17 Apr, 2025 - 09:45

Regione Umbria, preadottato il calendario venatorio 2025/2026: le novità

Regione Umbria, preadottato il calendario venatorio 2025/2026: le novità

La Giunta regionale dell'Umbria ha preadottato il nuovo Calendario Venatorio 2025/2026, introducendo cambiamenti significativi nel panorama della caccia regionale. L'obiettivo dichiarato è quello di unire rispetto delle normative, tutela ambientale e trasparenza amministrativa, in un contesto di confronto con le associazioni del settore.

Umbria, apertura posticipata e stop alle preaperture: le novità del calendario venatorio 2025 - 2026 

La novità più evidente contenuta nel calendario è l'eliminazione delle giornate di preapertura: la stagione venatoria inizierà per tutti il 21 settembre. Una scelta che punta a dare maggiore uniformità e chiarezza al settore, allineandosi alle indicazioni nazionali e alle richieste di una gestione più sostenibile dell'attività venatoria. La chiusura per i turdidi – ovvero tordo bottaccio, cesena e tordo sassello – resta fissata al 31 gennaio, mentre la beccaccia vedrà anticipare la fine della caccia al 19 gennaio, con alcune proposte correttive ancora in fase di valutazione tecnica.

Il nuovo calendario è stato costruito attraverso un processo partecipativo all'interno della Consulta faunistico-venatoria regionale, segnando una chiara volontà di dialogo tra istituzioni e cacciatori. Tra le misure più attese figura l'introduzione del tesserino digitale per la caccia di selezione, che verrà implementato parallelamente a un lavoro di ottimizzazione in collaborazione con l'Afor (Agenzia Forestale Regionale). Inoltre, sono state predisposte richieste per l'attivazione di deroghe specifiche su alcune specie, nel rispetto delle normative europee e nazionali.

"Abbiamo lavorato con rigore tecnico e spirito di confronto. Siamo così arrivati a un documento che coniuga il rispetto per la normativa vigente con la tutela della biodiversità e la sostenibilità delle pratiche venatorie", ha dichiarato l'assessora alla Caccia, Simona Meloni. "La nostra è una regione con una lunga tradizione venatoria che abbiamo voluto valorizzare ulteriormente".

Ricerca scientifica e tutela della fauna: una nuova agenda per l'Umbria

Parallelamente all'approvazione del calendario, l'assessora Meloni ha annunciato l'intenzione di investire maggiormente nella ricerca sulla fauna selvatica. "Abbiamo dei centri di ricerca sulla fauna originale che devono essere sempre più strutturati e operativi, per questo intendo avviare delle visite quanto prima", ha spiegato. Un rafforzamento della componente scientifica che punta a rendere la gestione faunistica sempre più consapevole, basata su dati aggiornati e su una lettura approfondita degli equilibri naturali del territorio.

Cosa si può cacciare in Umbria: un ecosistema sotto controllo

L'Umbria offre una biodiversità ricchissima che la rende meta privilegiata per gli appassionati di caccia, sia umbri che provenienti da altre regioni italiane. Le specie cacciabili sono numerose e la loro gestione è sottoposta a criteri rigorosi, mirati a tutelare l'equilibrio ambientale e la sostenibilità delle risorse faunistiche.

Tra le prede più diffuse troviamo gli ungulati – cinghiali, caprioli e daini – il cui numero, in costante crescita, impone interventi mirati per prevenire danni a coltivazioni e aree boschive. I turdidi come tordo bottaccio, cesena e tordo sassello sono i protagonisti dell'attività venatoria invernale, mentre la beccaccia rappresenta una delle specie più ambite per la sua elusività e per il valore simbolico nella tradizione locale.

Fagiani e lepri sono invece al centro di programmi di tutela e ripopolamento, per garantirne la presenza stabile nei territori vocati. La volpe, considerata elemento di squilibrio in alcuni habitat, rientra nei piani di controllo selettivo. Infine, nelle zone umide come il Lago Trasimeno e lungo i corsi d'acqua della Valnerina e del Tevere, si possono cacciare uccelli acquatici come germani reali, alzavole e marzaiole. Ogni specie è soggetta a precise regole temporali e quantitative, nel rispetto della biodiversità e della normativa vigente.

In definitiva, quindi, il nuovo Calendario Venatorio 2025/2026 dell'Umbria segna un passo in avanti nel tentativo di trovare un equilibrio tra tradizione venatoria, salvaguardia dell'ambiente e innovazione amministrativa. Un approccio che guarda al futuro senza rinunciare all'identità culturale del territorio.

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Giorgia Sdei
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