l’atteggiamento tenuto in passato da Ispra in diverse occasioni, che è apparso più teso ad ostacolare l’attività venatoria che a consentirla nelle modalità previste dalla legge e sostenuta dai dati scientifici”.